ENOGASTROLOGIA
SCORPIONE.
A TAVOLA
SI
SCOPRE IL SUO EROTISMO
Con l’arrivo dell’autunno siamo entrati
nella fase
più introspettiva della natura. Se fino ad ora la vita ha approfittato del sole
per esprimersi e presentarsi al mondo, con novembre lo spettacolo si svolge
sotto il protettivo manto di madre terra. Sicuro dalle intemperie dell’inverno
entrante, il seme ha trovato ove nascondersi e attendere la nascita.
La
quotidianità non si svolge più all’aperto, sugli spiazzi assolati e coccolati
dalla brezza.
È
la casa ora il vero cuore dei rapporti umani e con essa le relazioni acquistano
un nuovo significato. Per chi è nato in questo periodo l’introspezione e
l’analisi accurata hanno significati molto profondi, a volta addirittura
inconsci.
Parola
chiave della loro vita è trasformazione, sono l’araba fenice dello zodiaco, le
cui motivazioni appaiono sconcertanti se non sconvolgenti per chi li circonda.
Non scelgono mai la via più breve e la vita è per loro - come per il seme
sottoterra - un'eterna trasformazione attraverso fasi più o meno sofferenti, ma
mai semplici.
Psicologicamente
è una vera contraddizione: segno d’acqua, quindi con caratteristiche femminile,
lo scorpione presenta spiccate valenze maschili, quali coraggio,
individualismo, egocentrismo, spirito pionieristico. Ma non sono mai banali o
superficiali. La vita è un dramma da vivere fino alla fine in pieno al massimo.
Forse da qui nasce la loro fama di esseri sessualmente molto attivi e
insaziabili, di persone poco affidabili e ingannatrici (lo scorpione è un
animale velenoso), di introversi e poco socievoli componenti della nostra
società, lucidi e aggressivi, sempre pronti a difendere il loro potere. L’amore
è un dolce tormento di rose e spine, ma guai ai tiepidi è il loro motto.
Quest’eterno
tira e molla rende il dispendio energetico elevato, con forti cadute di tono
nei periodi più aspri. La sua ripresa fisica è notevole e a volte incredibile.
Capaci di immani sforzi, e non solo fisico, e necessita di un supporto
alimentare costante ed equilibrato.
Anche
qui, purtroppo, lo scorpione mostra il suo lato passionale e estremo: alterna
fasi di immenso appetito, specie di carne e altri piatti dai sapori forti, a
periodi in cui il cibo diviene quasi una sgradevole necessità che dà pure
fastidio.
Vanno
in estasi dinnanzi a piatti piccanti e speziati, si lasciano conquistare con
gioia da selvaggina e da castrati o agnelli succulenti, il tutto annaffiato da
rossi corposi e di buona gradazione alcoolica, come un “Chianti riserva”
(vedi
un 1990 della Carpineto di Greve).
Ama le verdure dal tono amaro, cicoria,
radicchio o radici amare e i piatti tipicamente popolari a base di frattaglie o
trippa, o i più saporiti uccelletti con polenta. Il suo spirito indagatore lo
porta ad assaggiare i piatti più insoliti ed esotici, preparati con ingredienti
da far inorridire i palati più conservatori.
Una
dieta così ricca e varia porta con sé qualche squilibrio e può favorire
l’insorgere di insufficienze epatiche, foruncolosi, disfunzioni renali e,
strano a dirsi, infezioni delle vie respiratorie. Questo è dovuto alla carenza
di Calcarea Sulfurea o fosfato di calcio utilizzato nei processi fermentativi,
in piaghe mal cicatrizzanti, ascessi e nelle affezioni renali. In natura
troviamo tale sale in aglio, cipolle, cavolfiori o frutta quale prugne, uva e
noci; facile riconoscere qui come madre
natura offre in ogni stagione i frutti necessari all’organismo umano. Lo
scorpione, conscio dei misteri che circondano l’universo, dovrebbe farne tesoro
e arricchire la propria dieta con tali alimenti, aggiungendo porri, ravanelli e
semi di senape senza scordare lo joghurt con i suoi fermenti lattici per una
corretta funzionalità intestinale.
Il suo rapporto con la cucina alterna fasi di mordi
e fuggi, dove il cibo significa veloce ed istantanea soddisfazione dei sensi, a
fasi in cui il vano cucina si trasforma in salotto tra amici ove cucinare
insieme e arricchire le pietanze a fantasia.
In
questo caso il carattere goliardico del desco sarà accentuato da tavole
rustiche e campagnole, dalle stoviglie spaiate e tovaglie a quadretti come
quelle delle osterie, magari mancano bicchieri o piatti, non ci saranno
salviette ma una ricca collezione di coltelli da arrosti, da affettati, da
bistecca o da scarnificazione molto affilati. Ciò non toglie che l’atmosfera
risulterà simpatica e frizzante, accompagnata da vini importanti come un bel
Amarone della Valpolicella (vedi quello di Villa Girardi – San Pietro in Cariano
Verona).
Daniela
Mosena
LA RICETTA PER L’OSPITE SCORPIONE
SALSICCIA IN CROSTA
INGREDIENTI: 700 grammi
di impasto per salsicce, 450
grammi di pasta sfoglia, tre uova sode tagliate a metà,
uno spicchio d’aglio, una cipolla, cinque/sei foglie di salvia sminuzzate, due
cucchiai di prezzemolo sminuzzato, un cucchiaio di senape, un uovo sbattuto,
mezzo etto di burro.
PREPARAZIONE: in un tegame fate fondere il burro e aggiungetevi la cipolla tritata
fine, l’aglio schiacciato, la salvia e il prezzemolo, finché la cipolla sarà
appassita. In una ciotola a parte, impastate tutto questo con la salsiccia
unendovi sale, pepe, la senape e ¾ dell’uovo.
In
una teglia imburrata adagiate la pasta sfoglia; sopra ponetevi l’impasto di
salsicce a mo’ di grosso salame e in cima allineate le sei mezze uova sode col
bianco sopra; avvolgete la carne con la pasta e incidetela con tagli regolari
superiormente in modo che durante la cottura non si spacchi malamente. Sulla
giuntura della sfoglia mettete una strisciolina di pasta in modo di nascondere
la giuntura. Spennellate con l’uovo sbattuto rimasto e mettete in forno,
preventivamente riscaldato a 180°, per 40 minuti circa.
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