Lodovichi alla guida
dei cuochi toscani
“Insieme per crescere”
...il suo slogan
L’Unione regionale cuochi toscani ha in Roberto Lodovichi il suo nuovo presidente, che guarda al presente e al futuro della sua categoria tra “campanilismi” toscani e necessità di essere compatti per la cucina regionale. Inoltre promette una stretta collaborazione con gli istituti alberghieri e il territorio
L’Unione regionale cuochi toscani ha in Roberto Lodovichi il suo nuovo presidente che guarda al presente e al futuro della sua categoria tra “campanilismi” toscani e necessità di essere compatti per la cucina regionale. Roberto Lodovichi è il nuovo presidente dell’Unione regionale dei cuochi toscani. Lo abbiamo incontrato al termine dell’elezione avvenuta nell’assemblea dell’Unione, che lo ha eletto come successore di Franco Mariani.
Presidente, qual è il legame che unisce l’Unione regionale cuochi toscani con il territorio?
Senza alcun dubbio il forte rapporto esistente con le associazioni di categoria finalizzate alla formazione dei nostri tesserati verso la conoscenza e l’approfondimento di nuove tendenze, nuovi prodotti e attrezzature.
Quali sono le principali proposte che l’associazione porterà avanti per la valorizzazione delle “Berrette bianche” toscane?
Oltre a costruire un solido rapporto con le scuole alberghiere della regione predisporre un apposito calendario degli eventi da organizzare per ogni mese dell’anno da parte di ciascuna nostra associazione territoriale.
Cosa significa essere cuochi oggi?
Il cuoco oggi non solo deve sapere cucinare, ma conoscere bene il prodotto, le tecniche di cottura, selezionare gli alimenti per gli abbinamenti al fine di dare la giusta gradevolezza al piatto. Il cuoco oggi non deve essere in televisione, ma dedicarsi allo studio e alla formazione.
Cucina a km 0 o a km vero?
Senza alcun dubbio km vero perché l’Italia è ricca di eccellenze alimentari. Stessa cosa dicasi per le altre prelibatezze provenienti da fuori confine. L’importante è che siano prodotti di qualità.
In Toscana terra di campanili quali piatti potrebbero essere le icone culinarie della regione?
Nella nostra regione abbiamo undici associazioni dell’Unione regionale dei cuochi toscani ed ognuna esprime il suo tipo di cucina con una sua icona. Lascio quindi ai vostri lettori il piacere della scoperta. È anche questo il bello della Toscana.
Come classificherebbe la cucina dei cuochi toscani?
Una cucina di tradizione con lo sguardo rivolto verso l’innovazione. Non a caso abbiamo riorganizzato l’equipe di alta cucina regionale dell’Urct, che ha conquistato alla sua prima uscita la vittoria ai campionati italiani. Una cucina, quindi, che esprime tipicità, tecnica di preparazione ed innovazione.
Cosa proporrà per alzare l’asticella dell’offerta gastronomica toscana?
Maggiore formazione dei nostri associati al fine di dare concrete risposte alle esigenze alimentari del cliente. Oggi si va al ristorante per piacere. Quindi il cuoco e il ristoratore devono essere in grado di proporre il meglio che offre il mercato, sia sotto l’aspetto qualitativo che salutistico.
Cuochi sempre più in televisione e meno in cucina. Non le sembra strano?
Stranissimo, anche se la comunicazione ha svolto un ruolo importante per la valorizzazione del cuoco. Il posto principale deve essere in cucina e, se vuole, al termine del servizio uscire in sala per dialogare con la clientela. Molti celebri miei colleghi preferiscono rimanere con la loro brigata che andare davanti ad una telecamera.
Da presidente regionale cosa chiederà ai politici e agli amministratori, sia per la valorizzazione del territorio che la salvaguardia dei ristoratori?
Nei prossimi incontri proporrò loro un dialogo continuo al fine di garantire una seria offerta enogastronomica. Nel nostro mercato libero è difficile imporre delle regole visto che vengono sempre proposte nuove offerte di ristorazione. Importante è che le regole esistenti siano fatte rispettare.
Per informazioni: unioneregionalecuochitoscani.it
Roberto Lodovichi
Presidente, qual è il legame che unisce l’Unione regionale cuochi toscani con il territorio?
Senza alcun dubbio il forte rapporto esistente con le associazioni di categoria finalizzate alla formazione dei nostri tesserati verso la conoscenza e l’approfondimento di nuove tendenze, nuovi prodotti e attrezzature.
Quali sono le principali proposte che l’associazione porterà avanti per la valorizzazione delle “Berrette bianche” toscane?
Oltre a costruire un solido rapporto con le scuole alberghiere della regione predisporre un apposito calendario degli eventi da organizzare per ogni mese dell’anno da parte di ciascuna nostra associazione territoriale.
Cosa significa essere cuochi oggi?
Il cuoco oggi non solo deve sapere cucinare, ma conoscere bene il prodotto, le tecniche di cottura, selezionare gli alimenti per gli abbinamenti al fine di dare la giusta gradevolezza al piatto. Il cuoco oggi non deve essere in televisione, ma dedicarsi allo studio e alla formazione.
Cucina a km 0 o a km vero?
Senza alcun dubbio km vero perché l’Italia è ricca di eccellenze alimentari. Stessa cosa dicasi per le altre prelibatezze provenienti da fuori confine. L’importante è che siano prodotti di qualità.
In Toscana terra di campanili quali piatti potrebbero essere le icone culinarie della regione?
Nella nostra regione abbiamo undici associazioni dell’Unione regionale dei cuochi toscani ed ognuna esprime il suo tipo di cucina con una sua icona. Lascio quindi ai vostri lettori il piacere della scoperta. È anche questo il bello della Toscana.
Come classificherebbe la cucina dei cuochi toscani?
Una cucina di tradizione con lo sguardo rivolto verso l’innovazione. Non a caso abbiamo riorganizzato l’equipe di alta cucina regionale dell’Urct, che ha conquistato alla sua prima uscita la vittoria ai campionati italiani. Una cucina, quindi, che esprime tipicità, tecnica di preparazione ed innovazione.
Cosa proporrà per alzare l’asticella dell’offerta gastronomica toscana?
Maggiore formazione dei nostri associati al fine di dare concrete risposte alle esigenze alimentari del cliente. Oggi si va al ristorante per piacere. Quindi il cuoco e il ristoratore devono essere in grado di proporre il meglio che offre il mercato, sia sotto l’aspetto qualitativo che salutistico.
Cuochi sempre più in televisione e meno in cucina. Non le sembra strano?
Stranissimo, anche se la comunicazione ha svolto un ruolo importante per la valorizzazione del cuoco. Il posto principale deve essere in cucina e, se vuole, al termine del servizio uscire in sala per dialogare con la clientela. Molti celebri miei colleghi preferiscono rimanere con la loro brigata che andare davanti ad una telecamera.
Da presidente regionale cosa chiederà ai politici e agli amministratori, sia per la valorizzazione del territorio che la salvaguardia dei ristoratori?
Nei prossimi incontri proporrò loro un dialogo continuo al fine di garantire una seria offerta enogastronomica. Nel nostro mercato libero è difficile imporre delle regole visto che vengono sempre proposte nuove offerte di ristorazione. Importante è che le regole esistenti siano fatte rispettare.
Per informazioni: unioneregionalecuochitoscani.it
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