Pasqua Vini,
il Made in Italy
nel mondo
+41% l'export Usa
in un decennio
15 milioni di bottiglie e 50 milioni di fatturato, export in 35 Paesi: Pasqua Vini punta a consolidare i mercati già battuti e a scoprirne di nuovi, raccontandosi, tra gli altri, con il vino Passione e sentimento
Pasqua Vini, quindici milioni di bottiglie prodotte per un fatturato intorno ai cinquanta milioni di euro, di cui diciassette negli Stati Uniti. Ieri, 14 marzo, il presidente Umberto Pasqua e il figlio Riccardo, amministratore delegato dell'azienda, hanno presentato a Milano le prossime strategie di mercato e i prodotti in Italia e nei 35 Paesi dove sono presenti. E a proposito degli Stati Uniti è stato Riccardo Pasqua a raccontare come l'azienda abbia costruito il proprio successo a stelle e strisce. È stato lui, infatti a dedicarsi al mercato americano a partire dal 2009 e ad arrivare oggi ad una crescita del 41% rispetto al 2015.
«La nostra storia negli Usa parte nel 2009 quando in quel Paese facevamo quasi zero. L'azienda aveva bisogno di crescita e fatturato - racconta Riccardo - e gli Stati Uniti erano già il primo importatore di vini italiani, un Paese dove il Made in Italy è un "must have" sano, cool da non poter mancare. Era anche l'anno della crisi quando iniziai a viaggiare negli Stati Uniti e presi tante porte in faccia. Con i consumi al minimo gli importatori difficilmente acquisivano un nuovo brand. Allora un giorno guardai mia moglie negli occhi e le dissi "andiamo negli Stati Uniti per costruire direttamente la nostra rete commerciale"».
«Decidemmo di partire - prosegue l'amministratore delegato di Pasqua Vini - e arrivati a New York mi resi conto che il mercato contava cinquanta Stati. Ma casualmente al Vinitaly 2009 incontrai un amico cileno che aveva iniziato la medesima avventura due anni prima e mi suggerì di parlare con il suo importatore. Incontrai Rich, ci piacemmo e cominciai a pensare di vendergli tutto, ma lui rispose "no, tre vini al massimo: Amarone, Pinot grigio e Prosecco"».
«Ci dividemmo così le quote di mercato, il Prosecco iniziava ad essere di moda. In sette anni abbiamo aperto in 47 Stati e siamo passati da 1,5 milioni di euro di fatturato nel 2009 ai 17 di oggi. Un'esperienza fantastica - sottolinea Riccardo Pasqua - sia professionalmente che personalmente. Quante ispirazioni, quante idee, e la consapevolezza che tanti cliché che si sentono in Europa come il "sogno americano" sono assolutamente reali».
«Una svolta è stata l'invenzione del vino Passione e sentimento, capostipite del progetto Romeo&Juliet (uvaggio Corvina, Cristina e Merlot che il periodo di appassimento rende morbido prima del passaggio di tre mesi in tonneaux di rovere). Un vino che nasce da un viaggio a Indianapolis - spiega Riccardo - dove la cultura del vino è ancora agli inizi. Era il 2011 e un venditore mi disse "mi spiace per ciò che è accaduto nel tuo Paese"; gli chiesi il perché e mi rispose "la primavera araba"; così dissi "No, guarda, io sono italiano"».
«Gli americani, o almeno la maggior parte di loro non sa neanche dove sia l'Italia. Quindi cercammo un brand che potesse conquistare, che spiegasse in altro modo il nostro Paese. Chiamammo il grande fotografo Joe Martorana che ritrasse i messaggi d'amore sul muro della casa di Giulietta a Verona. Doveva essere una linea speciale per San Valentino e mettemmo a budget 15mila bottiglie. Oggi ne facciamo due milioni, per un pubblico di millenials che ne è entusiasta».
Altre idee e altro marketing originale sono allo studio per conquistare i grandi mercati degli Stati Uniti ma anche del Far East e del Giappone.
«La nostra azienda è totalmente italiana - sottolinea Umberto Pasqua, il presidente - e la famiglia vi è votata al gran completo. Con un fatturato a 50 milioni di euro, dai 34 di due anni fa e i 40 dell'anno scorso. Un lavoro pressante ma fatto con visione e fiducia nei mercati come gli Stati Uniti, la Scandinavia, il Far East, con l'Italia importante anche perché se si è forti in Italia si è forti anche all'estero dove facciamo il 90%».
«Ora gli Stati Uniti toccano a mio figlio Alessandro. Crediamo nella nostra famiglia e nell'impresa. Siamo ora impegnati anche a investire in nuovi mercati, vogliamo arrivare in Vietnam, Honduras. Vogliamo portare la tradizione del Made in Italiy nel mondo, quando vedo nel mondo una nostra etichetta in enoteca, mi si apre il cuore. L'azienda è stata fondata da mio padre che dalla Puglia arrivò al nord per il lavoro del nonno che era generale dell'esercito e fondò l'azienda 92 anni fa».
«Pasqua tiene molto ai nuovi mercati - spiega Monica Fabris, presidente di Episteme che ha realizzato la ricerca sui millennials e il rapporto con il vino - all'innovazione delle tendenze. Un rapporto tra millennials e vino nella società di oggi tra Italia, Stati Uniti e Giappone. Un mega trend che coinvolge tutti i mercati che rispecchiano il timore dei consumatori di muoversi nella globalizzazione. Muoversi a livello globale significa rivolgersi ad un consumatore incerto, ma paradossalmente questa incertezza sta premiando il prodotto vino, capace di interpretare le richieste che vengono da questo mondo incerto creando gratificazione, rassicurazione, socialità, condivisione».
«Le due direzioni del mondo del vino sono accessibilità e tipicità sulle quali Pasqua si è posizionata traducendole in convivialità e semplicità. Il nuovo brand Passione e sentimento restituisce tipicità e accessibilità e racconta una storia che piace ai millennials che hanno trovato nel vino un prodotto che soddisfa le loro aspettative. Pasqua parla questo futuro perché parla questo linguaggio, di giovani che seguono però la continuità generazionale».
Per informazioni: www.pasqua.it
Riccardo e Umberto Pasqua
«La nostra storia negli Usa parte nel 2009 quando in quel Paese facevamo quasi zero. L'azienda aveva bisogno di crescita e fatturato - racconta Riccardo - e gli Stati Uniti erano già il primo importatore di vini italiani, un Paese dove il Made in Italy è un "must have" sano, cool da non poter mancare. Era anche l'anno della crisi quando iniziai a viaggiare negli Stati Uniti e presi tante porte in faccia. Con i consumi al minimo gli importatori difficilmente acquisivano un nuovo brand. Allora un giorno guardai mia moglie negli occhi e le dissi "andiamo negli Stati Uniti per costruire direttamente la nostra rete commerciale"».
«Decidemmo di partire - prosegue l'amministratore delegato di Pasqua Vini - e arrivati a New York mi resi conto che il mercato contava cinquanta Stati. Ma casualmente al Vinitaly 2009 incontrai un amico cileno che aveva iniziato la medesima avventura due anni prima e mi suggerì di parlare con il suo importatore. Incontrai Rich, ci piacemmo e cominciai a pensare di vendergli tutto, ma lui rispose "no, tre vini al massimo: Amarone, Pinot grigio e Prosecco"».
«Ci dividemmo così le quote di mercato, il Prosecco iniziava ad essere di moda. In sette anni abbiamo aperto in 47 Stati e siamo passati da 1,5 milioni di euro di fatturato nel 2009 ai 17 di oggi. Un'esperienza fantastica - sottolinea Riccardo Pasqua - sia professionalmente che personalmente. Quante ispirazioni, quante idee, e la consapevolezza che tanti cliché che si sentono in Europa come il "sogno americano" sono assolutamente reali».
«Una svolta è stata l'invenzione del vino Passione e sentimento, capostipite del progetto Romeo&Juliet (uvaggio Corvina, Cristina e Merlot che il periodo di appassimento rende morbido prima del passaggio di tre mesi in tonneaux di rovere). Un vino che nasce da un viaggio a Indianapolis - spiega Riccardo - dove la cultura del vino è ancora agli inizi. Era il 2011 e un venditore mi disse "mi spiace per ciò che è accaduto nel tuo Paese"; gli chiesi il perché e mi rispose "la primavera araba"; così dissi "No, guarda, io sono italiano"».
Riccardo Pasqua e la mamma Margherita
«Gli americani, o almeno la maggior parte di loro non sa neanche dove sia l'Italia. Quindi cercammo un brand che potesse conquistare, che spiegasse in altro modo il nostro Paese. Chiamammo il grande fotografo Joe Martorana che ritrasse i messaggi d'amore sul muro della casa di Giulietta a Verona. Doveva essere una linea speciale per San Valentino e mettemmo a budget 15mila bottiglie. Oggi ne facciamo due milioni, per un pubblico di millenials che ne è entusiasta».
Altre idee e altro marketing originale sono allo studio per conquistare i grandi mercati degli Stati Uniti ma anche del Far East e del Giappone.
«La nostra azienda è totalmente italiana - sottolinea Umberto Pasqua, il presidente - e la famiglia vi è votata al gran completo. Con un fatturato a 50 milioni di euro, dai 34 di due anni fa e i 40 dell'anno scorso. Un lavoro pressante ma fatto con visione e fiducia nei mercati come gli Stati Uniti, la Scandinavia, il Far East, con l'Italia importante anche perché se si è forti in Italia si è forti anche all'estero dove facciamo il 90%».
«Ora gli Stati Uniti toccano a mio figlio Alessandro. Crediamo nella nostra famiglia e nell'impresa. Siamo ora impegnati anche a investire in nuovi mercati, vogliamo arrivare in Vietnam, Honduras. Vogliamo portare la tradizione del Made in Italiy nel mondo, quando vedo nel mondo una nostra etichetta in enoteca, mi si apre il cuore. L'azienda è stata fondata da mio padre che dalla Puglia arrivò al nord per il lavoro del nonno che era generale dell'esercito e fondò l'azienda 92 anni fa».
«Pasqua tiene molto ai nuovi mercati - spiega Monica Fabris, presidente di Episteme che ha realizzato la ricerca sui millennials e il rapporto con il vino - all'innovazione delle tendenze. Un rapporto tra millennials e vino nella società di oggi tra Italia, Stati Uniti e Giappone. Un mega trend che coinvolge tutti i mercati che rispecchiano il timore dei consumatori di muoversi nella globalizzazione. Muoversi a livello globale significa rivolgersi ad un consumatore incerto, ma paradossalmente questa incertezza sta premiando il prodotto vino, capace di interpretare le richieste che vengono da questo mondo incerto creando gratificazione, rassicurazione, socialità, condivisione».
«Le due direzioni del mondo del vino sono accessibilità e tipicità sulle quali Pasqua si è posizionata traducendole in convivialità e semplicità. Il nuovo brand Passione e sentimento restituisce tipicità e accessibilità e racconta una storia che piace ai millennials che hanno trovato nel vino un prodotto che soddisfa le loro aspettative. Pasqua parla questo futuro perché parla questo linguaggio, di giovani che seguono però la continuità generazionale».
di Andrea Radic
vicedirettore
vicedirettore
Per informazioni: www.pasqua.it
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