Bottura e Pozzulo,
la Cucina italiana
è più forte
L'adesione alla Fic del più importante cuoco italiano apre prospettive importanti per tutto il mondo dell'accoglienza e dell'enogastronomia. Si devono superare le divisioni e lavorare insieme
A chi può importare di un iscritto in più o in meno a un’associazione di categoria? Visto lo scarso appeal dei sindacati in genere verrebbe da dire: a ben pochi. A volte, però, anche una sola tessera fa la differenza. E nel caso di Massimo Bottura, neo tesserato alla Fic, Federazione italiana cuochi, la differenza si sente, eccome. Non può essere un caso se il cuoco più celebrato al mondo, il campione di una Cucina “alta”, fatta di ricerca e cultura, si iscrive ad un’associazione che, forte di numeri e di qualità professionale, rappresenta per lo più colleghi che magari non hanno notorietà e riconoscimenti da Vip.
C’è già chi, con retropensieri a cui siamo purtroppo abituati, parla solo di un successo di marketing: Bottura si dimostra “democratico” e Rocco Pozzulo, il dinamico presidente che ha rivoltato come un calzino una Fic che era un tempo ingessata, arricchisce la sua scuderia del più importante pezzo da 90 del settore. E questo senza che nessuno dei due possa fare ombra all’altro, tanto sono diversi gli ambiti d’azione. A ben guardare, e attenendosi ai fatti, questo incontro nasce in realtà dal comune sentire di professionisti che amano il proprio lavoro e che da tempo si stanno impegnando per fare crescere il sistema puntando sull’attivazione di reti, di squadre di lavoro, di solidarietà e di sinergia. Come dire che Massimo Bottura nella Fic non può che essere una risorsa incalcolabile per dare più forza a chi lavora in Cucina.
Questa tessera in più del resto non è solo un numero. Rappresenta l’adesione del più importante esponente dell’enogastronomia italiana al progetto della Fic per fare crescere tutti. Dallo stellato al gestore dell’osteria di periferia non considerato dalle guide o dalla classifiche farlocche di TripAdvisor. E se Bottura è oggi il più qualificante nome di questa squadra, sono ormai tanti i cuochi “noti” che si sono avvicinati alla federazione di Pozzulo, superando pregiudizi ingiustificati, ma che nel passato erano presenti. E alla prossima assemblea nazionale di aprile a Matera la federazione italiana cuochi potrà ora alzare ancora di più l’asticella della sua capacità di rappresentare tutta la Cucina, superando antistoriche frammentazioni di troppe sigle. Alcune nate anche recentemente, magari solo per interessi economici privati, più o meno tollerati o sostenuti da politici che pensano che la Cucina italiana abbia solo bisogno di aristocratici ambasciatori…
Per quanto ci riguarda non possiamo che esprime la più totale soddisfazione e la gioia di un incontro che, ne siamo certi, sarà utile a tutti. E non è solo per i rapporti personali che ci legano a Bottura e a Pozzulo. Questo mettersi insieme e condividere è in fondo una nuova tappa di quella strategia che da tempo proponiamo per fare sistema e unire le forze. I cuochi dimostrano di poterlo fare. I sommelier ormai da tempo si sono incamminati su questa strada. Ora bisogna coinvolgere tutti i professionisti di questo vasto mondo dell’Horeca e dell’enogastronomia, che a noi piace definire meglio come dell’accoglienza e dell’ospitalità. In fondo questa è la prima linea della nostra capacità di rappresentare ogni giorno lo stile italiano di vita, l’unica vera arma, con la qualità di prodotti e servizi, con cui possiamo vincere la sfida mondiale del turismo. Un tema a cui non casualmente dedichiamo l’evento di Firenze del Premio Italia a Tavola del 1° aprile unendo a cuochi, pizzaioli, pasticceri, barman, sommelier, maitre, gelatieri e panificatori il mondo degli alberghi.
Massimo Bottura e Rocco Pozzulo
C’è già chi, con retropensieri a cui siamo purtroppo abituati, parla solo di un successo di marketing: Bottura si dimostra “democratico” e Rocco Pozzulo, il dinamico presidente che ha rivoltato come un calzino una Fic che era un tempo ingessata, arricchisce la sua scuderia del più importante pezzo da 90 del settore. E questo senza che nessuno dei due possa fare ombra all’altro, tanto sono diversi gli ambiti d’azione. A ben guardare, e attenendosi ai fatti, questo incontro nasce in realtà dal comune sentire di professionisti che amano il proprio lavoro e che da tempo si stanno impegnando per fare crescere il sistema puntando sull’attivazione di reti, di squadre di lavoro, di solidarietà e di sinergia. Come dire che Massimo Bottura nella Fic non può che essere una risorsa incalcolabile per dare più forza a chi lavora in Cucina.
Questa tessera in più del resto non è solo un numero. Rappresenta l’adesione del più importante esponente dell’enogastronomia italiana al progetto della Fic per fare crescere tutti. Dallo stellato al gestore dell’osteria di periferia non considerato dalle guide o dalla classifiche farlocche di TripAdvisor. E se Bottura è oggi il più qualificante nome di questa squadra, sono ormai tanti i cuochi “noti” che si sono avvicinati alla federazione di Pozzulo, superando pregiudizi ingiustificati, ma che nel passato erano presenti. E alla prossima assemblea nazionale di aprile a Matera la federazione italiana cuochi potrà ora alzare ancora di più l’asticella della sua capacità di rappresentare tutta la Cucina, superando antistoriche frammentazioni di troppe sigle. Alcune nate anche recentemente, magari solo per interessi economici privati, più o meno tollerati o sostenuti da politici che pensano che la Cucina italiana abbia solo bisogno di aristocratici ambasciatori…
Per quanto ci riguarda non possiamo che esprime la più totale soddisfazione e la gioia di un incontro che, ne siamo certi, sarà utile a tutti. E non è solo per i rapporti personali che ci legano a Bottura e a Pozzulo. Questo mettersi insieme e condividere è in fondo una nuova tappa di quella strategia che da tempo proponiamo per fare sistema e unire le forze. I cuochi dimostrano di poterlo fare. I sommelier ormai da tempo si sono incamminati su questa strada. Ora bisogna coinvolgere tutti i professionisti di questo vasto mondo dell’Horeca e dell’enogastronomia, che a noi piace definire meglio come dell’accoglienza e dell’ospitalità. In fondo questa è la prima linea della nostra capacità di rappresentare ogni giorno lo stile italiano di vita, l’unica vera arma, con la qualità di prodotti e servizi, con cui possiamo vincere la sfida mondiale del turismo. Un tema a cui non casualmente dedichiamo l’evento di Firenze del Premio Italia a Tavola del 1° aprile unendo a cuochi, pizzaioli, pasticceri, barman, sommelier, maitre, gelatieri e panificatori il mondo degli alberghi.
di Alberto Lupini
direttore
direttore
Nessun commento:
Posta un commento