Consumi alimentari,
-10,9% in 10 anni
Colpa della crisi
e di acquisti più mirati
Una ricerca del Censis ha evidenziato un calo dei consumi alimentari del 10,9%. Diverse le cause, come la crisi economica ed un acquisto sempre più critico dei consumatori, attenti a qualità e provenienza italiana. Il prezzo infatti non è più un elemento primario per gli italiani alle prese con la spesa alimentare
Come sono cambiati i consumi degli italiani e il modo di gestire i loro risparmi con l'ormai strutturale crisi economica? Sicuramente non siamo più quelli che eravamo: c'è un'attenzione diversa che riguarda i consumi alimentari: -10,9% negli ultimi dieci anni e -1,2% negli ultimi due anni. Prima la scelta era tra qualità e prezzo con i consumatori divisi tra chi si rivolgeva ai prezzi più convenienti e quelli che cercavano la qualità. Oggi dopo la crisi lo scenario è molto più complesso, una pratica combinatoria, una matrice con molte più variabili.
Quanto ai risparmi si è registrato un incremento di depositi bancari non vincolati per 133 miliardi di euro: il Pil dell'Ungheria. Oggi l'azienda più liquida d'Italia sono gli italiani. Una enorme liquidità. A dirlo è una ricerca condotta dal Censis dal titolo "Il futuro dell'alimentazione - stili di vita contemporanei e nuovi modelli".
Mentre la retorica pauperista disegnava gli italiani che non arrivano alla quarta settimana del mese, gli stessi accumulavano. «Venuto meno il patto implicito che sottostava alla crescita - ha spiegato il direttore del Censis Massimiliano Valerii - ovvero i figli più ricchi dei genitori, oggi non è così, i giovani hanno prospettive minori con un reddito del 26,5% inferiore ai giovani degli anni Novanta. Questo è il motivo della riduzione dei consumi. È entrata in gioco una nuova austerità».
Sono la trasparenza, la tutela della salute e la funzionalità i valori che sottostanno alle scelte dagli scaffali. Ingredienti espliciti e grande impatto positivo sulla salute per oltre il 94% dei consumatori. Importante anche la funzionalità dei cibi che devono essere pratici e funzionali per la scadenza (88% dei consumatori), un richiamo ai valori etici sociali e ambientali. Solo 1,3 italiani su cento si fanno guidare solo dal prezzo più conveniente. Un consumo più complesso e sofisticato. Una eccezione tutta italiana. Nel mondo il prezzo è la prima variabile per il 30% dei consumatori. Emerge dunque una forte soggettività che mette insieme gli aspetti elencati denotando un pragmatismo illuminato.
«Una buona dose di consumatori - ha spiegato il direttore - sono disposti a spendere un po' di più per i cibi che incorporano i valori dell'italianità. Prodotti in stabilimenti italiani, ingredienti prodotti da fornitori italiani. Seguiti da qualità e sicurezza. Ingredienti certificati e controllati rigorosamente. Da questi discorsi non sono esenti i cibi pronti o semipronti. Un politeismo alimentare che tiene insieme Dop e Igp con prodotti che incorporano. qualità italianità e sicurezza. Vediamo inoltre lo sviluppo di nuovi sistemi di acquisto, online e pronta consegna per quasi venti milioni di italiani. Nelle nuove tendenze ventisei milioni di italiani comprano cibi senza: senza glutine, senza zucchero lattosio o i cibi con vitamine o altri ingredienti come conrnflakes o yogurt con omega 3. Il cambio di paradigma forte premia la qualità e italianità nei prodotti industriali».
Il saluto di Leo Wenchel, capo mercato Gruppo Nestle Italia, ha aperto i lavori del convegno spiegando:. «Amo questa passione italiana per il cibo - ha esordito Wenchel - a pranzo si parla di cosa avremo a cena e viceversa. È in atto una trasformazione sia a livello sociale che politico. I millennials guidano trasformazioni che investono anche la sfera del cibo come sappiamo bene noi che come aziende lo produciamo. Nuovi cambiamenti nelle filiere produttive, negli acquisti, nei consumi».
«Nuove esigenze alimentari - ha aggiunto il capo di Nestle - problemi e sfide che non abbiamo mai affrontato nella storia dell'umanità. Cosa dobbiamo sviluppare di nuovo, quali esigenze esistono oggi rispetto a ieri. Osservare e condividere confrontare e riflettere è fondamentale per tutti noi, è parte della nostra responsabilità. E la domanda più importante è sulla sicurezza del cibo. Come noi tutti siamo consapevoli di questo è assicuriamo che tutta la filiera sia sicura».
italiaatavola
Quanto ai risparmi si è registrato un incremento di depositi bancari non vincolati per 133 miliardi di euro: il Pil dell'Ungheria. Oggi l'azienda più liquida d'Italia sono gli italiani. Una enorme liquidità. A dirlo è una ricerca condotta dal Censis dal titolo "Il futuro dell'alimentazione - stili di vita contemporanei e nuovi modelli".
Mentre la retorica pauperista disegnava gli italiani che non arrivano alla quarta settimana del mese, gli stessi accumulavano. «Venuto meno il patto implicito che sottostava alla crescita - ha spiegato il direttore del Censis Massimiliano Valerii - ovvero i figli più ricchi dei genitori, oggi non è così, i giovani hanno prospettive minori con un reddito del 26,5% inferiore ai giovani degli anni Novanta. Questo è il motivo della riduzione dei consumi. È entrata in gioco una nuova austerità».
Sono la trasparenza, la tutela della salute e la funzionalità i valori che sottostanno alle scelte dagli scaffali. Ingredienti espliciti e grande impatto positivo sulla salute per oltre il 94% dei consumatori. Importante anche la funzionalità dei cibi che devono essere pratici e funzionali per la scadenza (88% dei consumatori), un richiamo ai valori etici sociali e ambientali. Solo 1,3 italiani su cento si fanno guidare solo dal prezzo più conveniente. Un consumo più complesso e sofisticato. Una eccezione tutta italiana. Nel mondo il prezzo è la prima variabile per il 30% dei consumatori. Emerge dunque una forte soggettività che mette insieme gli aspetti elencati denotando un pragmatismo illuminato.
«Una buona dose di consumatori - ha spiegato il direttore - sono disposti a spendere un po' di più per i cibi che incorporano i valori dell'italianità. Prodotti in stabilimenti italiani, ingredienti prodotti da fornitori italiani. Seguiti da qualità e sicurezza. Ingredienti certificati e controllati rigorosamente. Da questi discorsi non sono esenti i cibi pronti o semipronti. Un politeismo alimentare che tiene insieme Dop e Igp con prodotti che incorporano. qualità italianità e sicurezza. Vediamo inoltre lo sviluppo di nuovi sistemi di acquisto, online e pronta consegna per quasi venti milioni di italiani. Nelle nuove tendenze ventisei milioni di italiani comprano cibi senza: senza glutine, senza zucchero lattosio o i cibi con vitamine o altri ingredienti come conrnflakes o yogurt con omega 3. Il cambio di paradigma forte premia la qualità e italianità nei prodotti industriali».
Il saluto di Leo Wenchel, capo mercato Gruppo Nestle Italia, ha aperto i lavori del convegno spiegando:. «Amo questa passione italiana per il cibo - ha esordito Wenchel - a pranzo si parla di cosa avremo a cena e viceversa. È in atto una trasformazione sia a livello sociale che politico. I millennials guidano trasformazioni che investono anche la sfera del cibo come sappiamo bene noi che come aziende lo produciamo. Nuovi cambiamenti nelle filiere produttive, negli acquisti, nei consumi».
«Nuove esigenze alimentari - ha aggiunto il capo di Nestle - problemi e sfide che non abbiamo mai affrontato nella storia dell'umanità. Cosa dobbiamo sviluppare di nuovo, quali esigenze esistono oggi rispetto a ieri. Osservare e condividere confrontare e riflettere è fondamentale per tutti noi, è parte della nostra responsabilità. E la domanda più importante è sulla sicurezza del cibo. Come noi tutti siamo consapevoli di questo è assicuriamo che tutta la filiera sia sicura».
italiaatavola
di Andrea Radic
vicedirettore
vicedirettore
Nessun commento:
Posta un commento