mercoledì 29 marzo 2017

Terrano, il vino che sfida la Bora

Terrano, il vino 

che sfida la Bora  

La manifestazione 

dedicata ritorna

Domani l'altro, venerdì 31 marzo, si svolge a Sistiana (Trieste) l’undicesima edizione di Teranum e i rossi del Carso, dedicata ai vini del Nord Est che si legano a doppio filo al territorio, alla sua cultura e alla sua storia


Iniziano le belle giornate e inizia il desiderio di uscire, di godere della luce del sole, di inebriarsi del verde, di assaporare il profumo della primavera e magari di fare un giretto al mare. Proprio al mare, in quel di Sistiana (Tr) e di Portopiccolo, si svolgerà venerdì 31 marzo l’undicesima edizione di Teranum e i vini rossi del Carso.

La manifestazione è il primo grande avvenimento dell’anno organizzato dall’associazione dei Viticoltori del Carso ed è dedicato al Terrano, vino rosso autoctono dell’estremo Nord Est, che sfidando la Bora cresce rigoglioso nelle alture sopra Trieste, un vino unico, originale, che identificata il territorio. Intenso di colore sfiorando il violetto, ricco di antiossidanti, decisamente acido, poco alcolico e poco tannico, nella versione fresca, riesce a ingentilirsi e a prendere corpo nelle versioni più mature. Terrano del Carso, ci raccontava lo storico Fulvio Colombo, che si differenzia in maniera sostanziale dai Terrani Sloveni e Croati essendo un vino prodotto da uve Refosco.

Terrano, il vino che sfida la Bora Torna la manifestazione dedicata

Ci racconta poi che il nome deriva dalla radice Terrarius cioè nostrano, vino del territorio. Nel Veneto, all’epoca delle Repubblica di Venezia, tutto il vino non navigato era Terrano in contrapposizione alla Malvasia, vino che proveniva dal mare lontano. Pertanto non il nome di un vitigno ma il nome di vari vini. Considerato, nel 1700, un vino di “nicchia” con costi decisamente alti. Stefano Cosma, storico ricercatore, ha scovato dei documenti del 1444 in cui si enunciava la compravendita di “orti di Terrano” in quel di Duino a questo punto patria di questo vino così singolare.

E quasi dopo 500 anni il Terrano ritorna nella signoria di Duino con questa manifestazione che avrà come prologo, solo su invito, una degustazione, guidata dal grande giornalista Sandro Sangiorgi, dedicata a vecchie annate. In Carso, nelle Osmize, si è sempre bevuto il Terrano giovane, di annata, anzi fino a primavera, prima dei primi caldi. Solamente da una ventina d’anni alcuni ispirati produttori hanno iniziato a produrre vini Terrano che avessero svolto la malolattica, facendoli maturare per anni in botti di legno.

Hanno iniziato a credere ad un vino rosso che può migliorare invecchiando. Uno di questi, Beniamino Zidarich, poco tempo fa ha presentato una verticale di ben 10 annate del suo Terrano e posso garantirvi che le emozioni che ci hanno regalato questi signori diversamente giovani sono state uniche. E allora dalle 17.30 alle 22.30 di venerdì 31 marzo ci sarà l’assaggio dei vini aperto al pubblico di oltre 25 produttori, sia italiani che sloveni, in abbinamento ai prodotti autoctoni del Carso. A rendere l’evento ancora più intrigante, gli chef dell’associazione Sapori del Carso prepareranno per tutti gli ospiti dei piatti sfiziosi.

Vignaioli presenti: Zidarich, Grgic, Kocjancic, Milic Zagrski, Zahar, Škerk, Škerlj, Merlak, Lenardon, Ostrouska, Bajta, Milic Stanko, Gabì, Kosuta, Bole, Ota, Kovac Orel Avber, Kmetija Pri Kamnarjivih, Rebula, Širca Kodric, Cotova klet, Vina Štoka, Štok David in Rajko, Štrekelj, Vina Pietra, Cotar, Tavcar Emil in Ken, Stemberger wines, Rencel, Callin vina, Švara Matej, Sanabor.

Ospiti 
Taverna Pane e Vino (Toscana), Carlo Tanganelli (Toscana), Uroš Klabjan - Osp (Slovenia)

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