PummaRè, buona pizza
e ricette di qualità
sul terrazzo
del Mercato Trionfale
Il ristorante PummaRè si trova proprio sulla terrazza del Mercato Trionfale di Roma. Una zona strategica perché consente ai cuochi di avere sempre a disposizione materie prime fresche e di qualità
Il pizzaiolo è napoletano verace, lo chef è di grande esperienza e la terrazza è quella giusta per godersi il ponentino romano. In più il mercato Trionfale, il più famoso di Roma per la varietà e la qualità delle materie prime, è solo una scalinata più sotto. PummaRè, in via Andrea Doria, non ha impiegato molto ad affermarsi tra le migliori realtà culinarie della città, in un panorama sempre più affollato di proposte, sensibile alle nuove tendenze all'evoluzione del gusto.
Qui non si vuole offrire tutto ma c'è la garanzia che ciò che si trova in un menu - non sterminato ma equilibrato - è in grado di soddisfare curiosità e gusto, senza sconfinare dalla qualità e dalla professionalità di chi trasforma la materia prima in un buon piatto. La regola vale sia per la pizza che per un elaborato Sartù di riso della tradizione vesuviana. La freschezza degli ingredienti è scontata, col mercato appena sotto.
Cominciando dalla pizza, il magico mix tra acqua farina e lievito di Giuseppe Lusinga offre un'interessante esperienza sensoriale. È soffice e asciutta e la sua superficie circondata dal cornicione partenopeo presenta accostamenti classici ma anche fantasiosi: c'è la Marinara semplice con origano e pomodoro non invasivo, la Speck con ricotta, zafferano e pistacchi di Bronte, c'è la Campagnola con provola affumicata di Agerola, patate al forno al rosmarino e pancetta arrotolata croccante, la Battipaglia con provola, datterini gialli, olive di Gaeta, Capperi di Salina e alici di Cetara.
Sono tutte cotte a legna, nel tradizionale forno a cupola. Ma questo, coloratissimo, è d'autore, firmato dall'artista Claudio Garruti. Impossibile non provare, inoltre, la pizza fritta ribattezzata musicalmente "A me piace o' blues" con salame casertano, ricotta di bufala, prosciutto cotto, provola e pepe. Le pizze vengono portate al tavolo già tagliate, in un allegro invito alla convivialità e alla condivisione. Il menu offre anche altre tentazioni. Dall'antipasto con chips di patate viole, taglieri misti o crostini di burrata e alici fino all'elenco dei piatti, la firma del resident chef Giampiero Pascucci è da sola una garanzia.
Sarebbero da gustare tutti i primi, ma consigliamo le Casarecce allo scammaro, gli Spaghettoni burro e alici, la Crema di patate allo zenzero con tonno scottato, lo Spaghetto Benedetto Cavalieri vongole e bottarga o la Zuppa di fagioli e cozze. Interessanti anche secondi: dal Baccalà con passatina di ceci e porri croccanti alle carni alla brace fino alla tartare di tonno con soia e sesamo. Degustazione finale di dolci, ma cominciando dalle zeppole alla crema di cioccolato, triangoli con crema chantilly e amarena. E, sorpresa, c'è anche la carta delle patate con un rosti normalmente difficile da trovare perfetto.
Tutto può essere abbinato a cocktail, a buone birre e ad una selezione di vini nazionali e bollicine. I coperti sono circa 200, tra interni ed esterni. Domina il volto di Anna Magnani in murale dello street artist David Vecchiato, più noto come Diavù.
Il pizzaiolo Giuseppe Lusinga, classe 1976, ha lasciato il Vesuvio per il Cupolone per amore di una bella romana (cherchez la femme...) mentre nel curriculum dell'irpino Giampiero Pascucci. anch'esso appassionato da sempre di cucina, ci sono esperienze a Londra, Capri, Milano, Rimini e Lucerna. Il concept del locale è stato espresso da Roberto Tomei della Ginevra consulting: la cucina di PummaRè punta sull'accurata selezione delle materie prime, a cominciare dalle farine fino ai vini. Non con l'ambizione di fare capolavori gourmet ma di garantire buoni piatti esaltati dalla qualità. italiaatavola
Per informazioni: www.pummare.com
Qui non si vuole offrire tutto ma c'è la garanzia che ciò che si trova in un menu - non sterminato ma equilibrato - è in grado di soddisfare curiosità e gusto, senza sconfinare dalla qualità e dalla professionalità di chi trasforma la materia prima in un buon piatto. La regola vale sia per la pizza che per un elaborato Sartù di riso della tradizione vesuviana. La freschezza degli ingredienti è scontata, col mercato appena sotto.
Cominciando dalla pizza, il magico mix tra acqua farina e lievito di Giuseppe Lusinga offre un'interessante esperienza sensoriale. È soffice e asciutta e la sua superficie circondata dal cornicione partenopeo presenta accostamenti classici ma anche fantasiosi: c'è la Marinara semplice con origano e pomodoro non invasivo, la Speck con ricotta, zafferano e pistacchi di Bronte, c'è la Campagnola con provola affumicata di Agerola, patate al forno al rosmarino e pancetta arrotolata croccante, la Battipaglia con provola, datterini gialli, olive di Gaeta, Capperi di Salina e alici di Cetara.
Sono tutte cotte a legna, nel tradizionale forno a cupola. Ma questo, coloratissimo, è d'autore, firmato dall'artista Claudio Garruti. Impossibile non provare, inoltre, la pizza fritta ribattezzata musicalmente "A me piace o' blues" con salame casertano, ricotta di bufala, prosciutto cotto, provola e pepe. Le pizze vengono portate al tavolo già tagliate, in un allegro invito alla convivialità e alla condivisione. Il menu offre anche altre tentazioni. Dall'antipasto con chips di patate viole, taglieri misti o crostini di burrata e alici fino all'elenco dei piatti, la firma del resident chef Giampiero Pascucci è da sola una garanzia.
Sarebbero da gustare tutti i primi, ma consigliamo le Casarecce allo scammaro, gli Spaghettoni burro e alici, la Crema di patate allo zenzero con tonno scottato, lo Spaghetto Benedetto Cavalieri vongole e bottarga o la Zuppa di fagioli e cozze. Interessanti anche secondi: dal Baccalà con passatina di ceci e porri croccanti alle carni alla brace fino alla tartare di tonno con soia e sesamo. Degustazione finale di dolci, ma cominciando dalle zeppole alla crema di cioccolato, triangoli con crema chantilly e amarena. E, sorpresa, c'è anche la carta delle patate con un rosti normalmente difficile da trovare perfetto.
Tutto può essere abbinato a cocktail, a buone birre e ad una selezione di vini nazionali e bollicine. I coperti sono circa 200, tra interni ed esterni. Domina il volto di Anna Magnani in murale dello street artist David Vecchiato, più noto come Diavù.
Il pizzaiolo Giuseppe Lusinga, classe 1976, ha lasciato il Vesuvio per il Cupolone per amore di una bella romana (cherchez la femme...) mentre nel curriculum dell'irpino Giampiero Pascucci. anch'esso appassionato da sempre di cucina, ci sono esperienze a Londra, Capri, Milano, Rimini e Lucerna. Il concept del locale è stato espresso da Roberto Tomei della Ginevra consulting: la cucina di PummaRè punta sull'accurata selezione delle materie prime, a cominciare dalle farine fino ai vini. Non con l'ambizione di fare capolavori gourmet ma di garantire buoni piatti esaltati dalla qualità. italiaatavola
di Mariella Morosi
Per informazioni: www.pummare.com
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