mercoledì 31 maggio 2017

Kellerei Kaltern, la Schiava di Caldaro

Kellerei Kaltern, 

la Schiava di Caldaro 
Al palato intensità 

e sapida eleganza

Il vitigno Schiava, orgoglio degli abitanti di Caldaro, sul lago altoatesino. Vigneti che guardano l'acqua e ricevono influenze particolari dal vento lacustre. Un tempo vino snobbato, oggi offre eleganti e pieni sapori

Il lago di Caldaro, nel cuore dell'Alto Adige è un territorio unico per morfologia e clima, dove i vigneti che ricevono venti e influenze lacustri, sono posti sulle terrazze prospicenti il lago. Qui il vitigno principale è la Schiava, un tempo sottovalutato, oggi invece, dopo un attento lavoro di selezione e cura, in grado di offrire una declinazione di alto livello per struttura, corpo, profumi e bevibilità.

Kellerei Kaltern, la Schiava di Caldaro Al palato intensità e sapida eleganza

Una degustazione molto interessante, per certi versi nuova, quella proposta a Milano da Kellerei Kaltner. Accompagnati dall'enologo Andrea Moser, da Patrizio Gorlini e dal direttore Tobias Zingerle, sono state proposte diverse annate di Schiava, con il Kalterersee Classico Superiore, il Leuchtenberg Kalterersee Classico Superiore e il Pfarrohof Kalterersee Classico Superiore Tutti 2016. Un bel viaggio in un vitigno che davvero nulla ha di meno di altri più conosciuti e considerati. Anzi è capace di conquistare il palato con intensità, pienezza ed eleganza. Davvero notevole il Pfarrhof del 1997 che ha splendidamente conservato le sue nobili caratteristiche.

«Cantina Kaltern è la cantina sociale di Caldaro - spiega Tobias Zingerle - la storia delle cantine sociali inizia nel 1900, quando si chiamavano proprio Kaltern, poi nel tempo il nome cambia più volte. Fino al 1986 c'erano quattro cooperative, ci vogliono oltre 25 anni per arrivare a dove siamo ora. A dicembre 2016 le cantine si fondono e diventano una sola cooperativa. Una della più importanti realtà dell'alto Adige.  Per noi - aggiunge Zingerle - non è importante la dimensione dei produttori associati ma la valorizzazione e con 680 soci, che possiedono quasi 500 ettari degli 800 totali possiamo dire che rappresentiamo pienamente il territorio».

Kellerei Kaltern, la Schiava di Caldaro Al palato intensità e sapida eleganza

«Il focus di oggi - spiega Andrea Moser dando inizio alla degustazione - è la Schiava, la varietà per cui il nostro cuore batte di più. Una storia di traversie quella di questo vino, se pensiamo che nel 1982 c'erano 3200 ettari di Schiava, ovvero il 65% della superficie vitata totale, oggi tale percentuale è scesa al 13 e passeremo al 10. Da una parte è negativo perderemo vigneti storici, dall'altra è positivo perché stiamo togliendo i vigneti in zone non votate ovvero sopra i 450 metri dove la Schiava non ha i "piedi caldi" e soffre nella maturazione».

«Investiamo invece - prosegue Moser - sui vigneti intorno al lago e contiamo di giungere alla delimitazione e di una zona di protezione di questo vitigno. Vogliamo riprendere il valore della Schiava per moltiplicarlo. Si perse molto della qualità negli anni '70 e '80 quando si faceva un "vinello". anni in cui gli Istituti di Ricerca si sono concentrati sulla quantità e non sulla qualità. Stiamo riprendendo quei vigneti per produrre uva con acini più piccoli ma struttura più importanti. Vini capaci di freschezza e bevibilità accanto a buon corpo». 

Kellerei Kaltern, la Schiava di Caldaro Al palato intensità e sapida eleganza

Oggi il Kalterersee, 100% Schiava, si può bere meno giovane grazie ai residui morenici molto drenanti e alla buona acidità. Anche le tecniche si sono evolute per rendere questo vino capace di sopportare gli anni e dare il meglio di sè. italiaatavola
di Andrea Radic
vicedirettore

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