Bio per amore
al Terroir Marche Festival
Tra vini d'Oltralpe
e tipicità a tavola
La passione per la terra, la lotta a favore della sostenibilità: ecco cosa guida le 16 cantine del Consorzio Terroir Marche, che anche quest'anno hanno portato in degustazione i loro vini a Macerata
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Degustazioni agli Antichi Forni
Due parole, prima di passare ai vini, sullo scenario. E lo chiamo scenario, senza farmi problemi, perché, davvero, già soltanto uscendo dall'autostrada e guidando per le stradicciole di Recanati, si comprendono quelle scritte sui cartelli ad ogni Autogrill: "Sei in un Paese meraviglioso". Ecco, Macerata, parere mio, è emblema di questo messaggio. Su di un'altura, ricorda in grande quei borghetti toscani illuminati dal sole. Le strade sono strette, ciottolose, fatte di anfratti e col profumo di casa. I ristoranti non mancano, e sono tutti quelli tipici, lì da oltre una cinquantina d'anni.
L'Hotel Claudiani, quattro stelle che ci ha dato ospitalità, è il classico albergo che pur tenendosi al passo con i tempi, non perderà mai quell'italianità che, noi la conosciamo fin da piccoli, durante le vacanze al mare con i genitori - parlo per me, lombardo: il mare d'estate era d'obbligo, così come i lunghi viaggi per raggiungerlo.
I vini in degustazione dell'Azienda Moroder
La sera arrivo tardi, e mi fiondo in una delle poche osterie-trattorie rimaste aperte: mi capita Da Silvano. Ospitalità, quella vera, che anche se è tardi la porta è sempre aperta. E via con un Tagliere misto di salumi e formaggi con una confettura per gustar meglio questi ultimi; poi una Grigliata mista di carne e dei Fegatini di maiale. Amaro? Chiaramente un Sibilla Varnelli. Salutiamo e ci corichiamo, e la mattina dopo, tra una stradicciola e l'altra, eccoci agli Antichi Forni, un labirinto di cunicoli con tutti i banchetti ben disposti.
Cominciamo dall'Azienda Moroder, all'interno del Parco naturale del Conero, a soli 1.200 metri dal mare. Qui proviamo un Rosso Conero Doc, un Conero Riserva Docg, ma dulcis in fundo, il Dorico: rosso profondo da uve selezionate Montepulciano, il punto di forza dell'azienda. Nemmeno i vini dell'Azienda agricola Failoni Antonio deludono, anzi: da provare il Rosso Piceno, affinato per 12 mesi lasciando riposare il vino sulle proprie fecce (uve: Montepulciano 45%; Sangiovese 45%, Merlot 10%).
Meticcio e Le Derive 2013, Cantina La Distesa
Un plauso, da parte nostra, alla cantina La Distesa. Assaggiamo un po' tutto, dal Verdicchio al Meticcio (rosato dotato di un notevole equilibrio nei sentori, capace di sprigionare un gusto marcatemente dolce ma non stucchevole a contatto con il palato) fino a Le Derive vendemmia 2013: un vino rosso marchigiano Montepulciano, Sangiovese e Vernaccia Nera. A raccontarci della compattezza e dell'equilibrio che percepiamo in bocca, a spiegarci le note di rosmarino e timo che percepiamo al naso, è una giovane ragazza appena trasferitasi qui nel Marchigiano direttamente da New York. A detta sua, l'Italia, i suoi vigneti, i suoi prodotti sono qualcosa di unico... insomma, anche lei ora è in un Paese meraviglioso.
Assaggiamo i Verdicchi Cantina Cavalieri, le etichette dell'Azienda agricola Aurora, in tutta la loro semplicità, capaci comunque di regalare un'emozione ad ogni sorso. Degustiamo fino a che l'appetito non si fa sentire. Ma prima dopo i Rossi Conero, dopo i Pecorini, dopo i Verdicchi di Jesi e di Matelica, ci si rinfresca il palato con dell'acqua, pronti a degustare i vini della Borgogna del sud con l'associazione degli Artisans-Vignerons.
Maialino in crosta aromatica con parmigiana di zucchine e purè
A loro dedicato un laboratorio, sold-out fin da subito, domenica 21 maggio, ma altrettanto frequentati sono stati quelli dedicati alle altre etichette, nonché alla relazione tra vino ed arte. Insomma, una due giorni ricca, davvero ricca, che però, dopo queste prime degustazioni, aveva da lasciar spazio anche ad un boccone o due.
Ed ecco allora un piccolo assaggio dai simpatici Cuochi di campagna, lì affiliati e pronti a servire polpette, parmigiana di zucchine e panino alle erbe spontanee. E poi un salto all'Osteria dei Fiori, dove peraltro, colpiti, abbiamo deciso di tornare anche la sera.
Una Crema di patate con crostini, a seguire dei Medaglioni di ricotta gratinati con spinaci e mandorle, portata principale un Maialino in crosta aromatica con parmigiana di zucchine e purè e per finire un Dolcetto allo zabaione di vino cotto, il tutto accompagnato - a scelta! - dai vini serviti la giornata durante la degustazione.
L'ingresso dell'Hotel Claudiani
Terroir Marche, una vera scoperta, la scoperta del bio, la scoperta della semplicità di quei vignaioli che non chiedono altro se non raccontare la loro storia, i loro vini, la loro tradizione... un po' la loro vita, oserei. E tutta la loro passione la si può sentire nelle etichette, nei vini nati da uve decennali e lavorate in cantine moderne e attrezzate.
Chiunque faccia un salto a Macerata, non si scordi del vino, come non si scordi dei localini sparsi per la città, dell'arte dei musei vicini, aperti per l'occasione durante la notte, delle band dal vivo che, con canzoni anni '60-'70 intrattengono un pubblico che oggi le canta ancora, come fossero nostre contemporanee, immortali. Terroir Marche, nella sua semplice onestà, ha fatto centro, ecco perché, risalendo in macchina la domenica, mi sono concesso un «Arrivederci e a presto»: le Marche sono uno di quei luoghi, con le sue tradizioni, i suoi prodotti, ma soprattutto i suoi vini, i vini di Terroir Marche, capaci di ricordarci che... Siamo in Paese meraviglioso!
Per informazioni: www.terroirmarche.com
di Marco Di Giovanni
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