Sulla salute alimentare
l’alt dei cuochi italiani
al semaforo europeo
I cuochi italiani sono d'accordo con il Ministro Martina: le etichette a semaforo, se entrassero in vigore, farebbero più danno che altro, penalizzando prodotti come l'olio extravergine, pilastro della Dieta mediterranea
Che l’Unione europea si muova a volte in ritardo, e con comportamenti magari contradittori, è noto. Ma resta pur sempre una realtà che ha cambiato in meglio il nostro modo di vivere. In tema di agricoltura e di alimentazione la Commissione ha in particolare fatto molte cose buone, ma passando spesso attraverso autentiche stupidaggini: dal demenziale tentativo di voler codificare le misure della verdura o delle vongole (quasi che da Copenaghen a Cipro non ci siano differenze geo-climatiche che ne influenzano lo sviluppo…) alle norme sull’igiene che rischiavano di mettere in crisi i caseifici degli alpeggi.
Ora c’è però un rischio ancora più grande e che riguarda una battaglia di retroguardia scientifica sul preteso contenuto calorico dei cibi, che sarebbe da demonizzare. Ci riferiamo al sistema a semaforo che col colore rosso dovrebbe identificare un pericolo per la salute ed il verde un ok. Un sistema che la Commissione europea vorrebbe adottare in tutta l’Unione sull’esempio - e qui sta davvero la contraddizione - di quanto fatto dalla Gran Bretagna.
Contro il progetto si è subito schierato il nostro ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che ha ricordato come molti Dop e Igp italiani finirebbero con l’essere marchiati di rosso, mentre il verde andrebbe a bibite gassate solo perché prive di zucchero, ma addolcite con additivi chimici.
Così come a suo tempo dopo l’adozione del semaforo a Londra, Italia a Tavola è stata in prima linea nel contestare duramente un’iniziativa insensata e capace di fare più danni alla salute di quanto ci si potrebbe aspettare, anche in questo caso abbiamo subito preso posizione, incontrando in questo il pieno consenso di molti cuochi. Ricordiamo un nostro editoriale di aprile a firma di Rocco Pozzulo, presidente della Federazione italiana cuochi(“Nella guerra del cibo un “semaforo rosso” mette a rischio il nostro Made in Italy”).
Ora, al di là che sembri folle pensare che il semaforo rosso debba scattare per il prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e persino l’olio extravergine di oliva, pilastro della Dieta mediterranea, è tutto il sistema agroalimentare italiano che rischierebbe di essere stravolto da questo provvedimento. Purtroppo molta parte dell’industria alimentare sembra essere a favore, mentre sembra esserci il disinteresse del mondo del commercio.
Eppure si tratta di una preoccupazione talmente forte e seria che tutte le principali associazioni di cuochi italiani si sono decise a scendere ufficialmente in campo con un documento di sostegno al Ministro Martina che dovrebbe essere diffuso nelle prossime ore. E del resto non potrebbe che essere così, visto che proprio i nostri cuochi sono oggi i veri garanti della qualità di molti prodotti e i loro testimonial veri.
Ora c’è però un rischio ancora più grande e che riguarda una battaglia di retroguardia scientifica sul preteso contenuto calorico dei cibi, che sarebbe da demonizzare. Ci riferiamo al sistema a semaforo che col colore rosso dovrebbe identificare un pericolo per la salute ed il verde un ok. Un sistema che la Commissione europea vorrebbe adottare in tutta l’Unione sull’esempio - e qui sta davvero la contraddizione - di quanto fatto dalla Gran Bretagna.
Contro il progetto si è subito schierato il nostro ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che ha ricordato come molti Dop e Igp italiani finirebbero con l’essere marchiati di rosso, mentre il verde andrebbe a bibite gassate solo perché prive di zucchero, ma addolcite con additivi chimici.
Così come a suo tempo dopo l’adozione del semaforo a Londra, Italia a Tavola è stata in prima linea nel contestare duramente un’iniziativa insensata e capace di fare più danni alla salute di quanto ci si potrebbe aspettare, anche in questo caso abbiamo subito preso posizione, incontrando in questo il pieno consenso di molti cuochi. Ricordiamo un nostro editoriale di aprile a firma di Rocco Pozzulo, presidente della Federazione italiana cuochi(“Nella guerra del cibo un “semaforo rosso” mette a rischio il nostro Made in Italy”).
Ora, al di là che sembri folle pensare che il semaforo rosso debba scattare per il prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e persino l’olio extravergine di oliva, pilastro della Dieta mediterranea, è tutto il sistema agroalimentare italiano che rischierebbe di essere stravolto da questo provvedimento. Purtroppo molta parte dell’industria alimentare sembra essere a favore, mentre sembra esserci il disinteresse del mondo del commercio.
Eppure si tratta di una preoccupazione talmente forte e seria che tutte le principali associazioni di cuochi italiani si sono decise a scendere ufficialmente in campo con un documento di sostegno al Ministro Martina che dovrebbe essere diffuso nelle prossime ore. E del resto non potrebbe che essere così, visto che proprio i nostri cuochi sono oggi i veri garanti della qualità di molti prodotti e i loro testimonial veri.
di Alberto Lupini
direttore
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