Il cacao
per migliorare
la memoria?
Sì, ma...
nelle giuste
quantità
Il cioccolato negli ultimi anni si è meritato l’attenzione della ricerca scientifica come cibo funzionale, vero carburante per il cervello. Lo ha confermato uno studio dell’Università dell’Aquila.
Pubblicato su Frontiers in Nutrition, lo studio ha indicato il cacao come un potenziale supplemento alimentare con cui proteggere le capacità cognitive anche in presenza di lievi forme di declino.Sono stati analizzati i lavori di ricerca che avevano esplorato l’effetto dell’assunzione di cacao nel breve e nel lungo termine guardando in particolare all’introito di flavonoli, una classe di flavonoidi di cui il cacao è naturalmente ricco. Si tratta di polifenoli che svolgerebbero un’azione benefica a livello cardiovascolare e neurologico.
«I presunti benefici del cioccolato - ha spiegato Raffaella Morini, ricercatrice di Humanitas Neuro Center, in un articolo ripreso qui da Humanitasalute - sono oggetto di studio da molto tempo. In questo articolo si raccolgono i dati emersi nei maggiori studi a tal proposito degli ultimi venti anni e il quadro che ne emerge è senz’altro a favore dei golosi di cioccolato. Nella realtà dei fatti più che di cacao dovremmo parlare di alimenti che contengono flavonoli, un sottogruppo di flavonoidi, potentissimi antiossidanti naturali. Il cioccolato è sicuramente uno di questi».
Ma perché il cacao avrebbe questi effetti?
Come già dimostrato da molti studi l’effetto prevalente dei flavonoli è sull’endotelio vascolare, ovvero la membrana che riveste l’interno dei vasi sanguigni. Tale struttura, tra le tante attività, ha un’importante funzione di filtro regolando il passaggio di molte importanti molecole. Una migliore funzionalità dell’endotelio si traduce in un maggior afflusso di sangue e nutrienti a livello cerebrale. Il risultato finale potrebbe dunque essere un miglioramento dell’attività cerebrale. È inoltre emerso negli ultimi anni un effetto anche diretto dei flavonoli sulle capacità cognitive e sulle cellule nervose. I flavonoli sono in grado di passare la barriera emato-encefalico e sono stati localizzati in grande quantità in aree cerebrali cruciali per funzioni come la memoria e l’apprendimento.
Lo studio ha analizzato gli effetti dell’assunzione cronica o acuta di cioccolato su soggetti giovani, vecchi e su pazienti con deficit di memoria o cognitivi più o meno avanzati. L’assunzione regolare di flavonoli risulta, particolarmente in pazienti a rischio, in un’azione protettiva e migliorativa delle funzioni cognitive. Come anche risulta evidente un incremento immediato delle performance in situazioni di fatica, di stress o in situazioni di mancanza di sonno.
Il cacao potrebbe dunque costituire un supplemento per migliorare le funzioni cognitive ma bisogna prestare attenzione ai possibili effetti indesiderati associati alla sua assunzione. «Attenzione alle conclusioni affrettate. Il cioccolato - ha ammonito Raffaella Morini - essendo spesso associato a zuccheri, non può essere consumato in grandi quantità. Più o meno i nutrizionisti sono concordi nell’indicare nei venti grammi al giorno - un paio di quadretti - la quantità corretta da assumere».
italiaatavola
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