sabato 12 luglio 2025

Dal made in Italy al «Sense of Italy»

 

Dal made in Italy 

al «Sense of Italy» 

per raccontare al meglio 

la nostra cultura

Il mondo ha fame d'Italia. Non solo della musicalità della nostra lingua o della nostra millenaria cultura, ma anche della nostra storia enogastronomica e del mondo che sta alle sue spalle

di Aldo Mario Cursano
Vice Presidente Vicario Fipe
    

Il concetto di made in Italy va superato con quello che sta prendendo sempre più piede: il “Sense of Italy”. Questo perché, dentro a questo concetto, si incorporano meglio la storia, le emozioni e le intelligenze che hanno alimentato la nostra cultura, anche d’impresa, portando e creando benessere, bellezza, qualità diffusa e una chiara e marcata identità.

Dal made in Italy al «Sense of Italy» per raccontare al meglio la nostra cultura

Il Mondo ha fame d'Italia

Non c’è nulla da fare: il mondo ha fame d’Italia. Non solo della musicalità della nostra lingua o della nostra millenaria cultura, ma anche della nostra storia enogastronomica, che si riflette in una straordinaria rete che arriva anche all’estero, attraverso la ristorazione e non solo, e che ha un ruolo commerciale determinante, ma anche una precisa funzione nel rafforzare la narrativa e l’immaginario del nostro Paese.

E non c’è dubbio che la cucina italiana, con le sue straordinarie ricchezza, popolarità, varietà e storicità, sia uno dei più grandi patrimoni del nostro Paese. Allo stesso tempo, occorre riconoscere sempre che, quando si parla o si scrive di cucina italiana, lo si fa comprendendo una filiera economica molto più complessa, che va dall’agricoltura all’industria alimentare, passando per la logistica e la distribuzione. Dobbiamo recuperare e continuare ad alimentare questa visione, per potenziare ulteriormente il contributo che la cucina italiana può dare in termini di crescita economica e sociale. Dall’attrattività turistica alla crescita imprenditoriale, dal product placement attraverso la ristorazione alla valorizzazione delle identità più profonde del nostro Paese.

Credo che la ristorazione sia e possa essere uno strumento perfetto per comprendere le dinamiche economiche e commerciali, ma anche le trasformazioni sociali che hanno attraversato l’Italia nel tempo. Dalla cucina povera delle tradizioni contadine ci si è evoluti, adattati, modernizzati, portandola anche nei piatti ricchi e complessi della grande ristorazione, passando attraverso difficoltà e opportunità, e ora preparandosi ad affrontare nuove sfide: l’internazionalizzazione, la globalizzazione, la contaminazione dei gusti. Il nostro mondo, quello dell’alimentazione e della ristorazione, ha un ruolo sempre più importante per trasferire sensibilità e responsabilità sociali, che senza ombra di tutto la tavola sa trasmettere meglio di altri.

Nessun commento:

Posta un commento