giovedì 10 luglio 2025

No show, il danno è servito: come difendersi

 

No show, il danno 

è servito: 

come difendersi 

(anche senza una legge)

Il no show, ovvero la mancata presentazione dopo una prenotazione, rappresenta un problema crescente per la ristorazione, con ripercussioni economiche e organizzative. In assenza di norme specifiche, è possibile tutelarsi tramite accordi con caparra o carta di credito, digitalizzazione dei processi e maggiore responsabilizzazione del cliente

No show: prenotazioni fantasma danni reali. Ecco come tutelarsi anche legalmente

Il termine no show, nell’ambito della ristorazione, viene utilizzato per definire la sempre più frequente condotta di coloro che, non mantenendo fede alla prenotazione provocano danni al ristoratore non presentandosi al locale. Non è difficile, infatti, immaginare le conseguenze di un tavolo che rimane vuoto, sotto molteplici profili come mancati incassi e aumento dei costi, con personale inutilizzato, spreco di alimenti e materie prime, potenziale rifiuto di altre prenotazioni. Chiarite le conseguenze quali soluzioni si possono adottare per mitigare il fenomeno?

No show, il danno è servito: come difendersi (anche senza una legge)

Il no show crea un danno economico importante al ristoratore

No show, quali soluzioni adottare

In generale occorre partire da un presupposto: in mancanza di una specifica disciplina e di interventi normativi ad hoc, si può affermare che il ristoratore, per effetto della sola richiesta di prenotazione del cliente, si obbliga unilateralmente a garantirgli la disponibilità di un tavolo, subendo il rischio del suo mancato arrivo o disdetta, anche tardiva.

Pertanto, per effetto della prenotazione in sé considerata, ossia non assistita dal versamento di una somma - sia essa acconto, caparra, penale, o dalla prestazione di una garanzia, ad esempio tramite carta di credito, con pre-autorizzazione all’addebito -, il ristoratore è l’unica parte a carico della quale sorgono obbligazioni.

No show, prenotazioni con caparra o garanzia: vincoli e tutele

Al contrario quando, per effetto di uno specifico accordo concluso tra le parti al momento della prenotazione, la richiesta di disponibilità di un tavolo da parte del cliente è accompagnata dal pagamento, in favore del ristoratore, di detta somma o dall’offerta di tale garanzia, sorge tra le parti un vincolo giuridico di carattere bilaterale che legittima, nel caso di inadempimento del cliente, una richiesta risarcitoria del ristoratore sul quale, risolto il contratto, grava l’onere di fornire prova rigorosa del danno conseguente alla mancata ricollocazione del tavolo.

No show, il danno è servito: come difendersi (anche senza una legge)

Richiedere una carta di credito al momento della prenotazione è un buon modo per tutelarsi

Funzionale al perseguimento della prenotazione rafforzata appare il ricorso ad una sua gestione e monitoraggio sempre più digitalizzati, attraverso piattaforme online e software dedicati che, rispetto, ad esempio, a quella telefonica, costituiscono una modalità più certa e immediata per la definizione di un contratto, in cui le parti si accordano e regolano, dal momento in cui avviene il primo contatto, le condizioni di cancellazione, incluso l’ammontare di un’eventuale penale in favore del ristoratore nel caso in cui venga ghostato dal cliente.


No show, un fenomeno sempre più diffuso

In conclusione, il no show è un problema sempre più diffuso che può avere conseguenze economiche e organizzative significative per chi opera nella ristorazione. Adottare misure preventive, come l’invio di promemoria, e gestire il fenomeno con strategie efficaci e legislativamente sostenibili può aiutare a ridurre l'impatto negativo. Rimane comunque il fatto che, al di là di ogni rimedio di carattere giuridico,  rispetto, buon senso e reale consapevolezza delle conseguenze della propria condotta, possono indurre effettivamente il cliente ad avvertire il ristoratore circa l’impossibilità di tener fede all’impegno preso.

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