venerdì 4 luglio 2025

Nei rifugi di montagna si mangia bene?

 

Nei rifugi di montagna 

si mangia bene? A Brescia 

la sfida è aperta

Quindici rifugi alpini bresciani si preparano a mettere in tavola i sapori autentici della montagna con “A tavola in rifugio”. Una sfida che parla di piatti, storie e identità

    

Si può mangiare bene nei rifugi di montagna? A questo interrogativo cercheranno di rispondere nei prossimi tre mesi15 rifugi alpini bresciani che si preparano a partecipare all'ottava edizione di ''A tavola in rifugio", il concorso gastronomico che celebra l'enogastronomia di montagna come espressione viva del territorio. La montagna non è più solo una meta per escursionisti esperti: è un luogo di esperienza, cultura e gusto. È qui che la cucina diventa racconto, e ogni piatto un messaggio di autenticità. A raccontarlo, appunto, anche quest'anno è "A tavola in rifugio 2025 - Valle dei Segni", organizzato dalla rivista Vini & Cucina Bresciana, in collaborazione con AssorifugiRifugi di Lombardia, con il sostegno della Comunità Montana di Valle Camonica e del Parco dell'Adamello.

Nei rifugi di montagna si mangia bene? A Brescia la sfida è aperta

Si mangia bene nei rifugi di montagna? La sfida inizia tra le vette bresciane

''A tavola in rifugio" promuove un turismo 

sostenibile e consapevole

«Questo concorso - ha detto Priscilla Ziliani, assessore Cultura e Turismo della Valcamonica - è un'occasione per raccontare i nostri territori attraverso ciò che di più autentico possiede: i suoi sapori, i suoi paesaggi e la sua gente. Nei rifugi, luoghi dove il tempo sembra rallentare, i prodotti delle nostre aziende agricole e vitivinicole diventano protagonisti di piatti che parlano di tradizione e territorio. L'iniziativa ha una doppia valenzada un lato promuove un turismo sostenibile e consapevoledall'altro rafforza il legame tra territoriocomunità e visitatori, grazie a una rete virtuosa di collaborazioni e a una sana competizione tra rifugisti che, valorizzando la filiera locale, fanno gustare la nostra montagna a 360 gradi».

Dal canto suo, Gian Battista Bernardi, delegato al Parco dell'Adamello, ha aggiunto: «Un concorso che aiuta a valorizzare i rifugi di montagna e la visione che essi sono molto più di un punto d'appoggioè luogo di accoglienzadi raccontidi sapori che parlano del territorio. Un merito agli ideatori ed organizzatori perché possiamo valorizzare l'identità culinaria delle nostre montagne. Una buona cucina è anche strumento di sviluppo locale e di turismo consapevole». Ogni rifugio è una porta aperta sulla montagna, un presidio di accoglienza, cultura e sapori. Il concorso vuole far conoscere non solo i piatti, ma anche il lavoro, la passione e l'identità di chi vive e custodisce questi luoghi tutto l'anno.

La figura del rifugio alpino si è profondamente 

evoluta negli anni

Negli ultimi decennila figura del rifugio alpino si è profondamente evoluta: da semplice punto di sosta per alpinisti esperti a luogo di esperienza, capace di attrarre un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo. Negli anni '80la domanda era semplice: "C'è posto?". Negli anni '90 si aggiungeva la richiesta: "C'è da mangiare?". Con l'arrivo degli anni 2000 cresceva la curiosità: "Che cosa c'è da mangiare?". Nel 2010 arrivava il bisogno di conforto: "C'è la doccia?". Nel 2020il livello si alzava: "C'è la doccia calda?". E oggi? La domanda è diventata "...e poi?", seguita spesso da: "C'è il Wi-Fi?", "Avete il Pos?", "Avete la carta dei vini?".

Questa progressione, che può far sorridere, racconta però un profondo cambiamento dove si nasconde anche una grande opportunitàoggil'enogastronomia di montagna è uno dei principali motivi per salire in quota. Una cucina che ha saputo reagire con intelligenza e sensibilità: i menu si sono arricchiti, senza perdere coerenza con il territorio. Vengono valorizzati prodotti localitecniche tradizionalierbe spontaneefarine anticheformaggi d'alpeggio e carni tipiche. Piatti semplici ma identitari, raccontati con passione dai rifugisti, che ogni giorno mediano tra richieste di comfort e la necessità di custodire uno stile di ospitalità essenziale, sostenibile e legato alla "montagna vera".

"A tavola in rifugio" si può ormai considerare una vera e propria tradizione delle nostre montagne. È molto più di una competizione gastronomica: è un progetto culturale e territoriale al quale possono partecipare tutti gli appassionati nei prossimi mesi. Segnalazioni alla mano, un'apposita giuria di esperti decreterà a ottobre il miglior piatto della cucina valligiana.

Nessun commento:

Posta un commento