giovedì 3 luglio 2025

Le guerre rallentano le partenze, ma...

 

Le guerre rallentano 

le partenze, ma non spengono la voglia 

di viaggiare

Dall'Egitto agli Stati Uniti, passando per Emirati e Giordania, le mete che fanno paura spostano gli equilibri delle agenzie italiane, tra chi cancella e chi aspetta. La Turchia rallenta, Israele resta vuota, mentre cresce l'attenzione su scali e rotte alternative. Un'estate che costringe il turismo organizzato a navigare con cautela, ma senza fermarsi


Le guerre rallentano le partenze, ma non spengono la voglia di viaggiare

Le guerre e le tensioni geopolitiche frenano le prenotazionima le vacanze degli italiani non si fermano del tutto. È l'immagine che arriva dal sondaggio Fiavet Confcommercio, che ha interpellato le agenzie di viaggio associate in tutta Italia per capire come i conflitti e le crisi stiano cambiando l'estate del turismo organizzato. Il risultato è un clima di incertezza che si respira tra i clientipronto a rallentare le sceltema che non travolge del tutto il settore.

Un'estate che si muove a velocità diverse nelle agenzie

Entrando nel dettaglio, il 32,6% delle agenzie, riferisce Fiavet, ha registrato solo una moderata diminuzione delle prenotazioniil 19,2% non ha visto impatti significativiil 17,3% ha notato un lieve calo. Eppure, sommando chi segnala anche una forte diminuzione (30,7%), emerge che circa l'80% delle agenzie si trova a fare i conti con una flessione, piccola o grande che sia, figlia, come detto, delle guerre e delle tensioni internazionali che preoccupano chi entra in agenzia.

Paure e scelte: dagli Stati Uniti all'Egitto, 

le mete che rallentano

Le paure dei clienti sono spesso scollegate dalle reali indicazioni della Farnesinama bastano per cambiare le rotteIl Medio Oriente genera il 22,09% dei timoriseguito dall'Egitto con il 16,8% e dal Mar Rosso con il 3,4%Spaventa anche la prospettiva di un viaggio negli Stati Uniti, che raccoglie un inaspettato 12% di ansie, più di Emirati Arabi (10,47%) e Giordania (6,98%).

Le guerre rallentano le partenze, ma non spengono la voglia di viaggiare

Le paure dei clienti sono spesso scollegate dalle reali indicazioni della Farnesina

Perfino la Turchia viene vista con cautela, seppur con percentuali più basse (5,8%), mentre per Israele e Ucraina le flessioni sono basse semplicemente perché, già prima, non erano mete di richiamo per l'estate (anche prima delle guerre, rispettivamente con Iran e Russia).

Un clima di attesa che non blocca del tutto le partenze

Il dato che colpisce è che il 70% delle agenzie raccoglie dai clienti segnali di paura e incertezza legati all'escalation dei conflitti, trasformando la paura in scelte più prudenti. Il 55% dei clienti ha già modificato o vuole modificare il viaggioanche pagando penalimentre il 40% rimanda le prenotazioni in attesa di vedere come evolveranno le guerre. Nonostante questo clima, in realtà meno del 5% dei viaggi è stato effettivamente cancellato per via dei conflitti, secondo quanto riporta il 54,7% delle agenzie. Solo l'11,3% lamenta cancellazioni superiori al 30%.

Le agenzie cercano soluzioni 

tra nuove mete e informazioni certe

Le tensioni internazionali influenzano poi anche le ricerche degli italiani, che iniziano a informarsi con più attenzione sulle rotte e sugli scali da evitare: un'attenzione che riguarda circa il 30% dei turistiIl problema, però, è che quasi la metà degli agenti Fiavet Confcommercio (47,7%) non ha ancora trovato contromisure concrete per gestire un fenomeno che da temporaneo si sta trasformando in strutturale. Solo il 16,9% ha risposto con un'informazione costante sui social, facendo riferimento alle indicazioni della Farnesina e del portale Viaggiare Sicuri, mentre il 26,2% cerca di rilanciare con nuove mete e, soprattutto, ascolta il cliente per trovare insieme la soluzione più adatta.


La fotografia che esce da questo sondaggio dice che per circa il 60% degli addetti ai lavori l'impatto della guerra sul turismo resta devastanteGli agenti di viaggio Fiavet Confcommercio si dichiarano cautamente pessimisti per il futuro del turismo in questo contesto (37%), ma tra chi ritiene devastanti gli effetti della guerra non manca chi rimane ottimista (23,19%), mentre una quota del 27,4% osserva gli eventi in corso con neutralità, in attesa di capire da che parte si sposterà l'ago della bilancia.

Le guerre rallentano le partenze, ma non spengono la voglia di viaggiare

Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet

«Fiavet-Confcommercio si sta dedicando con sempre maggiore attenzione a studi di settore con una grande partecipazione da parte di tutti gli associati - ha commentato Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet. Questo ci consente anche di fronte a imprevisti scellerati come può esserlo una nuova guerra, quanto l'economia, anche della più piccola agenzia di viaggi, sia toccata da ogni singolo cambiamento che avviene nello scenario internazionale, e bisogna partire dai numeri per capire che non si è soli, e che assieme si possono affrontare problemi e scelte per arginare e rilanciare di fronte ai cambiamenti». IAT

Nessun commento:

Posta un commento