Ristorante Essenza, vino e alta cucina
a Terracina: l’eredità della sommelier
Mara Severin
Era lei a custodire “La Cave”, era lei a raccontare il vino. Con Simone Nardoni ha costruito un progetto coraggioso e radicale, dove il gusto è esperienza e il vino, voce.
Il crollo che l’ha portata via spezza oggi una storia di bellezza e lavoro che aveva trovato nella ristorazione la sua forma più pura
Nessuno entra da Essenza per caso. Non solo per la Stella Michelin che illumina il ristorante di Simone Nardoni a Terracina (Lt), né per la sua posizione a pochi metri dal mare. Ma per quella sensazione precisa che avvolge chi varca la soglia: la percezione di un luogo pensato, voluto, curato in ogni dettaglio. Un luogo dove ogni piatto racconta qualcosa e ogni calice completa la frase. Dove la cucina è libertà, materia, emozione. E il vino, presenza viva, scelta mai casuale. A costruire tutto questo, accanto allo chef, c’era lei: Mara Severin, 31 anni, sommelier, responsabile della cantina, anima discreta e profonda di un ristorante che oggi è orfano di una voce fondamentale.
Il crollo improvviso del tetto, lunedì sera, ha interrotto tutto questo. Il suo lavoro, la sua passione, il suo percorso. Mara è morta poche ore dopo il cedimento, nonostante i tentativi disperati dei soccorritori. Ma chi ha conosciuto Essenza, sa che quel progetto non si capisce davvero senza il suo nome. I vigili del fuoco, nel frattempo, stanno conducendo accertamenti per comprendere le cause del crollo, e una prima relazione tecnica sarà trasmessa nelle prossime ore alla procura di Latina.
La cantina come narrazione. “La Cave” come teatro silenzioso
Nel ristorante che Nardoni ha voluto “senza vincoli in nome del gusto”, Mara Severin aveva costruito una carta dei vini di oltre 850 etichette, di cui un centinaio di Champagne, spesso introvabili perfino in Francia. Ma la selezione non era una prova di forza. Era un gesto di racconto. Perché nel pensiero condiviso con lo chef, il vino non era contorno, ma linguaggio parallelo. E proprio da questo nasceva “La Cave”, uno spazio dedicato a degustazioni private, dove Mara accoglieva gli ospiti guidandoli in esperienze su misura, immaginate e costruite insieme a Nardoni.
Era lei, con voce calma e sguardo curioso, a proporre un abbinamento spiazzante, a raccontare un terroir, a suggerire un vino fuori carta. Lo faceva con rigore, con competenza, ma soprattutto con passione. Quella stessa passione che traspare oggi dalle sue pagine social, dove ogni bottiglia è una storia, ogni etichetta una scoperta.
Un progetto che parlava in due lingue: quella della cucina e quella del vino
Essenza nasce da lontano, nel 2011 a Pontinia, e poi trova una nuova casa a Terracina otto anni dopo. La Stella Michelin arriva nel 2020, in piena pandemia. Ma chi lo conosce, lo sa: non è mai stato un locale di facili conquiste. È un ristorante radicale, che rifiuta la rigidità delle portate, che mescola dolce e salato, che accoglie e provoca.
Nardoni, formatosi tra l’alberghiero e cucine d’Italia e Spagna, porta in tavola la tecnica e la memoria, l’audacia e l’ascolto. Ma non è mai stato un cuoco da solista. A Essenza, ogni dettaglio nasce da un confronto. E il dialogo più continuo, più quotidiano, era con Mara. Insieme hanno costruito una visione completa dell’ospitalità, dove il vino è un’estensione della cucina.
Una perdita che lascia vuoto non solo un ruolo, ma un’idea di ristorazione
Chi pensa che oggi sia morta solo una sommelier, non ha capito Essenza. Perché Mara Severin non era una figura in organico, ma parte stessa dell’identità del ristorante. Non c’era solo il gesto tecnico, ma un pensiero profondo sull’abbinamento, sull’accoglienza, sulla relazione con l’ospite. E chi ha assaggiato una delle sue proposte nella piccola sala de La Cave, chi ha alzato un calice dopo un “benvenuto” della cucina, sa bene che ogni esperienza lì dentro aveva il suo tocco.
Oggi la comunità di Terracina è sgomenta. La cronaca racconta numeri: il crollo, i feriti, i sopralluoghi, le indagini. Ma chi conosce davvero questo mestiere, sa che in quel crollo è andata persa anche una visione, una sinergia, una passione viva. Essenza ha sempre rifiutato le luci della ribalta facile. E Mara Severin ne era l’incarnazione. Discreta, precisa, appassionata. Il vino era il suo strumento, la sala il suo palcoscenico. Oggi che non c’è più, resta la memoria di un lavoro fatto con verità. E un ristorante che dovrà trovare il modo di continuare a parlare anche con la sua voce.
Indagini in corso per chiarire le cause del cedimento
Oltre alla sommelier deceduta, altre cinque persone sono rimaste ferite in seguito al crollo del solaio del locale. Tre di queste sono attualmente ricoverate in prognosi riservata, ma - secondo fonti ospedaliere - nessuna sarebbe in pericolo di vita. I Vigili del Fuoco stanno proseguendo gli accertamenti per ricostruire con precisione le cause dell'incidente. Una prima relazione tecnica è attesa nelle prossime ore e sarà trasmessa alla Procura di Latina, che ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sull'accaduto.
Il ristorante, al momento dell’incidente, era frequentato anche da clienti stranieri, molti dei quali sono riusciti ad allontanarsi prima che la situazione peggiorasse. L’episodio ha profondamente colpito la comunità locale: numerosi residenti, allarmati dal boato, sono accorsi in strada per prestare aiuto. In attesa dell’arrivo dei soccorsi, alcuni medici presenti nei dintorni - anche fuori servizio - si sono attivati spontaneamente per fornire un primo supporto sanitario ai feriti.
Nessun commento:
Posta un commento