Passeggiata in Salento
con i vini di Conti Zecca
Alla Fondazione Italiana Sommelier, Hotel Rome Cavalieri, si è compiuto un vero e proprio viaggio degustativo dei prodotti della storica azienda pugliese.
La famiglia Zecca, nel lontano 1580, si trasferisce da Napoli a Leverano (Le), dove affonda le proprie radici ed in quel fertile lembo di terra si distingue subito per lavoro e forza propulsiva; e proprio grazie all’abnegazione di questa famiglia, nel 1884 Papa Leone XIII decide di proclamare Giuseppe Zecca, Conte.
L’azienda vinicola nasce tra la prima e la seconda Guerra mondiale ed esattamente nel 1935 sorge la Cantina, che da allora non ha mai smesso di puntare in alto, passando da una produzione inizialmente rivolta alla quantità all’orientamento produttivo attuale, caratterizzato da un importante lavoro di zonazione dei 320 ettari di proprietà, che individua ben tre Cru, come spiega Clemente Zecca, figlio di Mario, il più piccolo dei quattro fratelli alla guida dell’azienda. Da circa cinque anni si è passati alla conversione dei vigneti all’agricoltura biologica, per rispetto di terreno e territori, ma anche per donare dei vini sempre più territoriali al pubblico; infatti, la degustazione vede quattro etichette protagoniste con quattro mini verticali.
Si comincia con Luna IGP Salento Bianco, un bland di Malvasia Bianca e Chardonnay, la cui annata 2018 si presenta vestita di giallo dorato, al naso sprigiona profumi tostati di vaniglia, pesca gialla e agrumi, dolcemente condito da ritorni floreali, il sorso è caldo, di medio corpo, la buona freschezza ne lascia intravedere un discreto potenziale evolutivo; l’annata 2017 è di colore giallo dorato, in bella mostra sentori agrumati e speziati, accompagnati da frutta matura, vaniglia e macchia mediterranea, all’assaggio è caldo e corrispondente, chiude su toni ammandorlati; l’annata 2016 è senza dubbio la migliore delle tre proposte e si presenta come un mix esatto delle due precedenti, dove iniziano a sprigionarsi anche ritorni dolci di burro e piccola pasticceria.
La seconda etichetta in degustazione è Rifugio IGP Salento Primitivo, che si presenta nell’annata 2017 di colore rosso rubino, i sentori tostati e fruttati la fanno da padrona in un quadro olfattivo condita da humus, spezie e macchia mediterranea, al sorso è morbido e di buona freschezza, dal tannino evidente ma setoso; nell’annata 2016 iniziano a manifestarsi i primi segni del tempo, il colore è sempre rubino ma dai riflessi granato, i toni agrumati sono seguiti da sentori tostati e fruttati di ribes nero e ciliegia, poi humus e sottobosco conducono ad un sorso pieno e tannico, buona spalla acida.
Il terzo vino degustato è Liranu DOP Leverano Negroamaro Rosso Riserva, l’annata 2016 è di colore rubino con riflessi granato, l’olfatto è dolcemente fruttato, speziato e tostato, poi macchia mediterranea e fiori appassiti portano a ricordi di terra bagnata e china, il sorso è fresco e corrispondente; l’annata 2015 è dello stesso colore della precedente, ma stavolta a prevalere sono i sentori tostati, seguiti da spezie e humus, poi ancora piccoli frutti rossi e macchia mediterranea portano ad un sorso pieno, morbido ed equilibrato.
L’ultimo vino proposto è il Nero IGP Salento Rosso, un bland di Negroamaro e Cabernet Sauvignon, che nell’annata 2016 si presenta di colore rosso rubino, il naso è un esplosione di frutti rossi croccanti, sentori speziati, tostati ma anche vegetali, terra bagnata e macchia mediterranea portano ad un sorso fresco dal tannino setoso; l’annata 2007 è di colore rubino con riflessi granato, al naso i sentori di frutta matura, liquirizia, arancia sanguinella, carruba, mirtillo e ribes nero, sono accompagnati da toni di cacao e macchia mediterranea, al sorso è ancora fresco, pieno e sapido dal tannino vellutato; l’ultima annata proposta è la 2003, di colore granato, l’evoluzione si fa sentire anche al naso dove la parte del leone la fanno i sentori terziari, note di catrame, liquirizia e china sono accompagnati da frutti rossi in confettura, concentrato di pomodoro e resina, il sorso è di grande equilibrio, dai tannini nobili ma ancora presenti.
L’azienda vinicola nasce tra la prima e la seconda Guerra mondiale ed esattamente nel 1935 sorge la Cantina, che da allora non ha mai smesso di puntare in alto, passando da una produzione inizialmente rivolta alla quantità all’orientamento produttivo attuale, caratterizzato da un importante lavoro di zonazione dei 320 ettari di proprietà, che individua ben tre Cru, come spiega Clemente Zecca, figlio di Mario, il più piccolo dei quattro fratelli alla guida dell’azienda. Da circa cinque anni si è passati alla conversione dei vigneti all’agricoltura biologica, per rispetto di terreno e territori, ma anche per donare dei vini sempre più territoriali al pubblico; infatti, la degustazione vede quattro etichette protagoniste con quattro mini verticali.
Si comincia con Luna IGP Salento Bianco, un bland di Malvasia Bianca e Chardonnay, la cui annata 2018 si presenta vestita di giallo dorato, al naso sprigiona profumi tostati di vaniglia, pesca gialla e agrumi, dolcemente condito da ritorni floreali, il sorso è caldo, di medio corpo, la buona freschezza ne lascia intravedere un discreto potenziale evolutivo; l’annata 2017 è di colore giallo dorato, in bella mostra sentori agrumati e speziati, accompagnati da frutta matura, vaniglia e macchia mediterranea, all’assaggio è caldo e corrispondente, chiude su toni ammandorlati; l’annata 2016 è senza dubbio la migliore delle tre proposte e si presenta come un mix esatto delle due precedenti, dove iniziano a sprigionarsi anche ritorni dolci di burro e piccola pasticceria.
La seconda etichetta in degustazione è Rifugio IGP Salento Primitivo, che si presenta nell’annata 2017 di colore rosso rubino, i sentori tostati e fruttati la fanno da padrona in un quadro olfattivo condita da humus, spezie e macchia mediterranea, al sorso è morbido e di buona freschezza, dal tannino evidente ma setoso; nell’annata 2016 iniziano a manifestarsi i primi segni del tempo, il colore è sempre rubino ma dai riflessi granato, i toni agrumati sono seguiti da sentori tostati e fruttati di ribes nero e ciliegia, poi humus e sottobosco conducono ad un sorso pieno e tannico, buona spalla acida.
Uno dei vini in degustazione
Il terzo vino degustato è Liranu DOP Leverano Negroamaro Rosso Riserva, l’annata 2016 è di colore rubino con riflessi granato, l’olfatto è dolcemente fruttato, speziato e tostato, poi macchia mediterranea e fiori appassiti portano a ricordi di terra bagnata e china, il sorso è fresco e corrispondente; l’annata 2015 è dello stesso colore della precedente, ma stavolta a prevalere sono i sentori tostati, seguiti da spezie e humus, poi ancora piccoli frutti rossi e macchia mediterranea portano ad un sorso pieno, morbido ed equilibrato.
L’ultimo vino proposto è il Nero IGP Salento Rosso, un bland di Negroamaro e Cabernet Sauvignon, che nell’annata 2016 si presenta di colore rosso rubino, il naso è un esplosione di frutti rossi croccanti, sentori speziati, tostati ma anche vegetali, terra bagnata e macchia mediterranea portano ad un sorso fresco dal tannino setoso; l’annata 2007 è di colore rubino con riflessi granato, al naso i sentori di frutta matura, liquirizia, arancia sanguinella, carruba, mirtillo e ribes nero, sono accompagnati da toni di cacao e macchia mediterranea, al sorso è ancora fresco, pieno e sapido dal tannino vellutato; l’ultima annata proposta è la 2003, di colore granato, l’evoluzione si fa sentire anche al naso dove la parte del leone la fanno i sentori terziari, note di catrame, liquirizia e china sono accompagnati da frutti rossi in confettura, concentrato di pomodoro e resina, il sorso è di grande equilibrio, dai tannini nobili ma ancora presenti.
di Antonio Stanzione
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