Fipe fotografa
il bar italiano
Sono 149.154 i bar aperti in Italia, per un volume di affari pari a 18 miliardi di Euro all’anno. A dirlo è uno studio di Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi. Sono cinque le regioni in cui si concentrano maggiormente: Lombardia (16,9%), Lazio (10,4%), Campania (9,6%), Veneto (8,4%) e Piemonte (7,2%). Prendendo in considerazione il saldo tra attività avviate e cessate, nel 2017 si registravano 6.335 imprese iscritte e 11.979 chiuse, con un saldo negativo di 5.644 imprese. Per quanto riguarda la tipologia di esercizio, prevalgono i breakfast e morning bar (30%), seguiti dai format generalisti (24%), dai lunch bar (17%), dai bar serali (16%) e da quelli multifunzione (14%). A livello di forza lavoro, il segmento mostra importanti segni di vitalità: secondo l’Ufficio Studi Fipe nel 2017 lungo lo Stivale c’erano 9.900 baristi, tra cui a dominare è l’altra metà del cielo: le donne infatti rappresentavano il 58% delle dipendenti contro il 42% di lavoratori dipendenti di sesso maschile. Il 79% degli occupati nei bar lungo lo Stivale hanno passaporto tricolore, contro il 21% con nazionalità straniera. Quando si va al bar? Secondo la ricerca soprattutto a colazione, quando 5,4 milioni di italiani consumano il primo pasto della giornata, con una spesa media di 2,40 euro. Sono invece 1,3 milioni le persone che mangiano a pranzo al bar, spendendo in media 7,50 euro. Per quanto attiene poi ai prodotti più richiesti, al primo posto troviamo bevande calde (36,6%), alcolici e aperitivi (13,3%), brioches (12,6%), referenze “d’impulso” come snack e gelati (10,8%), bibite analcoliche (10,4%), acqua minerale (8,8%) e panini o piatti (7,5%). Infine, sul fronte prezzi, un caffè al bar costa in media 1,00 euro, un cappuccino 1,30 e un panino 3,10.
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