Il Food delivery
vale mezzo miliardo
Altroconsumo:
Sempre più di moda
La pizza resta regina delle ordinazioni |
Il settore del cibo a domicilio piace agli italiani e si sta affermando sempre più in questi mesi. Nel mondo il compato vale addirittura 35 miliardi di dollari, con le proiezioni che parlano di un ulteriore aumentoSecondo un'indagine dell'associazione, il 35% ha dichiarato di aver ordinato cibo a domicilio negli ultimi tre mesi.
Altroconsumo ha fotografato il settore del food delivery attraverso un’indagine che ha coinvolto 2.500 italiani. Non che ci fosse bisogno di ulteriori conferme, ma ciò che è emerso è che in Italia ordinare cibo a domicilio è una tendenza sempre più in voga. Tra le 2.500 persone che hanno risposto (di età compresa tra 18 e 69 anni) il 35% ha ordinato negli ultimi 3 mesi cibo a domicilio. Di questi la metà l’ha fatto dalle tre alle dieci volte mentre il 13% più di 10 volte.
Il mondo del food delivery ha conquistato fette sempre più ampie di consumatori negli ultimi anni e oggi ha un’offerta amplissima fatta non solo di pizza (la più scelta su Just Eat) e hamburger - i “classici” della cena a domicilio - ma anche vere e proprie pietanze gourmet, salutiste o etniche. Oggi farsi consegnare i pasti a casa rappresenta infatti non sono solo una soluzione da utilizzare in emergenza quando il frigo è vuoto ma anche un’occasione per assaporare una cena diversa dal solito. I giovani per altro hanno riscoperto la cucina grazie a web e food delivery.
Un servizio che va per la maggiore quando si è a casa (86%) rispetto a quando si è al lavoro (10%). Nel 39% dei casi a ordinare è una coppia, nel 38% una famiglia con uno o due bambini, solo il 14% è single mentre raramente (9%) si ordina per cinque o più persone. Contrariamente a quanto ci si possa aspettare l’età non conta quando si parla di cibo a domicilio: nelle varie fasce d’età intervistate infatti non ci sono differenze rilevanti nella frequenza di utilizzo del servizio. Si ordina principalmente tramite app (40%) e al telefono (35%), meno utilizzato invece il sito web (23%).
Per quanto riguarda le tempistiche di consegna il 67% è arrivato in orario; la spesa media invece ammonta a 48 euro al mese mentre 9,50 euro a persona è il costo medio totale speso per un servizio. Al primo posto della classifica di gradimento si classifica “Just Eat” seguito da “Uber Eats” mentre all’ultimo posto figura “Cosaporto”.
Attualmente i servizi di consegna di cibo a domicilio muovono un giro di affari di 35 miliardi di dollari a livello globale e nel 2030 arriveranno a fruttare 365 miliardi di dollari (fonte: Ubs research) con una crescita anno su anno del 20%. Nel nostro Paese si stima che siano in ballo 566 milioni di euro, un business fiorente con dei lati oscuri: il fenomeno dei “rider” - i fattorini che si occupano della consegna del cibo - al centro di alcune inchieste, che hanno evidenziato violazioni delle norme antinfortunistiche e di sicurezza stradale fino allo sfruttamento dei lavoratori.
È in discussione, proprio in questi giorni, l’emendamento - proposto dalla neo ministra del Lavoro Nunzia Catalfo - che sarà votato in Parlamento insieme al Decreto “salva impresa”. L’obiettivo è estendere anche ai riders le stesse garanzie del lavoro subordinato della categoria dei ciclofattorini impiegati in maniera continuativa, e garantire loro una serie di tutele, tra cui il divieto di cottimo, paga minima oraria legata al contratto nazionale, sicurezza e tutele previdenziali.
Un servizio che va per la maggiore quando si è a casa (86%) rispetto a quando si è al lavoro (10%). Nel 39% dei casi a ordinare è una coppia, nel 38% una famiglia con uno o due bambini, solo il 14% è single mentre raramente (9%) si ordina per cinque o più persone. Contrariamente a quanto ci si possa aspettare l’età non conta quando si parla di cibo a domicilio: nelle varie fasce d’età intervistate infatti non ci sono differenze rilevanti nella frequenza di utilizzo del servizio. Si ordina principalmente tramite app (40%) e al telefono (35%), meno utilizzato invece il sito web (23%).
Per quanto riguarda le tempistiche di consegna il 67% è arrivato in orario; la spesa media invece ammonta a 48 euro al mese mentre 9,50 euro a persona è il costo medio totale speso per un servizio. Al primo posto della classifica di gradimento si classifica “Just Eat” seguito da “Uber Eats” mentre all’ultimo posto figura “Cosaporto”.
Attualmente i servizi di consegna di cibo a domicilio muovono un giro di affari di 35 miliardi di dollari a livello globale e nel 2030 arriveranno a fruttare 365 miliardi di dollari (fonte: Ubs research) con una crescita anno su anno del 20%. Nel nostro Paese si stima che siano in ballo 566 milioni di euro, un business fiorente con dei lati oscuri: il fenomeno dei “rider” - i fattorini che si occupano della consegna del cibo - al centro di alcune inchieste, che hanno evidenziato violazioni delle norme antinfortunistiche e di sicurezza stradale fino allo sfruttamento dei lavoratori.
È in discussione, proprio in questi giorni, l’emendamento - proposto dalla neo ministra del Lavoro Nunzia Catalfo - che sarà votato in Parlamento insieme al Decreto “salva impresa”. L’obiettivo è estendere anche ai riders le stesse garanzie del lavoro subordinato della categoria dei ciclofattorini impiegati in maniera continuativa, e garantire loro una serie di tutele, tra cui il divieto di cottimo, paga minima oraria legata al contratto nazionale, sicurezza e tutele previdenziali.
Italiaatavola
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