Al torrone
non si resiste
Protagonista
a Natale
Uno dei tanti dolci che non manca in tavola durante il periodo natalizio è il torrone. Una ricetta semplice con ingredienti naturali. La sua produzione è rimasta inalterata nel tempo.
Nell’antica Grecia pare che venisse preparato un dolce a base di noci e miele da dare agli atleti che si allenavano per le Olimpiadi. A partire dal X secolo saranno gli Arabi, con una ricetta molto simile a quella degli antichi romani, a diffondere il torrone in Andalusia, poi in Catalogna e infine nel sud d’Italia. La storia cremonese vuole che il primo torrone tradizionale sia nato il 25 ottobre del 1441, giorno delle nozze tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, quando i pasticceri di corte realizzarono un dolce speciale a forma di torre per rappresentare la torre campanaria del Duomo della città.
Il consumo a Natale sembra dovuto alla raccolta delle mandorle alla fine dell’estate. In Italia alcune tradizioni meridionali prevedono l’utilizzo in altri periodi dell’anno. La “copeta” in Campania si regala durante le festività dei morti; in Sicilia, a Troina in provincia di Enna, il torrone si mangia a giugno, in occasione della Kubbaita, festa in onore di San Silvestro nella quale si rievoca la cacciata dei Saraceni da parte dei Normanni.
Le principali varietà sono a pasta morbida e a pasta dura. Il diverso grado di morbidezza della pasta è dato dal tempo di cottura: breve per i torroni morbidi e più prolungato per quelli duri. Esistono poi due tipologie: i mandorlati e i nocciolati. I torroni italiani più diffusi sono: il torrone classico di Cremona, bianco a pasta dura, a base di mandorle; quello di Benevento a pasta dura o morbida; quello sardo caratteristico per il colore avorio e l’aroma intenso dovuto all’utilizzo del solo miele di macchia mediterranea; quello siciliano che vede varianti al pistacchio e aromatizzate con scorze e frutta candita; il torrone tenero al cioccolato abruzzese, tipico dell’Aquila.
Il Torrone di Bagnara Igp in provincia di Reggio Calabria, a pochi chilometri dallo stretto di Messina, è un dolce tipico della tradizione calabrese legato alla sapiente lavorazione artigianale, le tipiche fasi della produzione, che solo mani esperte possono eseguire, sono state introdotte nel disciplinare. L’influenza araba si fa sentire nel Turron de Jijona nella provincia di Alicante, dove troviamo anche il Turròn de Alicante e il Turrón de Agramunt tradizionale della Comunità autonoma di Catalogna. Il nougat è la versione francese del torrone, il più famoso è il Nougat de Montélimar di Provenza.
Il torrone è fatto con ingredienti semplici e naturali e la sua produzione è rimasta inalterata nel tempo. Purtroppo non esiste una legge che fissi il termine massimo di scadenza. La vita dipende dalla frutta secca in esso contenuta, ad esempio per quello alle noci entro un anno, mentre quello alle mandorle, essendo più resistenti, può arrivare fino a 24 mesi. È un dolce... dolcissimo proprio per l’alta concentrazione di sostanze zuccherine e non si può dire che sia amico della linea. Ma uno strappo alla regola ogni tanto è consentito, soprattutto se scegliamo un torrone artigianale.
Torrone morbido alle mandorle
Il consumo a Natale sembra dovuto alla raccolta delle mandorle alla fine dell’estate. In Italia alcune tradizioni meridionali prevedono l’utilizzo in altri periodi dell’anno. La “copeta” in Campania si regala durante le festività dei morti; in Sicilia, a Troina in provincia di Enna, il torrone si mangia a giugno, in occasione della Kubbaita, festa in onore di San Silvestro nella quale si rievoca la cacciata dei Saraceni da parte dei Normanni.
Le principali varietà sono a pasta morbida e a pasta dura. Il diverso grado di morbidezza della pasta è dato dal tempo di cottura: breve per i torroni morbidi e più prolungato per quelli duri. Esistono poi due tipologie: i mandorlati e i nocciolati. I torroni italiani più diffusi sono: il torrone classico di Cremona, bianco a pasta dura, a base di mandorle; quello di Benevento a pasta dura o morbida; quello sardo caratteristico per il colore avorio e l’aroma intenso dovuto all’utilizzo del solo miele di macchia mediterranea; quello siciliano che vede varianti al pistacchio e aromatizzate con scorze e frutta candita; il torrone tenero al cioccolato abruzzese, tipico dell’Aquila.
Il Torrone di Bagnara Igp in provincia di Reggio Calabria, a pochi chilometri dallo stretto di Messina, è un dolce tipico della tradizione calabrese legato alla sapiente lavorazione artigianale, le tipiche fasi della produzione, che solo mani esperte possono eseguire, sono state introdotte nel disciplinare. L’influenza araba si fa sentire nel Turron de Jijona nella provincia di Alicante, dove troviamo anche il Turròn de Alicante e il Turrón de Agramunt tradizionale della Comunità autonoma di Catalogna. Il nougat è la versione francese del torrone, il più famoso è il Nougat de Montélimar di Provenza.
Il torrone è fatto con ingredienti semplici e naturali e la sua produzione è rimasta inalterata nel tempo. Purtroppo non esiste una legge che fissi il termine massimo di scadenza. La vita dipende dalla frutta secca in esso contenuta, ad esempio per quello alle noci entro un anno, mentre quello alle mandorle, essendo più resistenti, può arrivare fino a 24 mesi. È un dolce... dolcissimo proprio per l’alta concentrazione di sostanze zuccherine e non si può dire che sia amico della linea. Ma uno strappo alla regola ogni tanto è consentito, soprattutto se scegliamo un torrone artigianale.
di Piera Genta
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