La bottiglia
del turismo
è pronta
per essere
IL TRIS DI DOGAJOLO CARPINETO |
stappata
L'enogastronomia è sempre di più uno dei principali motivi che portano i turisti a visitare una meta piuttosto che un'altra. I sommelier in questo senso hanno un ruolo fondamentale
Tanti gli spunti di riflessione offerti dal 53° congresso dell’Associazione italiana sommelier, svoltosi a Verona dal 22 al 24 novembre. Il più stimolante ha avuto la dinamica di una risorgiva. Da un quadro ormai ben delineato, quello che lega a doppio filo turismo ed enogastronomia, lo spunto ironico del presidente Ais Antonello Maietta è emerso in modo distinto, uno squillo dal sapore di un’adunata. «Sommelier, un nome da cambiare? Ci porta fuori strada». Una provocazione dialettica che ha voluto mettere in luce ancor di più l’importanza e il valore di questa professione.
Una strada da percorrere nuova e stimolante, tenuto conto che al momento di scegliere la destinazione di un viaggio il 63% degli italiani considera molto importante la presenza di un’offerta enogastronomica o di esperienze legate all’enogastronomia. Così come il 49% dei turisti provenienti da mezzo mondo richiede un’emozione agroalimentare.
Più nel dettaglio, il 25% degli italiani che fa una vacanza opta per un territorio del vino. Sotto questo profilo vantiamo un panorama nazionale ricco, variegato, unico, complementare a quello artistico, culturale, paesaggistico. Profilo che ci rende il Paese più cliccato e desiderato.
Segnali ben recepiti dalle case vinicole, sempre più organizzate per mettere a disposizione servizi di accoglienza turistica. I sommelier sono in grado di strutturare una doppia anima, che alterna sala e territorio. Hanno le capacità per divulgare la cultura dei vini e dei loro luoghi. Il mercato è pronto e non aspetta altro. La bottiglia del turismo è pronta per essere stappata.
Il mercato richiede sempre di più sommelier capaci di raccontare il vino
Maietta ha messo a fuoco un’opportunità, un nuovo corso che si apre soprattutto per i sommelier più giovani e per quelli “in nuce”. «Siamo sempre stati innovativi», ha rimarcato. Un’esortazione a essere consapevoli che questa figura evolve e acquisisce ulteriori competenze. Il vino non va più solo spiegato, ma raccontato. Al sommelier oggi si chiede di comunicare, narrare, sedurre.Una strada da percorrere nuova e stimolante, tenuto conto che al momento di scegliere la destinazione di un viaggio il 63% degli italiani considera molto importante la presenza di un’offerta enogastronomica o di esperienze legate all’enogastronomia. Così come il 49% dei turisti provenienti da mezzo mondo richiede un’emozione agroalimentare.
Più nel dettaglio, il 25% degli italiani che fa una vacanza opta per un territorio del vino. Sotto questo profilo vantiamo un panorama nazionale ricco, variegato, unico, complementare a quello artistico, culturale, paesaggistico. Profilo che ci rende il Paese più cliccato e desiderato.
Segnali ben recepiti dalle case vinicole, sempre più organizzate per mettere a disposizione servizi di accoglienza turistica. I sommelier sono in grado di strutturare una doppia anima, che alterna sala e territorio. Hanno le capacità per divulgare la cultura dei vini e dei loro luoghi. Il mercato è pronto e non aspetta altro. La bottiglia del turismo è pronta per essere stappata.
di Gabriele Ancona
vicedirettore
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