I politici
affondano
Venezia
Altro che
solo maltempo
Come spesso accade in Italia, a margine di un evento disastroso come l'acqua alta in Laguna sorgono questioni imbarazzanti tutte politiche. E ieri ci sono messi anche gli idioti della rete a deridere gli hotel di lusso
Di certo una delle cause sta nel clima impazzito che rende imprevedibile quasi ogni previsione atmosferica. E nel caso di ambienti così delicati e fragili si può capire perché Venezia affondi in quella laguna che per secoli è stata la sua forza. Ma se ad una natura violentata a livello planetario aggiungiamo i guasti della politica italiana (nessuno escluso), c’è davvero da incazzarsi... e i veneziani, quelli autentici, sono stati finora fin troppo signori.
Ma tutto ciò non basta. Mentre di fronte al mondo non siamo stati capaci di concludere un’opera che avrebbe dovuto metterci al primo posto per tecnologia e innovazione (40 anni fa), nel frattempo abbiamo anche abbandonato le opere di salvaguardia integrata della laguna che pure la Repubblica di Venezia faceva già 1000 anni fa. E questo mentre in altri Paesi come l’Olanda la salvaguardia delle terre dal mare è un dato di fatto da sempre. In compenso abbiamo allargato solo i canali per le petroliere e continuiamo a fare passare le “supernavi” da crociera davanti a piazza San Marco. E se oggi la natura si ribella e rivendica il rispetto di regole minime non possiamo certo stupirci.
Del resto se Venezia affonda è perché c’è da tempo un degrado del territorio che è sotto gli occhi di chiunque la visiti. Bivacchi in ogni angolo, immondizia, trasformazione selvaggia della ristorazione (salvo poche lodevoli eccezioni) in locali in cui depredare i turisti con pessimi kebab, panini o pizzette che non rappresentano nulla per la cultura della città. Questi sono i segni più vistosi di un imbarbarimento che fa il paio con le oscenità vomitate sulla rete in commenti che ricordano gli scontrini folli o i posti letto affittati in locali umidi al piano terra a prezzi da 4 stelle... Davvero tanti, troppi, i commenti carichi di livore. Anche di chi gioisce per i danni agli hotel 5 stelle lusso, dimenticando che se non ci fossero quelle strutture alberghiere non ci sarebbe un turismo ad alta capacità di spesa, che è poi quello che tiene in piedi l’economia reale della città. Almeno di fronte alle catastrofi, certe schifezze o luoghi comuni da bar si sarebbero potuti evitare.
Il premier Giuseppe Conte in visita a Venezia
Di fronte al balletto di tutte le pretese verginelle che scaricano sugli avversari la colpa di questo disastro annunciato dovrebbe montare un’alta marea di indignazione che non parte solo dalle calli, ma da tutte le vie e le piazze d’Italia. Venezia è un simbolo dell’Italia, di quella più originale, creativa e culturale. E se oggi è sommersa è anche colpa dell’indifferenza di troppi. A partire da quelle istituzioni che in 40 anni non sono riuscite a dare un senso al Mose, il monumentale sistema di chiusura degli imbocchi della laguna per evitare l’acqua alta. Eppure quest’opera ad oggi è costata il triplo dell’autostrada del Sole e, come se non bastassero gli scandali a ripetizione che ne hanno anche condizionato in negativo i tempi, oggi è in un limbo per cui nessuno decide e non si fanno nemmeno i collaudi che dovrebbero attestare che i lavori sono finiti.Ma tutto ciò non basta. Mentre di fronte al mondo non siamo stati capaci di concludere un’opera che avrebbe dovuto metterci al primo posto per tecnologia e innovazione (40 anni fa), nel frattempo abbiamo anche abbandonato le opere di salvaguardia integrata della laguna che pure la Repubblica di Venezia faceva già 1000 anni fa. E questo mentre in altri Paesi come l’Olanda la salvaguardia delle terre dal mare è un dato di fatto da sempre. In compenso abbiamo allargato solo i canali per le petroliere e continuiamo a fare passare le “supernavi” da crociera davanti a piazza San Marco. E se oggi la natura si ribella e rivendica il rispetto di regole minime non possiamo certo stupirci.
Del resto se Venezia affonda è perché c’è da tempo un degrado del territorio che è sotto gli occhi di chiunque la visiti. Bivacchi in ogni angolo, immondizia, trasformazione selvaggia della ristorazione (salvo poche lodevoli eccezioni) in locali in cui depredare i turisti con pessimi kebab, panini o pizzette che non rappresentano nulla per la cultura della città. Questi sono i segni più vistosi di un imbarbarimento che fa il paio con le oscenità vomitate sulla rete in commenti che ricordano gli scontrini folli o i posti letto affittati in locali umidi al piano terra a prezzi da 4 stelle... Davvero tanti, troppi, i commenti carichi di livore. Anche di chi gioisce per i danni agli hotel 5 stelle lusso, dimenticando che se non ci fossero quelle strutture alberghiere non ci sarebbe un turismo ad alta capacità di spesa, che è poi quello che tiene in piedi l’economia reale della città. Almeno di fronte alle catastrofi, certe schifezze o luoghi comuni da bar si sarebbero potuti evitare.
di Alberto Lupini
direttore
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