New York, cuochi
e cibo italiani
aiutano
gli americani
in crisi
I cuochi italiani che lavorano nella Grande Mela si stanno attivando per unirsi e preparare pacchi alimentari made in Italy da fornire soprattutto ai cittadini più bisognosi. Iniziative anche in altre città americane.
C’è un’altra Italia che lavora sodo e con una qualità tutta tricolore oltre a quella che stiamo conoscendo in questi giorni di coronavirus. Stiamo parlando dell’Italia della ristorazione che è emigrata negli Stati Uniti, specialmente a New York, e che negli ultimi giorni si sta unendo e compattando per portare nelle case dei newyorkesi cibo italiano a domicilio.
Tutto è iniziato grazie a “ItaliansFeedAmerica”, no-profit nata meno di una settimana dall’idea di Fabrizio Facchini, chef e ristoratore del ristorante Cotto a New York, belga di nascita ma di origine umbro-calabrese. Da lui è partito l’appello ai colleghi e connazionali a sostegno di una missione che si fonda sullo spirito comunitario del Belpaese. Di risposte gliene sono arrivate tante e tante continuano ad arrivare. Tra i nomi più in vista la celebrity chef Rocco Di Spirito, l’attivista, artista e autrice Elizabeth Falkner, oltre ai numerosi chef della Grande Mela e alle aziende produttrici dell’eccellenza gastronomica Made in Italy.
L’iniziativa guarda soprattutto ai più bisognosi. Dall’Italia sono arrivati i primi cinquanta bancali dal valore di 25mila dollari; pasta, pomodoro, riso e altri beni di prima necessità. Ci saranno anche iniziative di beneficenza, una sezione e-commerce a sostegno del progetto e una serie di accordi con le piccole associazioni locali, la Food Bank di New York e Order of Sons. «In una situazione come questa - commenta Fabrizio Facchini - ho sentito forte lo spirito di solidarietà tipico dell’Italia e il dovere di aiutare un paese, gli Stati Uniti, che ha accolto milioni di italiani, compresa la mia famiglia, e li ha aiutati a realizzare i loro sogni».
«“ItaliansFeed America” che in italiano si traduce con “gli Italiani che sfamano, nutrono l’America” - continua Fabrizio - richiama un’immagine materna e svela tutto il sentimento di gratitudine verso quella che per 25 milioni di italiani é diventata la seconda patria». Nella ricchissima New York la ristorazione frutta il 60% del fatturato di New York. Per via delle restrizioni, così come in Italia, é però tra i settori più colpiti da questa pandemia. Molti tuttavia non si tirano indietro quando si tratta di aiutare il prossimo, rischiando anche di mettere in pericolo la propria salute. Come Roberto Caporuscio e la figlia Giorgia, chef e proprietari della nota pizzeria Kestè che hanno consegnato oltre cento pizze al personale medico della Columbia University e della New York-Presbyterian.
La Repubblica ha fatto un viaggio alla ricerca di ristoratori italiani che si stanno rimboccando le maniche per la bandiera a stelle e strisce. A Brooklyn, c’é l’iniziativa Operation Feed Brooklyn che porta pasti negli ospedali, a cui ha aderito anche la pizzeria italiana Sottocasa. Nel Queens c’é Vincenzo Garofalo e la moglie, proprietari di Senso Unico che offrono menu per le famiglie a prezzi molto vantaggiosi e cucinano per gli ospedali almeno due volte a settimana. Sempre nel quartiere Queens, c’é lo chef-proprietario di Trattoria l’Incontro che consegna pizze e pasta con la nduja al NYU Medical Center Langone. Ancora ad Albany, Upstate New York, lo chef Rocco Di Spirito ha trasformato il suo ristorante in una cantina sociale che sforna mille pasti al giorno per ospedali e famiglie. Pizza, pasta, dolci riso, a ristorare il personale in servizio negli ospedali di New York é il comfort food, il cibo dell’anima. Italiaatavola
Cibo italiano nelle case di New York
Tutto è iniziato grazie a “ItaliansFeedAmerica”, no-profit nata meno di una settimana dall’idea di Fabrizio Facchini, chef e ristoratore del ristorante Cotto a New York, belga di nascita ma di origine umbro-calabrese. Da lui è partito l’appello ai colleghi e connazionali a sostegno di una missione che si fonda sullo spirito comunitario del Belpaese. Di risposte gliene sono arrivate tante e tante continuano ad arrivare. Tra i nomi più in vista la celebrity chef Rocco Di Spirito, l’attivista, artista e autrice Elizabeth Falkner, oltre ai numerosi chef della Grande Mela e alle aziende produttrici dell’eccellenza gastronomica Made in Italy.
L’iniziativa guarda soprattutto ai più bisognosi. Dall’Italia sono arrivati i primi cinquanta bancali dal valore di 25mila dollari; pasta, pomodoro, riso e altri beni di prima necessità. Ci saranno anche iniziative di beneficenza, una sezione e-commerce a sostegno del progetto e una serie di accordi con le piccole associazioni locali, la Food Bank di New York e Order of Sons. «In una situazione come questa - commenta Fabrizio Facchini - ho sentito forte lo spirito di solidarietà tipico dell’Italia e il dovere di aiutare un paese, gli Stati Uniti, che ha accolto milioni di italiani, compresa la mia famiglia, e li ha aiutati a realizzare i loro sogni».
«“ItaliansFeed America” che in italiano si traduce con “gli Italiani che sfamano, nutrono l’America” - continua Fabrizio - richiama un’immagine materna e svela tutto il sentimento di gratitudine verso quella che per 25 milioni di italiani é diventata la seconda patria». Nella ricchissima New York la ristorazione frutta il 60% del fatturato di New York. Per via delle restrizioni, così come in Italia, é però tra i settori più colpiti da questa pandemia. Molti tuttavia non si tirano indietro quando si tratta di aiutare il prossimo, rischiando anche di mettere in pericolo la propria salute. Come Roberto Caporuscio e la figlia Giorgia, chef e proprietari della nota pizzeria Kestè che hanno consegnato oltre cento pizze al personale medico della Columbia University e della New York-Presbyterian.
La Repubblica ha fatto un viaggio alla ricerca di ristoratori italiani che si stanno rimboccando le maniche per la bandiera a stelle e strisce. A Brooklyn, c’é l’iniziativa Operation Feed Brooklyn che porta pasti negli ospedali, a cui ha aderito anche la pizzeria italiana Sottocasa. Nel Queens c’é Vincenzo Garofalo e la moglie, proprietari di Senso Unico che offrono menu per le famiglie a prezzi molto vantaggiosi e cucinano per gli ospedali almeno due volte a settimana. Sempre nel quartiere Queens, c’é lo chef-proprietario di Trattoria l’Incontro che consegna pizze e pasta con la nduja al NYU Medical Center Langone. Ancora ad Albany, Upstate New York, lo chef Rocco Di Spirito ha trasformato il suo ristorante in una cantina sociale che sforna mille pasti al giorno per ospedali e famiglie. Pizza, pasta, dolci riso, a ristorare il personale in servizio negli ospedali di New York é il comfort food, il cibo dell’anima. Italiaatavola
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