Candeggina
e app di quartiere
Tante idiozie
per allontanare
il virus
È in atto una sfida a chi la spara più grossa. Una sorta di gara a livello mondiale che vede misurarsi il presidente Usa Trump e quello brasiliano Bolsonaro, l’epidemiologo britannico Ferguson . Ridicoli gli ultimi provvedimenti di alcuni Governatori italiani come Solinas, Emiliano o Musumeci.
Le sparate sulle flebo di candeggina o sulla sua cura preventiva a base di clorochina (sconsigliata da tutti i medici) ne fanno un campione assoluto al di sopra di una categoria. Ma dietro a Donald Trump, la classifica delle maggiori stupidaggini in termini di difesa dai contagi di Covid-19 è più che affollata.
Per ora la palma d’oro sembrerebbe spettare di diritto al campione di incoerenza, l’epidemiologo razzista britannico Neil Ferguson che, dopo aver dovuto lasciare l’incarico di consulente del governo perché beccato a convegno con l’amante nel pieno del lockdown proposto da lui, ora accusa italiani e spagnoli di avere portato in Gran Bretagna il coronavirus. Tenere lontani gli “untori” mediterranei è la sua ricetta. Come se gli inglesi non viaggiassero e non avessero avuto contatti con la Cina. Un imbecille patentato che con la sua gestione ha portato i morti del regno Unito oltre quota 50mila. Complimenti a lui e al suo capo Boris Johnson, che avevano garantito un massimo di 20mila morti.
Ugualmente da evitare il presidente brasiliano Jair Bolsonaro che, vicino a Trump per la passione della clorochina (che è diventata il feticcio dei sovranisti), non prende misure di controllo perché “tanto dobbiamo morire tutti”. Peccato che i brasiliani in stragrande maggioranza preferirebbero certamente evitare questo “aiutino” verso l’inevitabile. O al limite che tocchi al loro presidente dare l’esempio passando a miglior vita...
Per il terzo posto c’è ovviamente tutta una folla di italiani. Un buon piazzamento lo potrebbe avere la diatriba ormai in atto fra gli scienziati sulla pericolosità, o meno, del virus in questi giorni. È un giochino di protagonismo che ha tanti partecipanti e quindi è difficile trovare un vincitore. Di sicuro a perdere è un po’ la fiducia che tutti noi dovremmo avere in molti di questi ricercatori.
Un altro gruppo di candidati sono i politici che non sanno più che pesci pigliare. Sono passati dalle gare a chi chiudeva di più a chi apriva di più, e ora cercano tutti di lavarsene le mani. Discutono sulle mascherine da tenere all’aperto o meno, sul controllo da parte delle forze di polizia sugli assembramenti (vietati per ragioni sanitarie), sulla validità dell’app Immuni (perché poco efficace o perché consegnerebbe i nostri dati ai cinesi...). Insomma a salvarne qualcuno è davvero difficile, salvo forse il presidente Mattarella che, stoicamente e anche se in piena distanza di sicurezza, ha festeggiato il 2 giugno sempre con la mascherina.
A ben guardare chi ha però più chance per salire sul podio sono i tanti, troppi Governatori delle regioni italiane, tutti in ordine sparso e ognuno con la sua ricetta fatta di demagogia, pressapochismo e spreco di denaro. Ma tant’è, a parte il Covid-19 il vero male dell’Italia sono la burocrazia e l’inettitudine di molti nostri amministratori e governanti. Fra i primi della classe c’è certamente Christian Solinas, il presidente della Sardegna che, dopo averla sparata grossa con la bufala dei passaporti sanitari (che nessuno scienziato sano di mente oggi garantirebbe), ora è ripiegato sul modulo di registrazione per chi sbarca o atterra sull’isola. I turisti dovrebbero dare dati sensibili (alla faccia della privacy) a burocrati di cui non si sa la competenza e dichiarare se hanno febbre, tosse, mal di gola e perdita di gusto e olfatto. Ognuno dovrà poi indicare l’eventuale esposizione a casi accertati o sospetti di Covid-19 e i viaggi effettuati negli ultimi 40 giorni. O Solinas prende gli italiani (e gli stranieri) per imbecilli, e quindi pronti ad essere messi in quarantena sull’isola dell’Asinara (che per secoli ha assolto a questo compito) se solo attestano di avere qualche sintomo; oppure cerca solo di salvarsi la faccia dopo la figuraccia che ha fatto, senza pensare che la perderà ulteriormente quando questi moduli saranno tutti consegnati in bianco.
Ma quasi appaiato con Solinas in quanto a demagogia e burocrazia c’è anche il suo collega della Puglia, Michele Emiliano, che con un’ordinanza (anche questa in totale dispregio di ogni garanzia sulla privacy) ha imposto l’obbligo di iscrizione ad un sito della Regione (una sorta di “app di quartiere” rispetto alla dimensione europea con cui ci dobbiamo rapportare) in cui tenere un diario personale: da chi si incontra ai mezzi con cui si viaggia, dai numeri di cellulare a dove si alloggia. Una schedatura che la gran parte degli stranieri non saprebbe nemmeno come fare, e che viola molte norme italiane ed europee. Un’altra buffonata che non farà che fuggire i turisti da una terra meravigliosa che non si merita un presidente che già ha fatto morire per ignavia migliaia di ulivi secolari e che ora assesterà un colpo terribile al turismo.
Anche la Sicilia ha la sua mini “app di quartiere”, ma qui sono stati decisamente più furbi e non l’hanno resa obbligatoria. Non si sa a cosa serva, ma questo già mette il Governatore Musumeci fuori dalla classifica (per sua fortuna e per quella del turismo isolano).
I presidenti di regione Christian Solinas (Sardegna), Michele Emiliano (Puglia) e Nello Musumeci (Sicilia)
Per ora la palma d’oro sembrerebbe spettare di diritto al campione di incoerenza, l’epidemiologo razzista britannico Neil Ferguson che, dopo aver dovuto lasciare l’incarico di consulente del governo perché beccato a convegno con l’amante nel pieno del lockdown proposto da lui, ora accusa italiani e spagnoli di avere portato in Gran Bretagna il coronavirus. Tenere lontani gli “untori” mediterranei è la sua ricetta. Come se gli inglesi non viaggiassero e non avessero avuto contatti con la Cina. Un imbecille patentato che con la sua gestione ha portato i morti del regno Unito oltre quota 50mila. Complimenti a lui e al suo capo Boris Johnson, che avevano garantito un massimo di 20mila morti.
Ugualmente da evitare il presidente brasiliano Jair Bolsonaro che, vicino a Trump per la passione della clorochina (che è diventata il feticcio dei sovranisti), non prende misure di controllo perché “tanto dobbiamo morire tutti”. Peccato che i brasiliani in stragrande maggioranza preferirebbero certamente evitare questo “aiutino” verso l’inevitabile. O al limite che tocchi al loro presidente dare l’esempio passando a miglior vita...
Per il terzo posto c’è ovviamente tutta una folla di italiani. Un buon piazzamento lo potrebbe avere la diatriba ormai in atto fra gli scienziati sulla pericolosità, o meno, del virus in questi giorni. È un giochino di protagonismo che ha tanti partecipanti e quindi è difficile trovare un vincitore. Di sicuro a perdere è un po’ la fiducia che tutti noi dovremmo avere in molti di questi ricercatori.
Un altro gruppo di candidati sono i politici che non sanno più che pesci pigliare. Sono passati dalle gare a chi chiudeva di più a chi apriva di più, e ora cercano tutti di lavarsene le mani. Discutono sulle mascherine da tenere all’aperto o meno, sul controllo da parte delle forze di polizia sugli assembramenti (vietati per ragioni sanitarie), sulla validità dell’app Immuni (perché poco efficace o perché consegnerebbe i nostri dati ai cinesi...). Insomma a salvarne qualcuno è davvero difficile, salvo forse il presidente Mattarella che, stoicamente e anche se in piena distanza di sicurezza, ha festeggiato il 2 giugno sempre con la mascherina.
Secondo Donald Trump il coronavirus su può sconfiggere con iniezioni di disinfettanti e candeggina
A ben guardare chi ha però più chance per salire sul podio sono i tanti, troppi Governatori delle regioni italiane, tutti in ordine sparso e ognuno con la sua ricetta fatta di demagogia, pressapochismo e spreco di denaro. Ma tant’è, a parte il Covid-19 il vero male dell’Italia sono la burocrazia e l’inettitudine di molti nostri amministratori e governanti. Fra i primi della classe c’è certamente Christian Solinas, il presidente della Sardegna che, dopo averla sparata grossa con la bufala dei passaporti sanitari (che nessuno scienziato sano di mente oggi garantirebbe), ora è ripiegato sul modulo di registrazione per chi sbarca o atterra sull’isola. I turisti dovrebbero dare dati sensibili (alla faccia della privacy) a burocrati di cui non si sa la competenza e dichiarare se hanno febbre, tosse, mal di gola e perdita di gusto e olfatto. Ognuno dovrà poi indicare l’eventuale esposizione a casi accertati o sospetti di Covid-19 e i viaggi effettuati negli ultimi 40 giorni. O Solinas prende gli italiani (e gli stranieri) per imbecilli, e quindi pronti ad essere messi in quarantena sull’isola dell’Asinara (che per secoli ha assolto a questo compito) se solo attestano di avere qualche sintomo; oppure cerca solo di salvarsi la faccia dopo la figuraccia che ha fatto, senza pensare che la perderà ulteriormente quando questi moduli saranno tutti consegnati in bianco.
Ma quasi appaiato con Solinas in quanto a demagogia e burocrazia c’è anche il suo collega della Puglia, Michele Emiliano, che con un’ordinanza (anche questa in totale dispregio di ogni garanzia sulla privacy) ha imposto l’obbligo di iscrizione ad un sito della Regione (una sorta di “app di quartiere” rispetto alla dimensione europea con cui ci dobbiamo rapportare) in cui tenere un diario personale: da chi si incontra ai mezzi con cui si viaggia, dai numeri di cellulare a dove si alloggia. Una schedatura che la gran parte degli stranieri non saprebbe nemmeno come fare, e che viola molte norme italiane ed europee. Un’altra buffonata che non farà che fuggire i turisti da una terra meravigliosa che non si merita un presidente che già ha fatto morire per ignavia migliaia di ulivi secolari e che ora assesterà un colpo terribile al turismo.
Anche la Sicilia ha la sua mini “app di quartiere”, ma qui sono stati decisamente più furbi e non l’hanno resa obbligatoria. Non si sa a cosa serva, ma questo già mette il Governatore Musumeci fuori dalla classifica (per sua fortuna e per quella del turismo isolano).
© Riproduzione riservatadi Alberto Lupini
direttore
Nessun commento:
Posta un commento