LONGARONE: ha chiuso i battenti
la 2. edizione del Festival delle Foreste
LONGARONE: ha chiuso i battenti la 2. edizione del Festival delle Foreste, un grande risultato per itanti operatori e una bella vittoria sulla pandemia da Covid
Un’edizione difficile da realizzare vista la pandemia da Covid ma che è riuscita lo stesso a portare a Longarone turisti, visitatori e curiosi.
Edizione fatta con mascherine e igienizzanti ma che, nei contenuti, ha dimostrato come la voglia di
rimettersi in gioco dopo la tragedia di Vaia e il Lockdown sia più forte di qualsiasi virus.
Si è incomincianto con la Presentazione del libro “Rinascite”. Ampliamento dell’omonima mostra, il
libro fotografico illustra da un lato la distruzione della tempesta Vaia in tutto il Nord Est e dall’altro
diverse testimonianze concrete di rinascita, a cura del Gruppo fotografico ArcheoSusegana.
Interessante anche la conferenza su “I patrimoni liquidi e forestali del bacino della Piave per uno
sviluppo più sostenibile”, mirata ad approfondire le opportunità progettuali legate ai temi della
gestione delle foreste e dell’acqua, dello sviluppo sostenibile e dei patrimoni naturali e culturali
collegati all’elemento liquido, nelle declinazioni uniche e irripetibili che caratterizzano molti dei
territori ricadenti nel bacino del fiume Piave. Si sono discussi i possibili ambiti di valorizzazione del
contesto storico ereditato in chiave eco-museale, sia il collegamento dello stesso a nuovi sistemi di
produzioni volti a conferire alla risorsa legno un valore aggiunto in collaborazione con la Rete
Mondiale UNESCO dei Musei dell’Acqua e Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua in collaborazione
con Veneto Agricoltura, Consorzio BIM Piave e Venetian Cluster.
Poi uno dei momenti più attesi. L’assegnazione del Premio “Jean Giono: l’uomo che piantava gli alberi” - edizione 2020, organizzato da Veneto Agricoltura e dedicato a chi si è contraddistinto nella sua vita professionale o sociale nella promozione e realizzazione di impianti di vegetazione legnosa. Questo
anno il Premio è andato a pari merito a 4 personalità, una per ciascuna delle quattro categorie del
premio: Agricoltore, Tecnico-ricercatore, Rappresentante amministrazione locale, Rappresentante
associazionismo.
Ecco i nomi:
- Giulia Da Sacco imprenditrice agricola di Verona. Vince la categoria “Agricoltore”, per il suo bosco
aziendale finalizzato alle attività di “Asilo nel Bosco”.
- Per i “Tecnici” il premio va a Lucio Brotto, per l’ampia attività di progettazione e promozione di
impianti arborei con il Progetto WOWnature e per la realizzazione di “Bosco Limite”.
- A Marcello Basso, già Sindaco di San Stino di Livenza (Ve), è andato il premio nella categoria
“Amministratori” per la pionieristica e lungimirante azione che negli anni ’90 ha realizzato il Bosco
di Bandiziol e Prassacon, di uno dei primi e più significativi progetti di reimpianto di bosco planiziale.
- Infine, tra “Volontari” si è contraddistinto Carletto Bettio che con passione e la perseveranza ha
dato vita assieme a molti altri volontari, il “Bosco di Rubano” (Pd), un originale processo di
rinaturalizzazione di un’area di ex-cava.
Ciascun premiato riceverà 250 piante di alberi/arbusti prodotti dal “Centro Biodiversità Vegetale e
Fuori Foresta” di Veneto Agricoltura, per sviluppare nuovi impianti.
Ma legno significa anche arte e arte significa anche musica come ha ben dimostrato Francesca Gallo
con le sue performance musicali fatte con strumenti che lei stessa costruisce a mano. Un racconto che
parte dalla nascita (il legno) fino allo strumento completo. “tutti gli alberi suonano perché hanno delle
frequenze vibratorie, compito del costruttore degli strumenti musicale è individuare le armoniche.
Non solo le foreste più famose per il legname di risonanza vanno valorizzate, tutti gli alberi “suonano”
e intere compagini boschive costituiscono dei teatri con acustica perfetta. È necessario prendere
coscienza che ci sono molte foreste che racchiudono questi valori e questi aspetti devono essere
divulgati” ha dichiarato Francesca.
La giornata si è chiusa con un breve intervento musicale grazie a melodie tradizionali e brani di
recente composizione la cui ispirazione è arrivata dall’osservazione e dal contatto con la natura del
bosco: Alessandro Marchetti, organetto diatonico e tastiera - Matteo Marcon, bouzouki irlandese e
voce. Dopo di loro la magia dei TIEPOLO BRASS (Diego Cal, Emanuele Resini - tromba e tromba
naturale, Andrea D’Incà, Lorenzo Tommasini- trombone) a cura del Distretto culturale FVG. Durante
tutti e tre i giorni il Festival è stato arricchito da una serie coordinata di mostre sia fotografiche che
informative che hanno permesso di capire cosa sia stata la tempesta Vaia e quali esempi ci siano stati
di reazione.
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