Scuola, Milano
pensa green
con le linee guida
per orti didattici
Il Comune pubblica le linee guida per i nuovi orti didattici |
Sono già 107 quelli attivi nelle scuole comunali e statali della metropoli lombarda: gli orti didattici sono sia un'opportunità formativa che una risposta al bisogno di attività didattiche all'aperto.
Non è una priorità, ma sicuramente un'opportunità in questo momento di "tira e molla" fra Stato e Regioni sull'inizio delle lezioni e l'uso delle mascherine nelle scuole. La realizzazione di un orto scolastico è tra le opportunità formative più efficaci e coinvolgenti per bambini e ragazzi.
All’interno vengono spiegati tutti gli aspetti più pratici. Dai costi (intorno ai mille euro, se ci si avvale dell’aiuto di professionisti) alle possibili fonti di finanziamento, dalle fasi di realizzazione del progetto (definizione delle opzioni tecniche, presentazione agli uffici, acquisto del materiale, formazione, preparazione del terreno, semina, raccolta e produzione) alle diverse tipologie (dall’orto a pieno campo a quello nei cassoni, dalla serra al frutteto), fino alle tante esperienze di successo da cui prendere spunto.
L’idea alla base della realizzazione dell’orto didattico è che diventi uno stimolo per l'apprendimento attivo. Per questo il progetto deve mettere insieme diverse materie, come scienze, matematica, educazione civica, geografia, letteratura e arte.
La realizzazione permetterà a bambini e ragazzi di sviluppare competenze sociali, di rafforzare il lavoro di gruppo e la responsabilità individuale, di favorire dialogo e scambio intergenerazionale e fornirà - soprattutto ai più grandi - elementi per valutare la sostenibilità nel tempo dell'iniziativa e gli aspetti imprenditoriali ad essa legati. Ultimo, ma non meno importante, in una città che vuole ripensare anche ai suoi tempi, la realizzazione di un orto può insegnare il valore dell’attesa dei tempi della natura.
Già oggi sono 107 quelli attivi nelle scuole comunali e statali: 62 nelle scuole dell'infanzia e 20 nei nidi del Comune di Milano, 12 in istituti comprensivi, 9 in scuole primarie, 2 in scuole secondarie di primo grado e 2 in scuole dell'infanzia statali. Tra gli orti didattici realizzati nelle scuole del Comune di Milano, 36 sono stati creati e vengono gestiti con il supporto di professionisti, 26 con l'aiuto di volontari e 20 sono completamente "fai-da-te".
Proprio partendo da queste esperienze e con l'obiettivo di educare al valore della natura e del cibo fin da piccoli e garantire attività costruttive all’aperto - a maggior ragione in vista della riapertura di questo particolare anno scolastico, che richiede l’individuazione di progetti all’aperto per fronteggiare l’emergenza Covid-19 - sono state pubblicate dal Comune le “Linee guida per gli orti didattici nelle scuole milanesi”.All’interno vengono spiegati tutti gli aspetti più pratici. Dai costi (intorno ai mille euro, se ci si avvale dell’aiuto di professionisti) alle possibili fonti di finanziamento, dalle fasi di realizzazione del progetto (definizione delle opzioni tecniche, presentazione agli uffici, acquisto del materiale, formazione, preparazione del terreno, semina, raccolta e produzione) alle diverse tipologie (dall’orto a pieno campo a quello nei cassoni, dalla serra al frutteto), fino alle tante esperienze di successo da cui prendere spunto.
L’idea alla base della realizzazione dell’orto didattico è che diventi uno stimolo per l'apprendimento attivo. Per questo il progetto deve mettere insieme diverse materie, come scienze, matematica, educazione civica, geografia, letteratura e arte.
La realizzazione permetterà a bambini e ragazzi di sviluppare competenze sociali, di rafforzare il lavoro di gruppo e la responsabilità individuale, di favorire dialogo e scambio intergenerazionale e fornirà - soprattutto ai più grandi - elementi per valutare la sostenibilità nel tempo dell'iniziativa e gli aspetti imprenditoriali ad essa legati. Ultimo, ma non meno importante, in una città che vuole ripensare anche ai suoi tempi, la realizzazione di un orto può insegnare il valore dell’attesa dei tempi della natura.
di Renato Andreolassi
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