mercoledì 3 febbraio 2021

Studio cipriota sul Covid: Il clima causa due ondate all'anno

 

Studio cipriota sul Covid:
Il clima causa due ondate all'anno


Secondo uno studio condotto a Cipro il clima influisce notevolmente sulla difussione del virus e ciò rende inevitabili almeno due ondate all'anno. Intanto in Italia oltre 13mila di positivi nelle ultime 24 ore.

La «seconda ondata» della pandemia potrebbe non avere nulla a che vedere con la mancanza di prudenza o di adeguate misure di controllo. Secondo uno studio condotto da Talib Dbouk e Dimitris Drikakis, ricercatori dell’Università di Nicosia a Cipro, avere due focolai all’anno durante una pandemia è praticamente inevitabile, a causa dell’impatto delle temperature, dell’umidità e del vento.

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Il clima rientri tra i parametri di base
I risultati, pubblicati sulla rivista Physics of Fluids, evidenziano che sebbene le mascherine, le restrizioni dei viaggi e le linee guida per il distanziamento sociale aiutino a rallentare la crescita dei nuovi contagi a breve termine, a giocare un ruolo chiave a lungo termine sono soprattutto gli effetti climatici. Per questo, gli studiosi sostengono che bisognerebbe incorporarli nei modelli epidemiologici. Attualmente i modelli per prevedere il comportamento di un’epidemia contengono solo due parametri di base: la velocità di trasmissione e la velocità di recupero.

Oltre 13mila contagi oggi in Italia
Il bollettino di oggi intanto parla di 13.189 nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri erano +9.660). I decessi odierni sono 477. I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 279.307, ovvero 33.878 in più rispetto a ieri quando erano stati 244.429. Mentre il tasso di positività è 4,7% (l’approssimazione di 4,722%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti più di 4 sono risultati positivi; ieri era 3,9%. Dal 15 gennaio questa percentuale casi/tamponi è calcolata contando anche i test rapidi, di conseguenza è più bassa rispetto a quella dei bollettini precedenti al 15 gennaio e non è possibile fare confronti con lo storico.

Secondo focolaio in un allevamento di visoni
Intante torna a preoccupare la situazione dei visoni con l'annuncio di un secondo focolaio di coronavirus in un allevamento italiano. A denunciarlo è la Lav che chiede al ministro della Salute Roberto Speranza un intervento urgente per cambiare la temporanea sospensione all’allevamento di visioni (che scadrà il 28 febbraio) in un divieto definitivo. Il Sivemp-Veneto (sindaco italiano veterinari di medicina pubblica), in un articolo pubblicato ieri sul proprio portale ha commentato gli esiti dei test diagnostici attualmente in corso negli allevamenti di visoni, tra cui anche nell’unico allevamento veneto situato a Villa del Conte, in provincia di Padova, nel quale risulterebbero 5 animali, sottoposti a test virologici (tamponi oro-faringei e/o fecali), con positività al Sars-CoV-2; il 90% dei visoni su un campione di 60 animali sottoposti a test sierologici (sangue), con anticorpi per esposizione al coronavirus.

Seconda dose a Papa Francesco
Come stabilito, a tre settimane dalla prima dose, che aveva ricevuto lo scorso 13 gennaio, oggi Papa Francesco è tornato nell’ambulatorio allestito all’Aula Paolo VI per completare il processo di immunizzazione dal virus. È quanto si apprende da fonti vaticane italiaatavola

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