Carne suina, finite le proroghe. D'ora in poi verità
in etichetta
Ufficiale l'obbligo dell’indicazione del luogo di provenienza delle carni suine trasformate. Secondo Coldiretti, 3 prosciutti su 4 in Italia sono ottenuti da carni straniere.
Èin vigore dal primo di febbraio l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di provenienza di salami, mortadella e prosciutti. L'obiettivo è chiaro: sostenere il Made in Italy e smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana. È terminata a fine gennaio, conferma la Coldiretti, la proroga di due mesi concessa dal ministero dello Sviluppo economico per la piena applicazione del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per «l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate».
«Un importante risultato atteso da tempo - dichiara Silvia Ferrari dell’azienda agricola Marchini di Capriano del Colle (Bs) – Come allevatori siamo convinti di aiutare il consumatore nelle sue scelte quotidiane: l’origine del prodotto è un'informazione che non può mancare nel momento in cui si effettua l'acquisto di un alimento. Inoltre, questa informazione aiuterà ad aumentare la trasparenza all'interno di tutta la filiera suinicola agroalimentare».
Nel Bresciano si allevano oltre 1 milioni di capi
Una notizia attesa con particolare soddisfazione nel Bresciano dove si allevano 1 milione e trecentomila capi e oltre 75mila scrofe: la preoccupazione più grande è rappresentata dall’invasione di cosce dall’estero, per una quantità media di 56 milioni di “pezzi” che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy. Coldiretti stima, infatti, che tre prosciutti su quattro venduti nel nostro Paese siano in realtà ottenuti da carni straniere, senza esplicitare fino a oggi questa informazione in etichetta.
Prezzi in leggero aumento
L’indicazione obbligatoria in etichetta ha innescato negli ultimi mesi dinamiche positive legate alla quotazione dei suini, sia per la tipologia da macello sia per il suinetto, con i prezzi in leggero aumento.
Contrazione dell’import estero
Con l’introduzione dell’origine in etichetta, l’import dei suini dall’estero ha subito una contrazione. Un provvedimento importante per garantire trasparenza ai 35 milioni di italiani che, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, almeno una volta a settimana portano in tavola salumi. Ma anche per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale.
«In un momento difficile per la nostra economia, dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy» afferma il presidente di Coldiretti nazionale Ettore Prandini nel sottolineare che «l’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa grazie alla leadership nella qualità e nella sicurezza alimentare».
L’indicazione obbligatoria in etichetta ha innescato negli ultimi mesi dinamiche positive
Allevatori soddisfatti«Un importante risultato atteso da tempo - dichiara Silvia Ferrari dell’azienda agricola Marchini di Capriano del Colle (Bs) – Come allevatori siamo convinti di aiutare il consumatore nelle sue scelte quotidiane: l’origine del prodotto è un'informazione che non può mancare nel momento in cui si effettua l'acquisto di un alimento. Inoltre, questa informazione aiuterà ad aumentare la trasparenza all'interno di tutta la filiera suinicola agroalimentare».
Nel Bresciano si allevano oltre 1 milioni di capi
Una notizia attesa con particolare soddisfazione nel Bresciano dove si allevano 1 milione e trecentomila capi e oltre 75mila scrofe: la preoccupazione più grande è rappresentata dall’invasione di cosce dall’estero, per una quantità media di 56 milioni di “pezzi” che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy. Coldiretti stima, infatti, che tre prosciutti su quattro venduti nel nostro Paese siano in realtà ottenuti da carni straniere, senza esplicitare fino a oggi questa informazione in etichetta.
Prezzi in leggero aumento
L’indicazione obbligatoria in etichetta ha innescato negli ultimi mesi dinamiche positive legate alla quotazione dei suini, sia per la tipologia da macello sia per il suinetto, con i prezzi in leggero aumento.
Contrazione dell’import estero
Con l’introduzione dell’origine in etichetta, l’import dei suini dall’estero ha subito una contrazione. Un provvedimento importante per garantire trasparenza ai 35 milioni di italiani che, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, almeno una volta a settimana portano in tavola salumi. Ma anche per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale.
«In un momento difficile per la nostra economia, dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy» afferma il presidente di Coldiretti nazionale Ettore Prandini nel sottolineare che «l’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa grazie alla leadership nella qualità e nella sicurezza alimentare».
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Renato Andreolassi
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