lunedì 20 gennaio 2025

Riso italiano: aumentano le superfici coltivate

 

Riso italiano: aumentano 

le superfici coltivate, 

ma il clima frena 

la produzione

La produzione di riso in Italia 2024/25 cresce solo del 3% nonostante l'8% in più di superfici coltivate, frenata da piogge irregolari, temperature elevate in momenti critici e diversi eventi estremi [...]

    

Nonostante un aumento delle superfici coltivate dell'8% rispetto alla campagna precedente, la produzione di riso in Italia per il 2024/25 crescerà solo del 3%. Questo dato, recentemente diffuso dall'Ente Risi nei bilanci di collocamento, riflette una realtà complessa in cui eventi climatici avversi hanno frenato le rese, in particolare per alcune varietà. Tra queste, spicca il crollo del 12% nella produzione della varietà Lungo Buno scenario che solleva interrogativi importanti per il futuro dell'intero comparto.

Riso

Riso italiano: aumentano le superfici coltivate, ma cala la produzione

Il quadro delineato conferma le anticipazioni già presentate da Aretè, azienda leader in Italia nell'analisi dei mercati agrifood, durante il convegno “Mercato, innovazione, clima: strategie per il futuro del riso italiano”, tenutosi a fine 2024 al Centro Ricerche Ente Risi.

Riso, le cause dietro la crescita rallentata

Nonostante l'incremento delle superfici coltivate, i rendimenti non sono riusciti a mantenere il passoa causa di condizioni climatiche avverse che hanno caratterizzato la stagione. Le piogge irregolari, le temperature elevate in momenti critici e altri eventi estremi hanno influenzato negativamente le fasi più delicate del ciclo produttivo, come la fioritura e la maturazione. A risentirne in modo particolare è stata la varietà Lungo B, penalizzata da una serie di fattori che ne hanno ridotto significativamente la resa.

Non solo riso: le analisi di Aretè su cacao e mais

InoltreAretè ha fornito un quadro più ampio sulle dinamiche globali di altri mercati agricoli, come quello del cacao e del mais.

Cacao

Le analisi di Aretè mostrano come la domanda di fava di cacao stia iniziando a mostrare i primi segnali di debolezza. Sono stati pubblicati i dati del Q4 2024 sui volumi di fava di cacao trasformati nelle principali aree di consumo:

  • Europa: 331.853 t, -5,4% rispetto al Q4 2023 (-6,3% rispetto al Q3 2024). Si tratta del livello più basso per il Q4 dalla campagna 2014/15.
  • Nord America: 102.761 t, -1,2% rispetto al Q4 2023 (-6% rispetto al Q3 2024).
  • Asia: 210.111 t, -0,5% rispetto al Q4 2023 (-3,2% rispetto al Q3 2024). Si tratta del livello più basso per il Q4 dalla campagna 2018/19.

Complessivamente, 644.725 t, -3,2% rispetto al Q4 2023 (-5,3% rispetto al Q3 2024), il livello più basso per il Q4 dalla campagna 2016/17. Il prezzo della fava di cacao quotata a Londra, il giorno della pubblicazione dei dati relativi a Europa e Asia, ha segnato un -2,5%, toccando le 8.529 £/t. Tuttavia, i prezzi si confermano elevati, +141% rispetto a gennaio 2024, in un contesto di stock estremamente limitato e incertezza sull’offerta 2024/25.

Mais

Dal raccolto ad oggi, i prezzi globali del mais sono risultati in aumento: +9,5% su Cme e +1,5% su Euronext su base media mensile tra settembre e dicembre. Le analisi di Aretè mostrano come le tensioni stiano proseguendo nelle prime settimane di gennaio (+6% e +3% rispettivamente rispetto a dicembre 2024) a seguito della revisione a ribasso della stima del raccolto statunitense 2024/25 da parte del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, primo produttore ed esportatore a livello mondiale.

La produzione è ora prevista a 378 milioni di tonnellate, -3% rispetto alla scorsa campagna e -7 milioni di tonnellate rispetto alla stima precedente. Secondo quanto evidenziato da Aretè, il mercato statunitense è dunque previsto in deficit, con stock finali in calo del -13% rispetto al 2023/24. Nel frattempo, la domanda rimane elevata, come testimoniato dalle esportazioni cumulate (+25% rispetto allo scorso anno al 9 gennaio). I rialzi si sono trasmessi anche sui prezzi nazionali, che nelle prime settimane di gennaio sono aumentati del 4,3% in media rispetto a dicembre sul listino di Bologna.

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