venerdì 16 giugno 2017

Rosati del Garda, rassegne da record

Rosati del Garda, 

rassegne da record 
Ma sono i numeri 

a decretare 

il successo?


La disfida dei Chiaretti: due manifestazioni, un vino di per sé ancora giovane, e migliaia di persone che accorrono, ma si fiondano sui banchi, senza avere il tempo di capire qualità e caratteristiche. Sarà vera gloria?


Si potrebbe definire la ''disfida dei Chiaretti''. Protagonisti i comuni di Moniga del Garda (Bs) e Polpenazze, sponda bresciana del lago di Garda in Valtenesi. A un tiro di schioppo l'un dall'altro hanno ospitato a fine maggio e ai primi di giugno due rassegne quasi simili, dedicate ai vini rosati. Cifre da record secondo gli organizzatori, 15mila visitatori a Polpenazze, 8mila a Moniga, tutti paganti. I calici distribuiti ne fanno testo. Fin qui la cronaca che impone però una prima considerazione, tanta gente - grazie anche alle belle giornate - è sinonimo davvero di successo? Noi, piu' che a degustazioni abbiamo assistito ad un vero e proprio assalto ai banchi soprattutto nelle ore notturne. E poi, altra riflessione, non sarebbe più utile per i consumatori avere qualche giorno in più per meditare sulle caratteristiche e le qualità dei vini? 

Rosati del Garda, rassegne da record Ma sono i numeri a decretare il successo?

Nel suggestivo Castello di Moniga, per Italia in Rosa, erano in vetrina 40 cantine e 200 etichette, da Nord a Sud, palati forti e papille degustative da eroi. Il Chiaretto è un vino giovane che va bevuto nell'arco di un anno, massimo due. Si trova sul mercato ogni anno a febbraio in concomitanza con la festa di San Valentino. È di un inconfondibile color roseo più o meno accentuato. Un vino che sul Garda sta spopolando abbinato con il pesce di lago. Le cifre sono in aumento, oltre 200mila le bottiglie vendute con una produzione che viaggia attorno al milione. Qualità in crescita, con molta strada però ancora da fare. Troppe le cantine che hanno deciso di sfruttare il filone come avvenne qualche anno fa con il novello. Sarà vera gloria? Ai produttori e al consorzio, il guanto della sfida.
di Renato Andreolassi

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