Maria Grazia Dragone,
giovane promessa
Da bambina sognava
di diventare barlady
Originaria di un paesino in provincia di Catanzaro, Maria Grazia ha dimostrato fin dall’infanzia il desiderio di salire sul bancone del bar, ereditando dallo zio l’esperienza e le doti di un vero bartender di talento
Maria Grazia Dragone iniziò molto presto a lavorare nei bar come aiutante di suo zio che aveva un locale nel paesino dove è nata, Sellia Marina, in provincia di Catanzaro. Ovviamente un aiuto molto soft causa la giovane età, e comunque lo zio volle accontentare la nipote che caparbiamente gli chiedeva di salire sulla pedana e provare l’emozione di essere la protagonista. Maria Grazia poi cominciò a darsi da fare come cameriera nei locali vicini a casa in attesa che arrivasse l’età giusta, capendo così che poteva unire l’utile al dilettevole: stare in mezzo alle persone le piaceva e oltretutto poteva racimolare qualche quattrino. Non se la sentiva allora di buttarsi dietro ad un bancone ma coltivava caparbiamente l’idea di farlo presto. Si allenava così ai tavoli dei pub a prendere confidenza col mestiere a soprattutto si applicava ad avere un corretto approccio con il cliente.
Incontriamo Maria Grazia Dragone al MO.OM Hotel di Olgiate Olona (Va) durante il convegno nazionale di Abi Professional. Si mostra pacata ma al tempo stesso vigile e attenta. D’altronde è la prima volta che si trova catapultata, come in un sogno, nel centro di un mondo fatto di professionismo che lei da sempre agognava. Chiediamo a Maria Grazia che impressione le fa essere una protagonista (è finalista nazionale per la Calabria) in quel contesto così prestigioso. «Sono ovviamente contenta - dice - ma superato il timore e l’emozione mi rendo conto che tutti mi vogliono far sentire a mio agio e così mi sembra di conoscere tutti da sempre».
A Maria Grazia chiediamo poi se ha avuto un mentore. «Mio zio, Claudio Dragone, che era un barman molto conosciuto. Lavorava nel salotto del Bere Bene a Milano. Grazie a lui mi sono innamorata subito dello stare a contatto con tanta gente, conoscerla e farmi conoscere, mi riempie la vita». È così che Maria Grazia decide di divenire una barlady. Comincia a lavorare alacremente in diversi locali per poter finanziare la sua impresa. Inizia a frequentare diversi corsi avanzati di American Bartender e di Mixology. Conosce bartender e istruttori illustri come Sandro Laugelli e Carmine Mattia Perciballi. «Queste esperienze mi hanno riempito di nozioni ma anche di emozioni e sensazioni positive. Sono ora convinta di non poter fare altro mestiere che quello della barlady».
Le chiediamo cosa pensa di Abi Professional e come intende proseguire nella sua carriera. «Da giovanissima mi piaceva tanto fare sport, soprattutto quello di squadra, e quando ho scelto di entrare in Abi Professional l’ho fatto perché, da sportiva, amo stare in gruppo, fare squadra e avere lo stesso obiettivo, in questo caso la voglia di crescere professionalmente. Credo nelle persone che sostengono Abi Professional, vogliono il cambiamento, come me credono che il miglioramento professionale non debba essere lasciato alla singola persona ma che sia un fatto di cultura, del bere bene, oltre che di attenzione al sociale. Nessun socio deve sentirsi solo. Conosco Sandro Laugelli, membro del comitato esecutivo, e Vittorio Lucchese, coordinatore regionale, professionisti come pochi, umili ma anche caparbi e tenaci; sono certa che con loro alla testa della mia sezione, la Calabria, potranno dare il meglio e aumentare la nostra forza e la nostra conoscenza professionale. Prevedo grandi cose per la mia Calabria».
«Vorrei inoltre andare all’estero per fare giuste esperienze lavorative - aggiunge Maria Grazia - e sto lavorando concretamente ad un progetto. Spero tra poco di arrivare a fare le valigie e prendere il volo. Alle nuove leve dico: amate questo lavoro come amate voi stessi, fate quello che vi dice il cuore e raramente sbaglierete, siate umili, testardi, parsimoniosi ma anche generosi verso gli altri e vedrete che le soddisfazioni arriveranno!».
«Attualmente lavoro in un bar molto frequentato dai giovani a Marina di Catanzaro, One Shot Drinkeria. Facciamo molte feste e la clientela sembra apprezzare le nostre proposte. Sto imparando molto soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione».
Ecco la ricetta di “Experience”, il cocktail che Maria Grazia Dragone ha presentato alla finale nazionale ottenendo un buon piazzamento: 3 cl di Calvados Pays d’Auge, 2 cl di Bergamia Caffo Liquore di Bergamotto, 1 cl di Bitter Campari, 1,5 cl di sciroppo di zucchero, 1,5 cl di succo di lime; decorazioni con petali di rosa e scorza d’arancia.
«Il mio drink è un omaggio all’esperienza vissuta finora con Abi Professional - racconta Maria Grazia - studiato e realizzato appositamente per la finale. Ho voluto miscelare più culture e sensazioni: la Francia con il suo Calvados, distillato ottenuto dal sidro delle mele della Normandia, ricco di profumi e sapori fruttati; la mia terra, la Calabria, con il Liquore Bergamia dell’azienda Caffo, ricavato dal succo del bergamotto, un frutto tipico della regione che cresce prettamente sulla costa Jonica; e infine la Lombardia che ci ha ospitato per l’evento, con Bitter Campari, bitter italiano, ingrediente insostituibile e unico di molti drink importanti. Succo di lime e sciroppo di zucchero per completare e bilanciare. Il tutto shakerato e servito in coppetta Champagne. Ringrazio Abi Professional per queste opportunità, e ringrazio Sando Laugelli che crede in me!».
ITALIAATAVOLA
Incontriamo Maria Grazia Dragone al MO.OM Hotel di Olgiate Olona (Va) durante il convegno nazionale di Abi Professional. Si mostra pacata ma al tempo stesso vigile e attenta. D’altronde è la prima volta che si trova catapultata, come in un sogno, nel centro di un mondo fatto di professionismo che lei da sempre agognava. Chiediamo a Maria Grazia che impressione le fa essere una protagonista (è finalista nazionale per la Calabria) in quel contesto così prestigioso. «Sono ovviamente contenta - dice - ma superato il timore e l’emozione mi rendo conto che tutti mi vogliono far sentire a mio agio e così mi sembra di conoscere tutti da sempre».
A Maria Grazia chiediamo poi se ha avuto un mentore. «Mio zio, Claudio Dragone, che era un barman molto conosciuto. Lavorava nel salotto del Bere Bene a Milano. Grazie a lui mi sono innamorata subito dello stare a contatto con tanta gente, conoscerla e farmi conoscere, mi riempie la vita». È così che Maria Grazia decide di divenire una barlady. Comincia a lavorare alacremente in diversi locali per poter finanziare la sua impresa. Inizia a frequentare diversi corsi avanzati di American Bartender e di Mixology. Conosce bartender e istruttori illustri come Sandro Laugelli e Carmine Mattia Perciballi. «Queste esperienze mi hanno riempito di nozioni ma anche di emozioni e sensazioni positive. Sono ora convinta di non poter fare altro mestiere che quello della barlady».
Le chiediamo cosa pensa di Abi Professional e come intende proseguire nella sua carriera. «Da giovanissima mi piaceva tanto fare sport, soprattutto quello di squadra, e quando ho scelto di entrare in Abi Professional l’ho fatto perché, da sportiva, amo stare in gruppo, fare squadra e avere lo stesso obiettivo, in questo caso la voglia di crescere professionalmente. Credo nelle persone che sostengono Abi Professional, vogliono il cambiamento, come me credono che il miglioramento professionale non debba essere lasciato alla singola persona ma che sia un fatto di cultura, del bere bene, oltre che di attenzione al sociale. Nessun socio deve sentirsi solo. Conosco Sandro Laugelli, membro del comitato esecutivo, e Vittorio Lucchese, coordinatore regionale, professionisti come pochi, umili ma anche caparbi e tenaci; sono certa che con loro alla testa della mia sezione, la Calabria, potranno dare il meglio e aumentare la nostra forza e la nostra conoscenza professionale. Prevedo grandi cose per la mia Calabria».
«Vorrei inoltre andare all’estero per fare giuste esperienze lavorative - aggiunge Maria Grazia - e sto lavorando concretamente ad un progetto. Spero tra poco di arrivare a fare le valigie e prendere il volo. Alle nuove leve dico: amate questo lavoro come amate voi stessi, fate quello che vi dice il cuore e raramente sbaglierete, siate umili, testardi, parsimoniosi ma anche generosi verso gli altri e vedrete che le soddisfazioni arriveranno!».
«Attualmente lavoro in un bar molto frequentato dai giovani a Marina di Catanzaro, One Shot Drinkeria. Facciamo molte feste e la clientela sembra apprezzare le nostre proposte. Sto imparando molto soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione».
Ecco la ricetta di “Experience”, il cocktail che Maria Grazia Dragone ha presentato alla finale nazionale ottenendo un buon piazzamento: 3 cl di Calvados Pays d’Auge, 2 cl di Bergamia Caffo Liquore di Bergamotto, 1 cl di Bitter Campari, 1,5 cl di sciroppo di zucchero, 1,5 cl di succo di lime; decorazioni con petali di rosa e scorza d’arancia.
«Il mio drink è un omaggio all’esperienza vissuta finora con Abi Professional - racconta Maria Grazia - studiato e realizzato appositamente per la finale. Ho voluto miscelare più culture e sensazioni: la Francia con il suo Calvados, distillato ottenuto dal sidro delle mele della Normandia, ricco di profumi e sapori fruttati; la mia terra, la Calabria, con il Liquore Bergamia dell’azienda Caffo, ricavato dal succo del bergamotto, un frutto tipico della regione che cresce prettamente sulla costa Jonica; e infine la Lombardia che ci ha ospitato per l’evento, con Bitter Campari, bitter italiano, ingrediente insostituibile e unico di molti drink importanti. Succo di lime e sciroppo di zucchero per completare e bilanciare. Il tutto shakerato e servito in coppetta Champagne. Ringrazio Abi Professional per queste opportunità, e ringrazio Sando Laugelli che crede in me!».
ITALIAATAVOLA
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