martedì 21 agosto 2018

Turisti a caccia di selfie estremi: denunce Da Roma a Venezia

Turisti a caccia 

di selfie estremi 

e like Da Roma 

foto: Il Giornale

a Venezia multe 

e denunce


Èl’estate dei protagonismi, dei selfie estremi e della caccia ai like a tutti i costi. Nelle principali mete turistiche tanti sono gli episodi di inciviltà con i sindaci che emanano regolamenti a raffica per il decoro. Ma arginare certi comportamenti è difficile e qualche volta la ragazzata finisce in tragedia. 

Venezia è sempre la città più “colpita” da queste forme di turismo scriteriato, di denunce e gesti spericolati se ne segnalano praticamente per dodici mesi all’anno, ma con l’estate la frequenza aumenta. L’ultima scena in ordine di tempo vede protagonisti due cuochi di una nave battente bandiera delle Bahamas che sono stati sanzionati nella notte tra domenica e lunedì dopo essere stati colti in flagrante mentre utilizzavano il Ponte di Rialto come un trampolino per gettarsi in acqua. Lo hanno fatto per tre volte: denunciati e 450 euro di multa a testa.


foto: Il Giornale

Venezia sta continuando ad aggiornare il suo regolamento per il decoro della città ed è proprio in corso di discussione in Comune l’introduzione del Daspo per chi si rende protagonista di episodi come quello di cui sopra. Intanto l’amministrazione comunale sta pensando di intraprendere le vie legali per una denuncia penale per l’episodio specifico.

Ma la Serenissima non è l’unica città che sta mettendo in atto nuovi regolamenti. Anche Ventotene (Lt) ha emanato appositamente per questa estate una norma che vieta alle persone di passeggiare per le vie dell’isola in costume da bagno. Come a dire: un conto è il bagnasciuga, un conto è la vita di tutti i giorni. Il sindaco ha precisato che si tratta di una indicazione generica che non punisce chi ha necessità di circolare indossando certi indumenti. Ma intanto la restrizione c’è e la bellezza di fare la spesa con abiti leggeri viene meno. Regime “poliziesco”? Forse, ma evidentemente si è esagerato e ora se ne pagano le conseguenze.

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Ventotene

E poi Roma dove alcuni turisti sono stati pizzicati fuori posto, per usare un eufemismo. Erano in tre e come “piscina” hanno scelto la vasca ai piedi dell’Altare della Patria, un monumento simbolo per la Capitale e l’Italia intera che ricorda i caduti. Non proprio un atto consono, insomma. Ma non importa, scattarsi una foto “particolare” vale più di qualunque altra cosa. La Polizia sta indagando per risalire alla loro identità. Strano, a dire il vero, che in una piazza Venezia affollata nessuno si sia “stranito”: eppure erano in tre e anche completamente nudi.

Qualcuno potrebbe gridare alla “goliardata” e qualcuno potrebbe anche dargli ragione. Qualcun altro potrebbe anche sputare le solite sentenze sugli italiani “cafoni” pure con un buon seguito. Ma quando il reato commesso da altri turisti diventa ancor più esplicito allora non si sfugge e crolla il mito degli italiani irrispettosi quando i protagonisti dello stesso reato sono francesi. È il caso di quattro transalpini che sono stati denunciati per essere entrati abusivamente nel Castello di Sammezzano, a Reggello (Fi), per scattarsi un selfie all’interno di una dimora storica che, oltretutto, è chiusa al pubblico per problemi di sicurezza. Apre solo in alcuni giorni dell’anno, ma in versione ridotta e protetta.

E qua si apre lo squarcio della sicurezza. Il bisogno di sentirsi protagonisti e di sentirsi liberi di fare tutto ciò che si vuole raggiunge alcune volte livelli estremi. Ben venga la voglia di avventura e la bellezza di scoprire luoghi lontani dalla civiltà, aspetto che magari fa pure comodo ad alcune località che vivono di turismo per pochi mesi all’anno. Ma, c’è un “ma”.

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foto: Il Gazzettino

Soprattutto in montagna il turismo è troppo spesso “ignorante”, intendendendo il termine nel suo significato più puro. Senza scomodare le maxi polemiche su chi scala l’Everest in ogni maniera, senza precauzioni e trasformando in un’immondizia la montagna più affascinante del mondo, basta guardare in casa nostra per capire che sono troppi i rischi che si prendono in certi posti.

L’ultimo allarme è scattato dopo la tragedia di lunedì 20 agosto nella gola del Raganello, nel Parco del Pollino, a Cosenza. 10 escursionisti (con il dato ancora parziale, purtroppo) hanno perso la vita travolti dalla piena del torrente. Altri 23 si sono salvati. Tra le vittime, anche una guida esperta della zona che conosceva perfettamente tutti i rischi. Questo dimostra che la natura (e spesso la montagna) colpisce anche i più esperti, ma questo non significa che non bisogna fare di tutto per limitare i rischi. Ed invece, nella gola del Raganello come in tanti altri luoghi, i turisti che passeggiano in infradito tra rocce, torrenti, pietre, e altri pericoli vari sono troppi.

L’attrezzatura e le abitudini non in linea con ciò che un contesto propone mettono a repentaglio la sicurezza propria e quella degli altri. A rischio c’è anche l’economia di quelle località che vivono di turismo o di eventi particolari che portano migliaia di persone in un luogo dimenticato per tutto il resto dell’anno. E, a rischio, ci sono anche alcuni tipi di turismo che stanno crescendo, ma che rischiano di soffocare per la “follia” di alcuni turisti. Pensiamo al boom del turismo sportivo e pensiamo a quanto accaduto nell’ultima edizione del Tour de France. Il ciclismo, lo sport più popolare del mondo che porta milioni di tifosi sulle strade, spesso in paesaggi magnifici, a tu per tu coi corridori rischia di perdere la sua essenza per gravi episodi di maleducazione.

(Turisti a caccia di selfie estremi e like Da Roma a Venezia multe e denunce)
Vincenzo Nibali (foto: Eurosport)

Durante la scalata all’Alpe d’Huez, l’italiano Vincenzo Nibali è stato fatto cadere da un "tifoso" (virgolette d'obbligo) che si era avvicinato troppo a lui per scattare una foto “estrema”. Il corridore ha dovuto ritirarsi per una vertebra fratturata. Qualche giorno prima il campione uscente Chris Froome era stato spintonato da un altro folle che ha rischiato di buttarlo a terra. Le polemiche sulla troppa gente e sui comportamenti maleducati non hanno tardato ad accumularsi. E quindi? Si è iniziato a parlare di ridurre la gente sulle strade o inserire norme più severe. Risultato? Meno turisti, meno spettacolo, meno prenotazioni negli alberghi, meno seguito, meno denaro, meno cultura. Brutto, triste, ma doveroso.

Le amministrazioni comunali, tutte le altre autorità del mondo, le organizzazioni degli eventi sportivi più “glamour” possono emanare regolamenti sempre più restrittivi, mettere tornelli, limitare il traffico e vigilare in modo sempre più costante, ma se viene meno il buonsenso dei cittadini-turisti poco si può fare per garantire la sicurezza degli stessi cittadini-turisti e per mantenere il decoro di oasi naturali e luoghi storici o culturali delle nostre belle, ma bistrattate, città.
di Federico Biffignandi

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