I Vignaioli Indipendenti pongono tre questioni: limiti di utilizzo del rame, rappresentatività nei consorzi e cumulo di cariche. Poggi: "diaologo costruttivo"
Una delegazione della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, guidata dalla presidente Matilde Poggi e dal vice presidente Walter Massa, è stata ricevuta per un incontro dal Ministro dell'Agricoltura e del Turismo, Gian Marco Centinaio.
La FIVI ha sottoposto al Ministro le più urgenti questioni di cui si si sta occupando. In primo luogo, la proposta europea di riduzione dei limiti di utilizzo del rame, che rischia di essere fortemente penalizzante per la viticoltura biologica italiana. I Vignaioli hanno poi espresso le proprie preoccupazioni per l'attuale regolamentazione del sistema di voto e di rappresentanza nei consorzi di tutela delle denominazioni di origine, all'interno dei quali si verificano situazioni di concentrazione del potere decisionale che possono penalizzare la partecipazione più ampia da parte degli attori delle filiere vitivinicole e segnatamente dei viticoltori. Infine, la FIVI ha sottoposto al ministro le proprie perplessità riguardo alle situazioni di cumulo di cariche che possono oggi verificarsi tra lo svolgimento del ruolo di amministratore di un consorzio di tutela e il medesimo ruolo ricoperto negli organismi di controllo deputati a svolgere l'attività nei confronti e a tutela delle denominazioni di origine.
“È stato molto importante per FIVI – ha dichiarato Matilde Poggi al termine dell'incontro - poter rappresentare al Ministro le proprie istanze che, come si può constatare agevolmente, non sono richieste a beneficio dei Vignaioli Indipendenti bensì oggettivi miglioramenti per tutta la filiera vitivinicola di qualità in Italia. Durante l’incontro abbiamo inoltre sottolineato il fatto che FIVI non fornisce servizi a pagamento ai suoi associati, ma si limita a rappresentarne gli interessi”.
Il Ministro Gian Marco Centinaio ha prestato attenzione alle proposte dei Vignaioli e alle argomentazioni che le supportano, esplicitando la propria volontà di lavorare, su quanto a lui sottoposto, immediatamente.
“Il proposito di FIVI – prosegue Poggi - da ora innanzi è quello di mettersi a disposizione del Ministero per collaborare sull'implementazione delle proposte e vigilare sull'effettiva traduzione in atti concreti della volontà, emersa in modo comune e convergente, di rafforzare la competitività del comparto vino e l'affidabilità delle strutture organizzative che lo guidano e lo controllano."
La FIVI ha sottoposto al Ministro le più urgenti questioni di cui si si sta occupando. In primo luogo, la proposta europea di riduzione dei limiti di utilizzo del rame, che rischia di essere fortemente penalizzante per la viticoltura biologica italiana. I Vignaioli hanno poi espresso le proprie preoccupazioni per l'attuale regolamentazione del sistema di voto e di rappresentanza nei consorzi di tutela delle denominazioni di origine, all'interno dei quali si verificano situazioni di concentrazione del potere decisionale che possono penalizzare la partecipazione più ampia da parte degli attori delle filiere vitivinicole e segnatamente dei viticoltori. Infine, la FIVI ha sottoposto al ministro le proprie perplessità riguardo alle situazioni di cumulo di cariche che possono oggi verificarsi tra lo svolgimento del ruolo di amministratore di un consorzio di tutela e il medesimo ruolo ricoperto negli organismi di controllo deputati a svolgere l'attività nei confronti e a tutela delle denominazioni di origine.
“È stato molto importante per FIVI – ha dichiarato Matilde Poggi al termine dell'incontro - poter rappresentare al Ministro le proprie istanze che, come si può constatare agevolmente, non sono richieste a beneficio dei Vignaioli Indipendenti bensì oggettivi miglioramenti per tutta la filiera vitivinicola di qualità in Italia. Durante l’incontro abbiamo inoltre sottolineato il fatto che FIVI non fornisce servizi a pagamento ai suoi associati, ma si limita a rappresentarne gli interessi”.
Il Ministro Gian Marco Centinaio ha prestato attenzione alle proposte dei Vignaioli e alle argomentazioni che le supportano, esplicitando la propria volontà di lavorare, su quanto a lui sottoposto, immediatamente.
“Il proposito di FIVI – prosegue Poggi - da ora innanzi è quello di mettersi a disposizione del Ministero per collaborare sull'implementazione delle proposte e vigilare sull'effettiva traduzione in atti concreti della volontà, emersa in modo comune e convergente, di rafforzare la competitività del comparto vino e l'affidabilità delle strutture organizzative che lo guidano e lo controllano."
Ufficio stampa FIVI:
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FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del Vignaiolo di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: "Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta".
Attualmente sono circa 1200 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 11.000 ettari di vigneto, per una media di quasi 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 80 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 280 milioni di euro. Gli 11.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico e per il 49 % secondo i principi della lotta integrata.
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del Vignaiolo di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: "Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta".
Attualmente sono circa 1200 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 11.000 ettari di vigneto, per una media di quasi 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 80 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 280 milioni di euro. Gli 11.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico e per il 49 % secondo i principi della lotta integrata.
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