Amolti sarà capitato di sentire dire da un parente o da un collega che il caffè faccia passare il mal di testa. Un’idea non del tutto infondata, se pensiamo che alcuni farmaci analgesici contengono proprio caffeina. Ma bere un espresso può davvero alleviare il dolore? Ne parla il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e responsabile del Centro Cefalee in Humanitas, in un approfondimento pubblicato su Humanitas Salute.
Emicrania: il ruolo della caffeina
Il caffè, o meglio la caffeina in esso contenuta, ha un’azione importante soprattutto contro l’emicrania. La caffeina, infatti, stimola la produzione di adrenalina e noradrenalina e blocca i recettori dell’adenosina, con un effetto vasocostrittore e stimolante che può ridurre i sintomi dell’attacco. Per questo motivo alcuni farmaci contro l’emicrania contengono caffeina: in certi casi, una tazzina di caffè (anche con qualche goccia di limone) può avere un effetto benefico. Il limite è che, durante le crisi, nausea e vomito - sintomi frequenti dell’emicrania - rendono difficile assumere bevande o cibi, caffè compreso.
Cefalea muscolo-tensiva: attenzione al caffè
Diverso è il discorso per la cefalea muscolo-tensiva, quella legata a posture scorrette, stress o stili di vita poco equilibrati. In questo caso, il caffè può rivelarsi controproducente, peggiorando il dolore invece di attenuarlo. Meglio puntare su una tisana o una camomilla, che favoriscono rilassamento e sonno.
Caffè e cefalea ipnica
C’è un altro tipo di mal di testa in cui il caffè può avere un effetto sorprendente: la cefalea ipnica, che colpisce soprattutto gli anziani e compare di notte, svegliando improvvisamente la persona. Si tratta di un dolore bilaterale, moderato, che può durare da 15 minuti a 4 ore. In questi casi, una tazza di caffè o una compressa di caffeina presa prima di andare a letto può aiutare ad attenuare o addirittura prevenire l’attacco.
Mal di testa da sospensione di caffeina
Il rapporto tra caffè ed emicrania, però, non è sempre positivo. L’abuso di caffeina (oltre 4-5 tazzine al giorno) può infatti innescare nuove crisi, generando tensione, disturbi del sonno, aumento della pressione e tachicardia. Non solo: esiste un mal di testa specifico legato proprio alla mancanza di caffeina, chiamato cefalea da sospensione. Questo tipo di dolore compare quando chi è abituato a consumare molto caffè smette improvvisamente di berlo. La stessa reazione può verificarsi anche in chi interrompe bruscamente l’assunzione di tè o bevande a base di cola.
Quali strategie adottare?
Bere una tazzina di caffè senza zucchero può quindi rappresentare un rimedio immediato e moderato contro l’emicrania, ma è bene non esagerare. Da un lato la caffeina contrasta la vasodilatazione che accentua il dolore, dall’altro può disturbare il sonno e peggiorare la situazione. Se il mal di testa è muscolo-tensivo, può essere utile scegliere una bevanda rilassante o concedersi una passeggiata serale: anche questo semplice gesto può aiutare, purché non venga vissuto come un obbligo. Chi soffre di emicrania, infatti, può avvertire un peggioramento dei sintomi quando ha la sensazione di dover fare qualcosa controvoglia, persino bere un caffè o uscire a camminare.
Quando consultare lo specialista
Il messaggio chiave è che non esiste una regola valida per tutti. Il caffè può rivelarsi un alleato contro alcuni tipi di cefalea, ma può peggiorarne altri o generare nuove forme di mal di testa. Per questo, sottolinea il dottor Tullo, è sempre bene rivolgersi a un neurologo quando il dolore si ripresenta frequentemente, così da distinguere un sintomo passeggero da una vera e propria patologia e individuare la terapia più adatta.
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