domenica 5 ottobre 2025

Caffè alleato o nemico del mal di testa?

 

Caffè, un alleato 

o un nemico del mal di testa? 

Ecco cosa dicono gli esperti

La caffeina può alleviare i sintomi dell’emicrania o, al contrario, scatenare nuove crisi se assunta in eccesso. Dalla cefalea ipnica al mal di testa da sospensione, ecco come il caffè influisce davvero

Amolti sarà capitato di sentire dire da un parente o da un collega che il caffè faccia passare il mal di testa. Un’idea non del tutto infondatase pensiamo che alcuni farmaci analgesici contengono proprio caffeina. Ma bere un espresso può davvero alleviare il dolore? Ne parla il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e responsabile del Centro Cefalee in Humanitas, in un approfondimento pubblicato su Humanitas Salute.

Caffè, un alleato o un nemico del mal di testa? Ecco cosa dicono gli esperti

Caffè e mal di testa: quando una tazzina può aiutare (e quando no)

Emicrania: il ruolo della caffeina

Il caffè, o meglio la caffeina in esso contenuta, ha un’azione importante soprattutto contro l’emicrania. La caffeina, infatti, stimola la produzione di adrenalina e noradrenalina e blocca i recettori dell’adenosina, con un effetto vasocostrittore e stimolante che può ridurre i sintomi dell’attacco. Per questo motivo alcuni farmaci contro l’emicrania contengono caffeina: in certi casi, una tazzina di caffè (anche con qualche goccia di limone) può avere un effetto beneficoIl limite è che, durante le crisi, nausea e vomito - sintomi frequenti dell’emicrania - rendono difficile assumere bevande o cibicaffè compreso.

Cefalea muscolo-tensiva: attenzione al caffè

Diverso è il discorso per la cefalea muscolo-tensivaquella legata a posture scorrettestress o stili di vita poco equilibrati. In questo caso, il caffè può rivelarsi controproducentepeggiorando il dolore invece di attenuarlo. Meglio puntare su una tisana o una camomilla, che favoriscono rilassamento e sonno.

Caffè e cefalea ipnica

C’è un altro tipo di mal di testa in cui il caffè può avere un effetto sorprendente: la cefalea ipnicache colpisce soprattutto gli anziani e compare di nottesvegliando improvvisamente la persona. Si tratta di un dolore bilaterale, moderato, che può durare da 15 minuti a 4 ore. In questi casiuna tazza di caffè o una compressa di caffeina presa prima di andare a letto può aiutare ad attenuare o addirittura prevenire l’attacco.

Mal di testa da sospensione di caffeina

Il rapporto tra caffè ed emicrania, però, non è sempre positivoL’abuso di caffeina (oltre 4-5 tazzine al giorno) può infatti innescare nuove crisi, generando tensione, disturbi del sonno, aumento della pressione e tachicardia. Non solo: esiste un mal di testa specifico legato proprio alla mancanza di caffeina, chiamato cefalea da sospensione. Questo tipo di dolore compare quando chi è abituato a consumare molto caffè smette improvvisamente di berlo. La stessa reazione può verificarsi anche in chi interrompe bruscamente l’assunzione di tè o bevande a base di cola.

Quali strategie adottare?

Bere una tazzina di caffè senza zucchero può quindi rappresentare un rimedio immediato e moderato contro l’emicraniama è bene non esagerare. Da un lato la caffeina contrasta la vasodilatazione che accentua il dolore, dall’altro può disturbare il sonno e peggiorare la situazione. Se il mal di testa è muscolo-tensivopuò essere utile scegliere una bevanda rilassante o concedersi una passeggiata serale: anche questo semplice gesto può aiutare, purché non venga vissuto come un obbligo. Chi soffre di emicrania, infatti, può avvertire un peggioramento dei sintomi quando ha la sensazione di dover fare qualcosa controvogliapersino bere un caffè o uscire a camminare.

Quando consultare lo specialista

Il messaggio chiave è che non esiste una regola valida per tuttiIl caffè può rivelarsi un alleato contro alcuni tipi di cefaleama può peggiorarne altri o generare nuove forme di mal di testa. Per questo, sottolinea il dottor Tullo, è sempre bene rivolgersi a un neurologo quando il dolore si ripresenta frequentemente, così da distinguere un sintomo passeggero da una vera e propria patologia e individuare la terapia più adatta.

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