mercoledì 6 novembre 2019

Il mezzo secolo di Internet Un italiano su 3 ordina cibo online

Il mezzo secolo 

di Internet
Un italiano su 3 

ordina cibo online


Cinquant’anni fa l’avvio di una rivoluzione che ha cambiato la vita dell’uomo. Oggi il cibo, spesso legato alla salute, è tra le presenze più costanti sul web. E sono cambiate anche le abitudini alimentari. Nel 2018 il 37% della popolazione ha ordinato un pasto, almeno una volta, dallo smartphone o dal computer.

Èla rivoluzione che ha cambiato le abitudini di vita di tutti, tranne che dei Millennials, che con Internet ci sono nati. Il web compie oggi, 29 ottobre, i suoi primi 50 anni di vita; mezzo secolo in cui il mondo è cambiato molto più velocemente che in tanti secoli precedenti.

Con Internet è cambiato anche il modo di fare la spesa (Il mezzo secolo di InternetUn italiano su 3 ordina cibo online)
Con Internet è cambiato anche il modo di fare la spesa

Oggi anche il cibo, o meglio il “food” com’è generalmente chiamato in rete, occupa uno spazio importante di Internet, legato senz’altro alla salute, alle ricette, alle culture culinarie del mondo, ai nuovi modi di fare la spesa, ma anche come mezzo di promozione per la maggior parte di locali, produttori e commercianti dei settori agroalimentare e della ristorazione.

In questo senso, non può sorprendere che più di un italiano su tre - addirittura il 37% della popolazione nazionale - nel 2018 abbia utilizzato una piattaforma web per ordinare cibo dal telefono o dal Pc. I risultati della recente ricerca di Censis e Coldiretti volta proprio a capire quali sono e come stanno cambiando le abitudini degli italiani in fatto di cibo e internet, fotografa una situazione ancora in rapido cambiamento, ma che si sta polarizzando verso un utilizzo sempre più marcato della rete. L’incremento di coloro che hanno iniziato a scegliere la rete per ordinare il proprio pasto è pari addirittura al 47%, rispetto soltanto all’anno precedente. E c’è da scommettere che il 2019 farà registrare un altro importante incremento, visto il proliferare delle tante piattaforme online di consegna del cibo a domicilio, che non smettono (anzi, continuano) a investire sul mercato italiano, al punto che la questione dei riders - i ciclofattorini che il cibo a casa lo portano materialmente - è da tempo all’ordine del giorno della politica.

A spingere gli italiani a ricorrere al cibo a domicilio, come rileva lo studio Coldiretti/Censis, c'è la poca voglia di cucinare (57,3%), il voler stupire amici e parenti con piatti di qualità (34,1%): è poi un diversivo per il 32,6%, il 26,5% non ha voglia di prepararsi i pasti da solo, il 24,7% vuole mangiare bene senza dover uscire (24,7%), il 18% ha voglia di provare piatti nuovi e il 6,9% non sa cucinare.

Internet come mezzo di informazione e “facilitatore” di tanti comportamenti, ma anche strumento di pubblicità e di scambio di opinioni. Nel mare magnum della rete, infatti, è impossibile dimenticare le potenzialità offerte dal web ai produttori delle eccellenze del Made in Italy, che grazie a Internet hanno potuto ampliare la loro attività, agli stessi locali e ai clienti di questi, che scambiandosi informazioni, spesso (a volte troppo spesso, purtroppo) si lasciano condizionare nella scelta del ristorante.

E qui ci sarebbe da aprire l’ampia parentesi dei siti di recensioni, che a volte penalizzano (ingiustamente) tanti locali, per via tanti troppi commenti fasulli presenti su questi portali. Ma tra i tanti aspetti che secondo gli italiani andrebbero migliorati, oltre a quello della trasparenza delle recensioni, per il 38,1% c'è il rispetto dei diritti del lavoro dei fattorini, per il 28% l'esigenza di avere una maggiore sicurezza dei prodotti durante il loro trasporto; il 25,3% poi chiede alle piattaforme web di promuovere anche la qualità dei prodotti e il 17,7% vorrebbe migliorare anche l'utilizzo di prodotti tipici e locali.
di Sergio Cotti
Sergio Cotti
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