«Difendo con le unghie
e i denti
la dignità
del lavoro
di ristoratore»
Lettera aperta di Giampiero D'Angelo, dirigente Fipe di Teramo, al premier Giuseppe Conte sulle difficoltà delle imprese dell'Horeca: i prestiti proposti dallo Stato servirebbero solo per pagare le tasse, non sono aiuti.
Pubblichiamo questo "sfogo" di un imprenditore abruzzese che bel rappresenta lo sttao di disagio della categoria oggi
più colpita dalla pandemia perchè le loro attività di ristorazione sono state chiuse da ormai un mese, ma non si vedono ancora aiuti concreti.
Premessa
«Ho fatto parte per anni del consiglio nazionale di una delle più grandi associazioni di categoria che rappresenta i pubblici esercizi ma questo post va oltre i rapporti politici, oltre le attività di lobby, oltre la diplomazia sindacale;
questo pensiero viene dall’uomo che difende con le unghie ed i denti la dignità del proprio lavoro.
Glielo dirò una sola volta perché sto usando questa quarantena per modernizzare le mie aziende e probabilmente non sarò tra quelli che usufruirà dei vantaggi che ogni due giorni ci propone».
Ill.mo Giuseppe Conte,
La ringrazio per la possibilità di poter avere liquidità a tasso agevolato con garanzia statale ma vorrei ricordarLe che chiedere alle imprese, in questo particolare momento, di contrarre debiti che voi avete generato non mi sembra giusto.
Gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani sono disponibili ad indebitarsi per investire nelle proprie aziende in un mercato consolidato e robusto, non certamente in un momento di totale incertezza per pagare debiti generati da ferie forzate.
La capisco, è rassicurante vivere un paio di mesi di emergenza quando si percepisce uno stipendio sicuro che arriva ogni fine mese, ma ora deve mettersi anche nei panni di chi quello stipendio se lo può guadagnare solo alzando la serranda ogni mattina e che vive con l’angoscia di non sapere cosa troverà e quando ripartirà il mercato.
Lo Stato ci propone un prestito, a fronte di aziende chiuse, con lo scopo neppure troppo nascosto di doverci pagare le tasse regolarmente seppur in scadenza prorogata a settembre.
Contrarre questi debiti da lasciare ai nostri figli è un orrore che nessun imprenditore e nessuna associazione di categoria dovrebbe accettare.
Ben altri sono gli aiuti che occorrono per ricominciare.
Questo post non arriverà mai al destinatario e non ha nessun potere per cambiare il verso delle cose ma
Sono sicuro che ce la faremo lo stesso.
Gianpiero D’Angelo *
* Terza generazione di ristoratori e proprietario del ristorante L’Ancora a Giulianova in prov. di Teramo (attivo dal 1977) e di una villa adibita a discoteca con un giardino per banquetinq, Moliké (attiva dal 2004). Dal 2011 è presidente provinciale del SILB-FIPE, di cui è anche consigliere nazionale, e già consigliere Nazionale di FIPE-Confcommercio dal 2014 al 2018.
più colpita dalla pandemia perchè le loro attività di ristorazione sono state chiuse da ormai un mese, ma non si vedono ancora aiuti concreti.
Premessa
«Ho fatto parte per anni del consiglio nazionale di una delle più grandi associazioni di categoria che rappresenta i pubblici esercizi ma questo post va oltre i rapporti politici, oltre le attività di lobby, oltre la diplomazia sindacale;
questo pensiero viene dall’uomo che difende con le unghie ed i denti la dignità del proprio lavoro.
Glielo dirò una sola volta perché sto usando questa quarantena per modernizzare le mie aziende e probabilmente non sarò tra quelli che usufruirà dei vantaggi che ogni due giorni ci propone».
Gianpiero D'Angelo
Ill.mo Giuseppe Conte,
La ringrazio per la possibilità di poter avere liquidità a tasso agevolato con garanzia statale ma vorrei ricordarLe che chiedere alle imprese, in questo particolare momento, di contrarre debiti che voi avete generato non mi sembra giusto.
Gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani sono disponibili ad indebitarsi per investire nelle proprie aziende in un mercato consolidato e robusto, non certamente in un momento di totale incertezza per pagare debiti generati da ferie forzate.
La capisco, è rassicurante vivere un paio di mesi di emergenza quando si percepisce uno stipendio sicuro che arriva ogni fine mese, ma ora deve mettersi anche nei panni di chi quello stipendio se lo può guadagnare solo alzando la serranda ogni mattina e che vive con l’angoscia di non sapere cosa troverà e quando ripartirà il mercato.
Lo Stato ci propone un prestito, a fronte di aziende chiuse, con lo scopo neppure troppo nascosto di doverci pagare le tasse regolarmente seppur in scadenza prorogata a settembre.
Contrarre questi debiti da lasciare ai nostri figli è un orrore che nessun imprenditore e nessuna associazione di categoria dovrebbe accettare.
Ben altri sono gli aiuti che occorrono per ricominciare.
Questo post non arriverà mai al destinatario e non ha nessun potere per cambiare il verso delle cose ma
Sono sicuro che ce la faremo lo stesso.
Gianpiero D’Angelo *
* Terza generazione di ristoratori e proprietario del ristorante L’Ancora a Giulianova in prov. di Teramo (attivo dal 1977) e di una villa adibita a discoteca con un giardino per banquetinq, Moliké (attiva dal 2004). Dal 2011 è presidente provinciale del SILB-FIPE, di cui è anche consigliere nazionale, e già consigliere Nazionale di FIPE-Confcommercio dal 2014 al 2018.
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