Capodanno, no al cenone
nei ristoranti d'albergo.
Per l'accoglienza
è il colpo di grazia
Il Dpcm Natale è in definizione. L'ultima limitazione riguarda i ristoranti negli alberghi che dovranno chiudere nella notte di S.Silvestro. Si tratta sull'apertura dei ristoranti per il pranzo di Natale. Resta il coprifuoco. Gli spostamenti tra regioni sono vietati dal 20 dicembre all'Epifania. Per chi torna dall'esterno, tampone o quarantena.
Il Dpcm per Natale che entrerà in vigore il 4 dicembre stringe ulteriormente la cinghia attorno alle attività di ristorazione e accoglienza. Mentre i contagi delle ultime 24 ore sono stati 20.709 con il tasso di positività sceso al 10% (ma con ancora 684 decessi), il Governo ha deciso di inserire nel pacchetto di divieti anche quello di tenere aperti i ristoranti negli hotel la notte dell’ultimo dell’anno. Una scelta figlia di uno verifica fatta negli ultimi giorni, dalla quale è emerso che molti cittadini hanno prenotato stanze negli alberghi di tutta Italia con cena compresa. Un modo per aggirare i divieti di organizzare feste e cenoni, tendenza che già si stava diffondendo dall’ultimo decreto che, invece, lasciava aperti i ristoranti degli alberghi. Via libera dunque al solo servizio in camera. Le decisioni finali saranno prese tra stasera e giovedì mattina in Consiglio dei ministri e subito inviato alle Regioni per eventuali rilievi. Il decreto dovrebbe essere firmato nella giornata di giovedì dal premier Giuseppe Conte, che, viene spiegato, dovrebbe tenere una conferenza stampa nel tardo pomeriggio o nella prima serata di domani per informare l'opinione pubblica sulle decisioni assunte, anche in vista delle festività natalizie.
Dagli albergatori le prime reazioni negative
La limitazione non è piaciuta agli albergatori. Il primo ad esporsi è stato ad Adnkronos/Labitalia, Gildo Trevisan, titolare del Hotel Al Pelmo di Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, e presidente del Consorzio turistico Cadore Dolomiti. «Tutto si può fare - ha detto - per noi albergatori cambia poco. Ma per un turista che va in montagna per svagarsi credo che cenare l'ultimo dell'anno in camera dopo le 18 sia svilente. Sarebbe meglio a questo punto fare un cenone il 31 dicembre dalle 14 alle 18 in albergo, con il dovuto distanziamento, e riservato naturalmente solo agli ospiti della struttura alberghiera, senza clienti esterni. Poi tutti a dormire».
Italia divisa ancora in fasce. Il giallo sarà "rafforzato"
Per il resto, molti divieti in vigore sono in via di conferma, così come la divisione dell’Italia in fasce: gialla, arancione e rossa. L’auspicio è che per le festività natalizie tutte le Regioni siano in fascia gialla, con un indice di contagio basso e la tenuta delle strutture sanitarie. Ma nonostante il colore faccia ben sperare, il Governo non intende abbassare la guardia, anzi. Il premier Giuseppe Conte ha parlato di «giallo rafforzato» riferendosi soprattutto al divieto di spostamento tra le Regioni, all’obbligo di quarantena per chi torna dall’estero dopo il 20 dicembre e alla scelta di mantenere il coprifuoco alle 22 anche nei giorni di Natale e Capodanno. Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia però ha garantito che dal 7 gennaio l'Italia riparte e che da metà dicembre sarà tutta zona gialla.
Ristoranti chiusi alle 18, possibile apertura al pranzo di 25, 26 e 31
I negozi chiuderanno alle 21 con i centri commerciali che potranno rimanere aperti il fine settimana e nei giorni festivi prima del 20 dicembre. Dovranno restare chiusi invece durante le festività. Per i ristoranti rimane la chiusura obbligatoria alle 18 e dopo quest’orario saranno consentite soltanto la vendita d’asporto - con divieto di consumare cibo e bevande nelle vicinanze del locale - e la consegna a domicilio. Dopo lunga discussione potrebbero restare aperti i ristoranti il giorno di Natale, Santo Stefano e forse anche a Capodanno. Una soluzione che, secondo gli esperti del Cts, «eviterebbe i pranzi con un numero alto di commensali all’interno delle case favorendo invece gli incontri in luoghi che hanno regole ferree». Con il che si torna al problema della decisione tutta politica di chiudere i ristoranti....
A Natale niente sci in Italia
La conferma sullo sci intanto ormai è certa: saranno chiusi gli impianti e le piste da sci per tutto il periodo natalizio. Fumata nera sull’ipotesi di poter raggiungere un accordo in sede europea com l’Italia che ha deciso, dunque, di fermare le vacanze in montagna. Resta aperta una finestrella sull’aperture degli alberghi di montagna, sui quali è in corso una discussione serrata. L’idea di tenerli aperti potrebbe apparire allettante, ma chi ci andrà? Gli incassi giustificheranno le spese?
Quarantena o tampone per chi rientra dall'estero
Intanto per scoraggiare i soggiorni oltre confine, soprattutto in quei Paesi che hanno deciso di consentire lo sci - tra gli altri Svizzera e Slovenia mentre l’Austria sta pensando alla quarantena di dieci giorni per chi arriva da fuori - è stato stabilito che chi ritorna dall’estero dopo il 20 dicembre dovrà effettuare la quarantena. A chi invece torna prima di quella data sarà sufficiente sottoporsi al tampone.
Stop spostamenti tra Regioni dal 20 dicembre al 6 gennaio
Per quanto riguarda lo spostamento tra regioni, sarà vietato anche tra quelle che si trovano in fascia gialla, dal 20 dicembre e per tutta la durata delle festività, fino a dopo l’Epifania. Misura che riguarderà anche i comuni, ma solo il 25, 26 dicembre e 1 gennaio, come ha detto il ministro Speranza in Senato illustrando le nuove misure per l’emergenza Covid. La scelta del governo è stata fatta «per limitare al massimo i trasferimenti che, come accaduto la scorsa estate, hanno veicolato il virus in tutto il Paese». Sarà sempre previsto il ritorno presso la propria residenza o domicilio e si sta ancora discutendo se concedere deroghe per evitare che gli anziani debbano trascorrere le festività da soli, dunque consentendo a un parente stretto di muoversi.
Apertura sulle seconde case
Tra le deroghe su cui il premier e i ministri hanno discusso fino a notte c’è quella che consentirebbe di raggiungere le seconde case anche se si trovano fuori regione, purché in fascia gialla. Il capitolo spostamenti è tra quelli che hanno creato maggiori tensioni nella riunione serale con i capi delegazione. Palazzo Chigi ha deciso di scrivere un decreto ad hoc, che andrà in Gazzetta Ufficiale insieme al Dpcm e servirà a «coprire» dal punto di vista costituzionale la limitazione delle libertà personali, a cominciare dalla circolazione. Il decreto dovrà anche allungare la vita del Dpcm, che fin qui è stata di soli 30 giorni.
Il coprifuoco resta dalle 22 alle 6
Capitolo coprifuoco: rimane lo stop alle uscite non necessarie dalle 22 alle 6 per l’intero periodo delle festività. La scelta del Governo per evitare gli assembramenti è quella di impedire gli spostamenti dopo quest’orario anche la sera di Natale e quella di Capodanno. Nessuna deroga sarà prevista nei giorni festivi, le funzioni religiose dovranno dunque terminare entro un orario compatibile con il rientro a casa dei fedeli. Al momento l’indicazione della Conferenza episcopale è che ogni parrocchia organizzi le messe durante le giornate festive seguendo i protocolli e quindi evitando gli assembramenti. C’è comunque l’ipotesi di fornire un’indicazione riguardo alla messa di Natale che potrebbe essere celebrata alle 20. italiaatavola
Tante li limitazioni per le festività
Dagli albergatori le prime reazioni negative
La limitazione non è piaciuta agli albergatori. Il primo ad esporsi è stato ad Adnkronos/Labitalia, Gildo Trevisan, titolare del Hotel Al Pelmo di Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, e presidente del Consorzio turistico Cadore Dolomiti. «Tutto si può fare - ha detto - per noi albergatori cambia poco. Ma per un turista che va in montagna per svagarsi credo che cenare l'ultimo dell'anno in camera dopo le 18 sia svilente. Sarebbe meglio a questo punto fare un cenone il 31 dicembre dalle 14 alle 18 in albergo, con il dovuto distanziamento, e riservato naturalmente solo agli ospiti della struttura alberghiera, senza clienti esterni. Poi tutti a dormire».
Italia divisa ancora in fasce. Il giallo sarà "rafforzato"
Per il resto, molti divieti in vigore sono in via di conferma, così come la divisione dell’Italia in fasce: gialla, arancione e rossa. L’auspicio è che per le festività natalizie tutte le Regioni siano in fascia gialla, con un indice di contagio basso e la tenuta delle strutture sanitarie. Ma nonostante il colore faccia ben sperare, il Governo non intende abbassare la guardia, anzi. Il premier Giuseppe Conte ha parlato di «giallo rafforzato» riferendosi soprattutto al divieto di spostamento tra le Regioni, all’obbligo di quarantena per chi torna dall’estero dopo il 20 dicembre e alla scelta di mantenere il coprifuoco alle 22 anche nei giorni di Natale e Capodanno. Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia però ha garantito che dal 7 gennaio l'Italia riparte e che da metà dicembre sarà tutta zona gialla.
Ristoranti chiusi alle 18, possibile apertura al pranzo di 25, 26 e 31
I negozi chiuderanno alle 21 con i centri commerciali che potranno rimanere aperti il fine settimana e nei giorni festivi prima del 20 dicembre. Dovranno restare chiusi invece durante le festività. Per i ristoranti rimane la chiusura obbligatoria alle 18 e dopo quest’orario saranno consentite soltanto la vendita d’asporto - con divieto di consumare cibo e bevande nelle vicinanze del locale - e la consegna a domicilio. Dopo lunga discussione potrebbero restare aperti i ristoranti il giorno di Natale, Santo Stefano e forse anche a Capodanno. Una soluzione che, secondo gli esperti del Cts, «eviterebbe i pranzi con un numero alto di commensali all’interno delle case favorendo invece gli incontri in luoghi che hanno regole ferree». Con il che si torna al problema della decisione tutta politica di chiudere i ristoranti....
A Natale niente sci in Italia
La conferma sullo sci intanto ormai è certa: saranno chiusi gli impianti e le piste da sci per tutto il periodo natalizio. Fumata nera sull’ipotesi di poter raggiungere un accordo in sede europea com l’Italia che ha deciso, dunque, di fermare le vacanze in montagna. Resta aperta una finestrella sull’aperture degli alberghi di montagna, sui quali è in corso una discussione serrata. L’idea di tenerli aperti potrebbe apparire allettante, ma chi ci andrà? Gli incassi giustificheranno le spese?
Quarantena o tampone per chi rientra dall'estero
Intanto per scoraggiare i soggiorni oltre confine, soprattutto in quei Paesi che hanno deciso di consentire lo sci - tra gli altri Svizzera e Slovenia mentre l’Austria sta pensando alla quarantena di dieci giorni per chi arriva da fuori - è stato stabilito che chi ritorna dall’estero dopo il 20 dicembre dovrà effettuare la quarantena. A chi invece torna prima di quella data sarà sufficiente sottoporsi al tampone.
Stop spostamenti tra Regioni dal 20 dicembre al 6 gennaio
Per quanto riguarda lo spostamento tra regioni, sarà vietato anche tra quelle che si trovano in fascia gialla, dal 20 dicembre e per tutta la durata delle festività, fino a dopo l’Epifania. Misura che riguarderà anche i comuni, ma solo il 25, 26 dicembre e 1 gennaio, come ha detto il ministro Speranza in Senato illustrando le nuove misure per l’emergenza Covid. La scelta del governo è stata fatta «per limitare al massimo i trasferimenti che, come accaduto la scorsa estate, hanno veicolato il virus in tutto il Paese». Sarà sempre previsto il ritorno presso la propria residenza o domicilio e si sta ancora discutendo se concedere deroghe per evitare che gli anziani debbano trascorrere le festività da soli, dunque consentendo a un parente stretto di muoversi.
Apertura sulle seconde case
Tra le deroghe su cui il premier e i ministri hanno discusso fino a notte c’è quella che consentirebbe di raggiungere le seconde case anche se si trovano fuori regione, purché in fascia gialla. Il capitolo spostamenti è tra quelli che hanno creato maggiori tensioni nella riunione serale con i capi delegazione. Palazzo Chigi ha deciso di scrivere un decreto ad hoc, che andrà in Gazzetta Ufficiale insieme al Dpcm e servirà a «coprire» dal punto di vista costituzionale la limitazione delle libertà personali, a cominciare dalla circolazione. Il decreto dovrà anche allungare la vita del Dpcm, che fin qui è stata di soli 30 giorni.
Il coprifuoco resta dalle 22 alle 6
Capitolo coprifuoco: rimane lo stop alle uscite non necessarie dalle 22 alle 6 per l’intero periodo delle festività. La scelta del Governo per evitare gli assembramenti è quella di impedire gli spostamenti dopo quest’orario anche la sera di Natale e quella di Capodanno. Nessuna deroga sarà prevista nei giorni festivi, le funzioni religiose dovranno dunque terminare entro un orario compatibile con il rientro a casa dei fedeli. Al momento l’indicazione della Conferenza episcopale è che ogni parrocchia organizzi le messe durante le giornate festive seguendo i protocolli e quindi evitando gli assembramenti. C’è comunque l’ipotesi di fornire un’indicazione riguardo alla messa di Natale che potrebbe essere celebrata alle 20. italiaatavola
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