I tedeschi “capitolano” al Nutriscore francese. Popoli ora alleati (nella casa comune europea che, pur con tutti i suoi limiti, garantisce la pace a un continente che ha scatenato, tra tanti altri interni, anche due conflitti mondiali…) ma per secoli divisi da rivalità e guerre con alterni esiti, adesso è la Germania ad arrendersi alla Francia: per fortuna non sui campi di battaglia ma a tavola.

 

Levata di scudi contro il Nutriscore

Come? Adottando il famigerato sistema gallico di etichettatura a semaforo degli alimenti. Quello che accettare, secondo Ivano Vacondio di Federalimentare, significherebbe “delegare alla Francia le nostre linee guida sulla nutrizione”.
E nondimeno, la Repubblica Federale Tedesca ha ufficialmente adottato il modello di etichettatura fronte pacco transalpino. Immediata la levata di scudi italiana, che in tema di alimentazione non ha certo nulla da farsi insegnare, o peggio dettare dai “cugini” d’Oltralpe.
“Nel riaffermare la delusione dei produttori italiani per una scelta che appare affrettata e non particolarmente consona alle tradizioni alimentari tedesche, Federalimentare rileva che il decreto di attuazione varato dal governo di Berlino fa riferimento al Nutriscore secondo le linee previste dal possessore del copyright, e cioè un’agenzia dipendente dal Ministero della Salute francese. Ciò significa che il ventilato tentativo di modificare l’algoritmo per adeguarlo alle linee guida nazionali è legalmente impossibile”.
Come rappresentante dell’industria alimentare italiana, Federalimentare ribadisce la ferma opposizione a un sistema fuorviante e ingannevole che non favorisce la salute dei consumatori. Al Governo nazionale la preghiera di “respingere senza tentennamenti ogni ipotesi di compromesso tesa ad accettare il Nutriscore in cambio di fumose promesse di modifica dell’algoritmo, legalmente irrealizzabili e comunque non sufficienti a garantire il made in Italy dalle conseguenze negative del sistema francese”. L’Italia non può certo riconoscere a un ente straniero la facoltà di certificare la salubrità o l’insalubrità dei propri prodotti per mezzo di un meccanismo che non tiene neanche conto delle specificità di ogni popolazione quanto ad abitudini alimentari e linee guida nutrizionali.

Non passa lo straniero: l’offensiva della NutrInform Battery

Intanto, in attesa delle contromosse a livello comunitario, la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova ha firmato il decreto che introdurrà l’utilizzo volontario su cibi e bevande italiani dell’etichetta alternativa proposta dal nostro Paese, la cosiddetta NutrInform Battery, che informa il consumatore in merito al contenuto di energia, grassi, zucchero e sale degli alimenti. A riguardo, Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia ha commentato: “Si concretizza il lavoro dell’intera filiera agroalimentare italiana. Non è solo un contrasto alla proposta dell’etichetta a semaforo che resta comunque inadatta a fornire le corrette informazioni ai consumatori europei, con evidenti rischi per la salute di tutti, e che favorisce unicamente gli alimenti artificiali e ultra trasformati, ma una proposta costruttiva che va nell’interesse dei cittadini e dei produttori più seri”.
Filiera Italia ha definito il NutrInform come una soluzione per aiutare il consumatore a valutare un alimento nel complesso della sua dieta, senza demonizzare singoli ingredienti ma al contrario aumentando la consapevolezza di ciò che si assume. In questo senso è di fondamentale importanza l’esclusione di Dop e Igp, prodotti d’eccellenza del made in Italy di altissimo valore che non devono essere assimilati o banalizzati con qualsiasi meccanismo di etichettatura nutrizionale.
“A partire da questo momento l’intera filiera nazionale si mobiliterà insieme ai ministeri competenti con azioni ad hoc volte a diffondere e far conoscere ai consumatori l’etichetta nutrizionale italiana”, conclude Scordamaglia. Bartù

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