Green pass al ristorante, altro paradosso: genitori sì, figli no
La Fipe solleva il problema relativo al fatto che, se il lasciapassare dovesse essere obbligatorio per i ristoranti, molti giovanissimi non potrebbero accedere perché ancora in attesa di potersi vaccinare. Questo creerebbe un problema sociale notevole, con inevitabili ripercussioni sull'economia del settore che ormai da inizio pandemia paga scelte senza senso
Un problema sociale più che economico, o forse diventa un problema economico perché in principio lo è di tipo sociale. Si parla, ancora, di Green pass che da lunedì dovrebbe diventare obbligatorio per i tavoli al chiuso dei ristoranti; la Fipe ha già espresso il suo parere contrario non tanto per lo strumento in sé, quanto per la sua applicazione non omogenea che andrà a colpire ancora una volta bar e ristoranti. Non si può dire che si torna come a maggio quando ci si poteva sedere solo all’aperto, ma poco ci manca.
Il problema delle famiglie
Da qui, a cascata, una serie di problematiche non indifferenti rilevate dalla stessa Fipe, come quella che vedrebbe famiglie spaccate se il pass dovrebbe entrare in vigore. «Da lunedì prossimo - spiega Aldo Cursano, vice presidente vicario di Fipe-Confcommercio - se passa l’obbligo del Green pass anche per andare al ristorante oltre tre milioni di famiglie italiane verranno letteralmente spaccate in due. Al momento infatti ci sono circa 4 milioni di giovanissimi tra i 12 e i 19 anni non ancora vaccinati. Non si tratta di no vax ma di persone in attesa del loro turno. Molti di questi ragazzi passeranno le vacanze con i genitori, in larga parte già vaccinati, ma non potranno andare neppure a mangiare una pizza con loro. Questo cortocircuito è dato dalla fretta con la quale si vuole approvare una norma che, così congegnata, non porterà gli effetti attesi».
Nessun effetto positivo dalla campagna
Un attentato alla libertà delle persone come sostengono coloro i quali non vogliono l’entrata in vigore del lasciapassare che accerta l’avvenuta vaccinazione, la guarigione o un tampone negativo entro le 48 ore. «Se il Governo - aggiunge Cursano - è comprensibilmente preoccupato per i 3 milioni di over 60 che ancora non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino allora deve sapere che l’azione di moral suasion attraverso i ristoranti rischia di essere fallimentare. Solo il 9% degli over 60, infatti, è un frequentatore non occasionale di questi esercizi. Ecco perché questa misura, oltre ad essere iniqua, dal momento che penalizza alcune imprese risparmiandone altre, non riuscirà a spingere gli over 60 più scettici a vaccinarsi. Allora tanto vale mettere l’obbligo di vaccinazione almeno per gli over 60».
italiaatavola
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