Tutti pazzi per il gin, liscio o miscelato
Il “fenomeno” gin era difficile da immaginare solo 15 anni fa. Oggi si moltiplicano le proposte nel segno della ricerca di botaniche originali e con un occhio di riguardo alla sostenibilitàIl ginepro resta centrale, ma le varianti si adattano ad ogni tipo di cocktail. Il boom dei consumi riguarda sia il fuori casa (bar) che la grande distribuzione.
In cima alla lista delle preferenze dei consumatori, grazie alla sua versatilità nella realizzazione di cocktail, ma anche - ed è questa la novità - semplicemente liscio. A temperatura ambiente il gin è in grado di esprimere tutte le sue caratteristiche e permette di assaporare al meglio tutti i suoi profumi. Il distillato, ricavato dal mosto di cereali fermentati, viene aromatizzato con il ginepro, ma la differenza la fanno i botanicals, scelti con cura dal mastro distillatore per garantire un prodotto originale e unico. E qui ci si può veramente sbizzarrire, tanto che in commercio si trovano anche bottiglie molto pregiate di gin giapponesi che utilizzano le botaniche del fiore di loto. Oltre al classico ginepro è molto diffuso l’utilizzo di cardamomo, coriandolo, agrumi, pepe, angelica, pompelmo, cui si aggiungono fiori, rose, liquirizia, anice e molte altre. Vista la richiesta, oggi i locali si sono attrezzati per mettere a disposizione dei clienti un’ampia scelta di gin, di tutte le fasce di prezzo, con distillerie in grado addirittura di creare gin su misura, partendo dalle botaniche.
Il “fenomeno” gin era difficile da immaginare solo 15 anni fa, quando nei pubblici esercizi spopolava la vodka. Da dieci anni, invece, il distillato ha letteralmente spodestato la concorrenza di altri superalcolici, generando interesse in tutto il mondo. Alcune regioni, come l’Umbria, si sono specializzate nella coltivazione di botaniche particolari che vengono anche esportate. La creatività è insomma oggi l’ingrediente segreto che caratterizza i numerosi e variegati prodotti che troviamo sul mercato.
Crescita dei consumi al bancone e delle vendite nella Gdo
Nell’ultimo anno si è verificato un fisiologico aumento di vendite nella Gdo, ma dalla riapertura di bar e ristoranti, il gin è tornato ad essere il vero protagonista dei cocktail che vengono serviti al bancone, con bottiglie il cui costo supera anche i 500 euro. Ma il gin ben si abbina anche a piatti che vantano una certa grassezza, come il sushi, cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi tempi.
Dai primi esperimenti, portati avanti nelle abbazie dai monaci, che univano alcol e ginepro come esperimento, principalmente per sfruttarne le capacità medicinali e antinfiammatorie, il gin di strada ne ha fatta parecchia. La consacrazione è avvenuta con gli inglesi che, una volta scoperto, lo adottarono quasi come bevanda nazionale, con il London Dry Gin, presto arricchito con le spezie e i botanicals provenienti dalle colonie indiane.
Tante le proposte sul mercato
Oggi sul mercato troviamo una grande varietà di gin, come il Death’s Door, conosciuto per la qualità del grano, l’Aviation, il Roby Marton’s Gin che fra gli ingredienti vanta la liquirizia o il Gin Primo, aromatizzato con il sale di Cervia, ma anche realtà francesi dove il gin viene ottenuto dal vino, con la distillazione dell’uva e l’aggiunta di botaniche. Fra i prodotti sul mercato, segnaliamo “Martin Miller’s Gin”, che nasce da un incontro tra la decisa personalità delle bacche di ginepro e la purezza dell’acqua sorgiva islandese, in un blend equilibrato e morbido, dalle sorprendenti sfumature aromatiche.
«Siamo in un momento in cui (finalmente!) le persone scelgono di bere distillati, soprattutto in forma miscelata, e possono assaporare delle vere e proprie esperienze di gusto grazie al sempre più alto livello di competenza e professionalità dei bartender», commenta Maurizio Andriani, brand ambassador di Rossi & Rossi, azienda italiana giunta alla terza generazione, che distribuisce Martin Miller’s Gin. «Assistiamo inoltre alla nascita e allo sviluppo di nuovi brand di spirits sempre più attenti all’artigianalità e alla qualità. Il consumatore ha più scelta e sfrutta questo “potere” a suo vantaggio, si affaccia a nuovi distillati mai provati, si crea un’idea critica ed è diventato consapevolmente il protagonista del cocktail bar. Questi ultimi tempi hanno dato un’accelerata alla crescita dei rivenditori online e i consumatori possono selezionare molteplici referenze, non solo al bar o in enoteca, ma tranquillamente dal telefono e farsele recapitare direttamente a casa. Si tratta di una vera rivoluzione del mercato - prosegue Andriani - con una varietà di prodotti di alta qualità fino a poco tempo fa impensabile. Le vendite sono riprese in maniera incoraggiante, ma è complicato paragonare l’attuale situazione di mercato a quanto accadeva prima della pandemia. Ora viviamo un desiderio di ripresa, ma avvolti da una bolla di incertezza verso il futuro. Piani di investimento e strategie sono ridimensionate a tempi brevi, servono scelte politiche e finanziarie che possano garantire una solida ripresa e un sostegno per un settore che si mantiene in bilico. L’unico aspetto consolidato - conclude Andriani - è che le persone amano e desiderano socializzare e interagire tra loro e il bar, luogo magico e incantato, non deve mai più restare chiuso».
Un occhio di riguardo
alla sostenibilità
Sul mercato non manca l’attenzione a prodotti sostenibili. Da un richiamo esplicito alla natura e un abbraccio nei confronti della filosofia green nasce Naturæ Gin, che sbarca sul mercato con la sua prima referenza “Fructetum”, ecosostenibile grazie all’attenta selezione di botaniche italiane e all’utilizzo di tecniche artigianali, con una base alcolica certificata Bio, bottiglie in vetro 100% riciclato, etichette in polipropilene riciclabile e packaging plastic-free.
«Per contribuire alla salvaguardia del pianeta e saldare il debito nei suoi confronti, abbiamo investito tutte le risorse a nostra disposizione per creare un brand il più ecosostenibile possibile», affermano i fondatori di Naturæ Gin, Diego Sgarbossa e Carlo De Filippo. «Una parte del ricavato delle vendite è devoluta a Treedom, una piattaforma che permette di piantare alberi a distanza, supportando la riforestazione della Terra».
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