La lotta di classe sanitaria passa dalla mensa aziendale. Il dibattito che ha coinvolto politici, imprese e sindacati attorno alla richiesta di green pass per i servizi di ristorazione collettiva avrà il suo culmine venerdì 13 agosto. In quella data i dipendenti della Hanon Systems in provincia di Torino hanno indetto uno sciopero di due ore su ogni turno per protestare contro le disposizioni dell’azienda relative all’accesso ai refettori dove viene servito il pranzo ai lavoratori.
A rischio la tenuta della ristorazione collettiva
A pochi giorni dall’entrata in vigore dell’estensione dell’obbligo di green pass per accedere ai servizi di ristorazione, il fronte della “lotta” si sposta dai pubblici esercizi alla ristorazione collettiva. Al centro c’è l’errata equiparazione delle mense con i ristoranti. Un’operazione che ha scontentato tutti. A partire dalle aziende che offrono questo settore. Il rischio, come raccontato da Italia a Tavola, è che attraverso le mense si forzi, di fatto, la vaccinazione obbligatoria per i lavoratori. Il tutto mettendo in mezzo un settore duramente colpito dalla pandemia a causa del ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende appaltanti, di ospedali ordinari trasformati in reparti Covid tout court e di uno smart working che via via si fa sempre più strutturale. E che adesso non vuole saperne di doversi sobbarcare eventuali, ulteriori controlli sanitari dopo lo sforzo effettuato per attuare protocolli di sicurezza stringenti.
La posizione dei sindacati
Dall’altro lato, però, c’è la necessità di mettere in sicurezza i lavoratori delle aziende che usufruiscono del servizio mensa. Un tema che si annoda a doppio filo con quello dell’obbligatorietà vaccinale e le conseguenze per eventuali lavoratori no-vax. Sul tema è intervenuto nei giorni scorsi anche il segretario della Cgil, Maurizio Landini. In un’intervista a Repubblica ha affermato che «se il Governo pensa che il vaccino debba essere obbligatorio, lo dica e approvi una legge. Abbiano il coraggio di farlo! Non si può pensare di raggiungere il medesimo obiettivo in maniera surrettizia, a danno di chi lavora. È una forzatura controproducente rispetto all’obiettivo di realizzare la vaccinazione per tutti».ITALIAATAVOLA
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