giovedì 27 febbraio 2025

Anche se il governo strizza l'occhio a Trump, i dazi colpiranno

 

Anche se il governo strizza l'occhio 

a Trump, i dazi colpiranno anche l'Italia

Il presidente americano continua a insistere sull'imposizione di dazi del 25% sulle importazioni dall'Ue, colpendo anche l’Italia. Il settore agroalimentare rischia perdite per miliardi di euro, con impatti su vino, olio e pasta, come denuncia Coldiretti. E a poco servirà l'atteggiamento benevolo che il governo Meloni sta avendo nei confronti di Trump e Musk

di Alberto Lupini
direttore

Anche se il governo strizza l'occhio a Trump, i dazi colpiranno anche l'Italia

Altro che attenzione particolare verso l'amica Giorgia. Anche l'Italia rischia di pagare duramente l'ennesima guerra che ora Trump minaccia di aprire con l'Europa a cui dice di voler applicare dazi del 25% su tutte le importazioni senza nessuna esclusione di tipologia o provenienza. E questo perché l'Unione Europea, per lui, sarebbe nata solo per “fregare” gli Usa (!).

Trump, più di una sparata

Una sparata che, al di là dei numeri falsi annunciati (il deficit commerciale Usa/Ue è esattamente la metà dei 300 miliardi di dollari che dice il presidente americano), apre una nuova frattura nel mondo occidentale che sempre più perplesso assiste al ribaltamento di alleanze e accordi internazionali decisi giorno per giorno dall'inquilino della Casa Bianca. E per noi la situazione non è certo brillante considerando che con i tedeschi siamo i maggiori esportatori verso gli States.

Anche se il governo strizza l'occhio a Trump, i dazi colpiranno anche l'Italia

Donald Trump insiste sui dazi al 25% per le merci Ue

È vero che Trump usa tutte le peggiori modalità dei social (aggressioni verbali, bugie e realtà virtuale creta dall'intelligenza artificiali, vedi il video sui resort a Gaza) e nel suo mondo tutto si mischia (dazi, guerra, ideologia, famiglia e quel che resta della diplomazia), ma quel che spara non è sempre quel che poi realizza. Ma certo quando ci sono annunci di sconquassi nell'economia mondiale, poi le crisi si innescano quasi da sole…

Trump, gli effetti degli eventuali dazi

Per restare al solo dato dell'agroalimentare, se davvero il 2 aprile scattassero dazi del 25% sulle esportazioni made in Italy, ai consumatori americani acquistare vini o formaggi italiani  potrebbe costare fino a 2 miliardi di euro in più, con un sicuro calo delle vendite.  E, quindi calerebbe il nostro export che l'anno scorso aveva raggiunto il record di 7,8 miliardi di euro. Se i dazi dovessero interessare l'intero agroalimentare, il costo stimato da Coldiretti per le singole filiere sarebbe di quasi 500 milioni solo per il vino, circa 240 milioni per l'olio d'oliva, 170 milioni per la pasta e 120 milioni per i formaggi.

E non caso, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandinilancia un allarme invitando forse il Governo ad essere meno “benevolo” verso gli Usa di Trump e Musk. «L'imposizione di dazi sulle nostre esportazioni - dice - aprirebbe ovviamente uno scenario preoccupante, tanto più in considerazione dell'importanza che il mercato statunitense ha per le nostre produzioni agroalimentari e non solo. Negli Usa l'agroalimentare italiano è cresciuto in valore del 17% contro un calo del 3,6% dell'export generale, confermando ancora una volta che il cibo italiano è un simbolo dell'economia del Paese. Per questo crediamo che debbano essere messe in campo tutte le necessarie azioni diplomatiche per scongiurare una guerra commerciale che danneggerebbe cittadini e imprese europee e americane».

Dazi di Trump, la reazione della Borsa

Un passaggio, quello sui danni di tutti, di non poco conto, e di cui molti esperti anche negli Usa cominciano a rendersi conto. Il Sole 24Ore evidenza, ad esempio, come la Borsa stia calando negli Usa prima di tutto in seguito all'aggressiva politica di Donald Trump, che aumenta l'incertezza tra famiglie e imprese statunitensi se davvero dovesse scoppiare una guerra commerciale con i quattro Paesi da cui gli Usa maggiormente importano: dall'Ue il 19% del totale, dal Messico il 15% e da Cina e Canada il 14% ciascuno. E questo mentre i titoli tecnologici, forse sopravalutati, secondo alcuni investitori internazionali potrebbero crollare, dopo che Tesla, ad esempio, in due mesi ha già perso il 40% del suo valore, costando da sola 137 miliardi di perdite per il patrimonio di Musk, a cui non basta certo imbracciare la motosega per imporre ad europei o cinesi di comprare le sue automobili o i suoi satelliti.


Trump-Ue: la guerra dei dazi

E tutto ciò senza considerare che a dazi si può rispondere con altri dazi o, ad esempio, rinunciando ad acquistare prodotti Usa. Per restare all'agroalimentare si può benissimo vivere senza bere Coca Cola e senza mangiare i panini di McDonald's. Ai dazi della prima presidenza Trump l'Europa aveva risposto con tariffe aggiuntive del 25% su una serie di prodotti simbolo del made in Usa agroalimentare come ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane, oltre a salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, liquori come vodka e rum.

Una guerra commerciale non servirebbe a nessuno, ma in questo momento non la si può escludere e quindi è forse bene attrezzarsi con meno speranze di godere di una qualche tutela per vicinanza “ideologica” (come forse sperano Salvini e Meloni) e tenere presente che i dazi di 5 anni portarono a cali del 15% dell'export italiano di frutta negli Usa, di -28% per le carni e i prodotti ittici lavorati, di -19% dei formaggi e delle confetture e del -20% dei liquori. Ma anche il vino, seppur colpito solo più tardi, aveva registrato un - 6%.

Questo ovviamente per il solo settore agroalimentare, ma poi c'è la moda, l'auto, la tecnologia, con il che i danni per tutti aumenterebbero in maniera esponenziale. Forse qualche lezione di storia al presidente americano non guasterebbe: l'Europa unita non è nata per fregare qualcuno ma per evitare la guerra e garantire benessere a tanti…e fra questi alle multinazionali americane che sul mercato europeo fanno affari colassali, senza neanche pagare le tasse come capita alle realtà del web, da Amazon a Facebook o X.

L'immagine di copertina è stata creata con l'intelligenza artificiale.

Nessun commento:

Posta un commento