Domenica 2 febbraio si chiuderà un capitolo importante della storia di Città Alta a Bergamo: dopo 45 anni di attività, "Ol Baretì" abbassa infatti per sempre la serranda. Il piccolo locale di via Gombito, proprio di fronte alla fontana di San Pancrazio, ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per cittadini e turisti. Ma ora, i suoi gestori, Michele Bagattini e Mirella Morrone, hanno deciso di voltare pagina. La licenza è stata ceduta al vicino ristorante "Il Sole", che manterrà l'attività come bar, ma senza i suoi storici protagonisti dietro al bancone.
Sabato sera sarà il momento dei ricordi e dei saluti: «Regaleremo anche la maglietta del locale. È una nostra piccola tradizione: ne abbiamo fatta una anche quando abbiamo compiuto 40 anni» racconta Mirella a L'Eco di Bergamo, che insieme alla sorella Antonella e al marito Michele ha portato avanti l'attività fondata dalla famiglia Bagattini. Nel 1979, tutto iniziò con mamma Luciana Artifoni, papà Savino Bagattini e la sorella Piera Bagattini. Oggi, dopo quasi mezzo secolo, i gestori hanno deciso che è arrivato il momento di dire basta: «Lunedì daremo ufficialmente le chiavi ai nuovi proprietari. Ci hanno detto che rimarrà un bar» conferma Mirella.
I motivi che hanno portato alla chiusura de Ol Baretì
Dietro questa scelta, c'è la voglia di un cambiamento radicale: «Arrivati a quasi 60 anni io e avendoli superati mio marito, abbiamo il desiderio di cambiare vita, iniziare a godercela raccogliendo i frutti di tanto lavoro. Abbiamo un progetto - svela Mirella. Andare a vivere in Puglia e dedicarci al casale che abbiamo comprato, alla terra e agli ulivi». Ma la decisione non è solo personale. C'è anche una Città Alta che, agli occhi di Mirella e Michele, non è più la stessa di una volta. «Abbiamo visto Città Alta cambiare, tanto - spiega Mirella. Dal punto di vista lavorativo c'è stato un miglioramento: i clienti sono aumentati negli ultimi anni e di questo non possiamo certo lamentarci. Ma a essere cambiato e peggiorato, è l'ambiente di Città Alta. Ormai ci sono solo bed & breakfast e turisti. Di abitanti che vivono in Città Alta non ce ne sono quasi più. Così come di giovani».
Negli anni d'oro del locale, il sabato sera in Città Alta era un rituale per i giovani bergamaschi. Oggi, invece, la scena è diversa. «Gli ultimi che abbiamo "tenuto a battesimo" hanno ormai 20 anni e non c'è un'altra generazione che si appresta a popolare Città Alta. I ragazzi che abitano ancora qui sono affezionati a noi, ma per divertirsi non restano qui, vanno in città bassa. In più, si è persa la moda per i giovani di passare il sabato sera qui in Città Alta. In tanti ci dicono anche che c'è difficoltà a salire perché non tutti hanno capito come funziona la nuova viabilità».
«Sono tutti cambiamenti di cui noi, vecchia guardia di Città Alta, risentiamo. Non ci riconosciamo più nelle sue nuove vesti» racconta Mirella. Noi, con la nostra famiglia, sin dai tempi dei genitori di Michele, abbiamo voluto preservare e mantenere un'anima popolare nel nostro locale». L'addio a "Ol Baretì" è carico di emozione, ma non è un taglio netto con il passato. «Lasciamo con dispiacere i nostri clienti affezionati, ma certi che la famiglia allargata che abbiamo costruito non si sfalderà mai del tutto». E così, con un brindisi e qualche lacrima nascosta dietro il bancone, si chiude un'epoca. "Ol Baretì" va in pensione, ma il suo ricordo resterà per sempre tra le pietre antiche di Città Alta.
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