Amaro Lucano, storia
di una famiglia
Leonardo Vena:
«La passione ci distingue»
Dal bisnonno Pasquale, che miscelò erbe da tutto il mondo, all'azienda di oggi. La storia dell'amaro Lucano oscilla tra Italia, Basilicata, Stati Uniti, con le quattro generazioni di famiglia Vena a portarla avanti
Ad aprile si svolgerà a Milano la Lucano "Us Competition", contest tra i bartender americani alle prese con cocktail a base di Amaro Lucano. Scelti tra i migliori attraverso semifinali a New York, Chicago e Los Angeles, città dove l'antica azienda lucana ha il maggior mercato. Lucano è il frutto della storia della famiglia Vena che, per generazioni e senza mai saltarne una, vi si è dedicata.
«Il primo amaro l'ho bevuto a cinque o sei anni, di nascosto dal papà nell'azienda di famiglia - confessa Leonardo Vena, oggi amministratore delegato del gruppo insieme al fratello Francesco - e in azienda abbiamo passato molto tempo da bambini, correvamo tra le scrivanie degli impiegati, giocavamo e facevamo i compiti. Il tutto ebbe inizio da mio bisnonno Pasquale nato nel 1871 che aveva moltissimi fratelli, una decina in tutto, e vivevano a Pisticci».
«Molti di loro - prosegue Leonardo - andarono a Napoli intorno al 1880 e da lì alcuni si imbarcarono per gli Stati Uniti. Immagini che a novembre 2016 per fare una sorpresa a mio padre per il suo sessantesimo compleanno abbiamo rintracciato, tra l'America, il comune di Pisticci e Facebook, tutti i Vena e abbiamo fatto una riunione di famiglia nel New Jersey, eravamo una cinquantina».
«Mio bisnonno - prosegue nel racconto - non si imbarcò per Staten Island ma restò a Napoli dove trovò lavoro come garzone di pasticceria e frequentò una scuola di botanica, la celebre "Scuola salernitana", e imparò tutto sulle erbe officinali. Tornato al paese aprì un bar e una piccola ditta di liquori, la "Pasquale Vena e figli" e nel 1894 fonda l'azienda "Lucano del Cavalier Pasquale Vena" che produceva diversi liquori; lui era pasticcere e si intendeva di erbe, ne ha utilizzate provenienti da tutto il mondo. Ci siamo chiesti spesso come avesse fatto, e ci siamo risposti che Napoli era un vero porto di mare all'epoca.
«Poi - prosegue il racconto di Leonardo - mio nonno Leonardo e suo fratello Giuseppe hanno preso in mano il laboratorio e hanno fondato l'azienda vera e propria. Per ricordare tutto questo tra un anno apriremo il museo Vena a Pisticci in Basilicata. Il fratello Giuseppe era quello che usciva con il furgoncino (le cui foto sono appese ai muri del Lucano Bar, nuovo showroom a Milano) che il padre riempiva e non doveva tornare sino a che non era vuoto, girava tra Basilicata e Puglia vendendo anche amaro sfuso. All'epoca l'amaro era un mezzo medicinale, un toccasana».
«Sospesa la produzione durante le guerre - continua - dopo la seconda guerra mondiale aumenta il volume di vendite, conquistando altre zone; arriva il primo stabilimento allo scalo di Pisticci. La spinta vera si ebbe negli anni sessanta-settanta con la réclame televisiva». I Vena furono precursori nel campo della pubblicità che faceva crescere vendite e quindi produzione anche con altri prodotti legati al dopo pasto».
«Oggi tutta la famiglia - racconta incessante Leonardo - è impegnata in azienda: mamma Rosistella Provinzano è presidente, dopo aver gestito con il marito quindici anni di attività, quando morì il nonno; un momento di grandi cambiamenti, negli anni novanta-duemila, poi i figli ormai adulti entrarono in azienda. Ma dal basso. Abbiamo condiviso un patto di famiglia e ognuno di noi figli ha fatto un percorso di studi, un'esperienza all'estero e ha lavorato in un'altra azienda. Io ad esempio come brand manager alle Tre Marie che, nel food, ha dinamiche simili alle nostre».
Oggi Leonardo e il fratello Francesco sono entrambi amministratore delegato. Il primo con deleghe sulla parte commerciale, marketing ed estero, il secondo su quella contrattuale, legale e produttiva, mentre la sorella Letizia è nel team di marketing. Un'esperienza formativa completa, che i Vena trasferiscono ai loro collaboratori con passione: «Mi piacerebbe - dice Leonardo - che tutti lavorassero come se l'azienda fosse loro, ma mi rendo conto che sia quasi un sogno. Non tutti possiamo essere Steve Jobs. Vorrei anche che ci fosse più tecnologia, nuovi sistemi di lavoro che migliorino la qualità della vita in azienda e vedere le persone contente del posto in cui lavorano. Abbiamo strada da fare, ma siamo in cammino».
Sullo sviluppo commerciale annuncia obiettivi chiari: «Vorrei conquistare gli Stati Uniti nel vero senso della parola. Dove siamo presenti andiamo bene, ma non basta. È poi c'è il progetto Cina, dove Lucano è leader di mercato. Tra gli altri Paesi dove vogliamo crescere c'è sicuramente la Germania, un grande mercato incredibile, impressionante per le quantità, dove si beve molto amaro, ci stiamo lavorando mettendo dei giovani a capo della rete commerciale. Credo molto nei giovani, nell'entusiasmo che hanno e nelle loro idee».
In Italia Lucano fattura l'85% del totale ma vuole raggiungere il 25% di export. «In Italia - spiega Vena - l'amaro è un fatto legato alla regionalità, la media è un amaro a provincia. Alcuni sono più famosi all'estero che da noi. Dico sempre che gli italiani hanno inventato gli amari e gli americani insegnano a berlo», afferma parlando delle nuove tendenze del bartendering. «Il 12 e 13 marzo al Palazzo del ghiaccio di Milano - continua - presenteremo il libro di Brad Thomas Parsons "Amaro": il grande esperto si è appassionato al mondo degli amari che oggi sono protagonisti della mixology».
«È un futuro anche commerciale - spiega Leonardo - anzi un presente, l'ho capito in prima persona andando in America o a Londra città da cui tutto parte. Combinazioni di sapori ed erbe che si mixano benissimo con altri spirits, dal gin alla tequila al whisky. Un mondo dei giovani che si avvicina al nostro prodotto». Anche in cucina l'amaro può essere protagonista nelle preparazioni. «Con Bruno Barbieri - racconta - avevamo fatto delle ricette con l'amaro o riduzioni per cuocere le carni, è adatto anche nei dolci o come guarnizione del gelato, suggerisco anche il Tiramisù all'amaro».
E alla fine della chiacchierata ci svela il suo cocktail preferito: «Il Negroni, ovviamente con amaro Lucano al posto del bitter. E ghiaccio a grandi cubetti».
Per informazioni: www.amarolucano.it
«Il primo amaro l'ho bevuto a cinque o sei anni, di nascosto dal papà nell'azienda di famiglia - confessa Leonardo Vena, oggi amministratore delegato del gruppo insieme al fratello Francesco - e in azienda abbiamo passato molto tempo da bambini, correvamo tra le scrivanie degli impiegati, giocavamo e facevamo i compiti. Il tutto ebbe inizio da mio bisnonno Pasquale nato nel 1871 che aveva moltissimi fratelli, una decina in tutto, e vivevano a Pisticci».
«Molti di loro - prosegue Leonardo - andarono a Napoli intorno al 1880 e da lì alcuni si imbarcarono per gli Stati Uniti. Immagini che a novembre 2016 per fare una sorpresa a mio padre per il suo sessantesimo compleanno abbiamo rintracciato, tra l'America, il comune di Pisticci e Facebook, tutti i Vena e abbiamo fatto una riunione di famiglia nel New Jersey, eravamo una cinquantina».
«Mio bisnonno - prosegue nel racconto - non si imbarcò per Staten Island ma restò a Napoli dove trovò lavoro come garzone di pasticceria e frequentò una scuola di botanica, la celebre "Scuola salernitana", e imparò tutto sulle erbe officinali. Tornato al paese aprì un bar e una piccola ditta di liquori, la "Pasquale Vena e figli" e nel 1894 fonda l'azienda "Lucano del Cavalier Pasquale Vena" che produceva diversi liquori; lui era pasticcere e si intendeva di erbe, ne ha utilizzate provenienti da tutto il mondo. Ci siamo chiesti spesso come avesse fatto, e ci siamo risposti che Napoli era un vero porto di mare all'epoca.
«Poi - prosegue il racconto di Leonardo - mio nonno Leonardo e suo fratello Giuseppe hanno preso in mano il laboratorio e hanno fondato l'azienda vera e propria. Per ricordare tutto questo tra un anno apriremo il museo Vena a Pisticci in Basilicata. Il fratello Giuseppe era quello che usciva con il furgoncino (le cui foto sono appese ai muri del Lucano Bar, nuovo showroom a Milano) che il padre riempiva e non doveva tornare sino a che non era vuoto, girava tra Basilicata e Puglia vendendo anche amaro sfuso. All'epoca l'amaro era un mezzo medicinale, un toccasana».
Leonardo Vena
«Sospesa la produzione durante le guerre - continua - dopo la seconda guerra mondiale aumenta il volume di vendite, conquistando altre zone; arriva il primo stabilimento allo scalo di Pisticci. La spinta vera si ebbe negli anni sessanta-settanta con la réclame televisiva». I Vena furono precursori nel campo della pubblicità che faceva crescere vendite e quindi produzione anche con altri prodotti legati al dopo pasto».
«Oggi tutta la famiglia - racconta incessante Leonardo - è impegnata in azienda: mamma Rosistella Provinzano è presidente, dopo aver gestito con il marito quindici anni di attività, quando morì il nonno; un momento di grandi cambiamenti, negli anni novanta-duemila, poi i figli ormai adulti entrarono in azienda. Ma dal basso. Abbiamo condiviso un patto di famiglia e ognuno di noi figli ha fatto un percorso di studi, un'esperienza all'estero e ha lavorato in un'altra azienda. Io ad esempio come brand manager alle Tre Marie che, nel food, ha dinamiche simili alle nostre».
Oggi Leonardo e il fratello Francesco sono entrambi amministratore delegato. Il primo con deleghe sulla parte commerciale, marketing ed estero, il secondo su quella contrattuale, legale e produttiva, mentre la sorella Letizia è nel team di marketing. Un'esperienza formativa completa, che i Vena trasferiscono ai loro collaboratori con passione: «Mi piacerebbe - dice Leonardo - che tutti lavorassero come se l'azienda fosse loro, ma mi rendo conto che sia quasi un sogno. Non tutti possiamo essere Steve Jobs. Vorrei anche che ci fosse più tecnologia, nuovi sistemi di lavoro che migliorino la qualità della vita in azienda e vedere le persone contente del posto in cui lavorano. Abbiamo strada da fare, ma siamo in cammino».
Sullo sviluppo commerciale annuncia obiettivi chiari: «Vorrei conquistare gli Stati Uniti nel vero senso della parola. Dove siamo presenti andiamo bene, ma non basta. È poi c'è il progetto Cina, dove Lucano è leader di mercato. Tra gli altri Paesi dove vogliamo crescere c'è sicuramente la Germania, un grande mercato incredibile, impressionante per le quantità, dove si beve molto amaro, ci stiamo lavorando mettendo dei giovani a capo della rete commerciale. Credo molto nei giovani, nell'entusiasmo che hanno e nelle loro idee».
In Italia Lucano fattura l'85% del totale ma vuole raggiungere il 25% di export. «In Italia - spiega Vena - l'amaro è un fatto legato alla regionalità, la media è un amaro a provincia. Alcuni sono più famosi all'estero che da noi. Dico sempre che gli italiani hanno inventato gli amari e gli americani insegnano a berlo», afferma parlando delle nuove tendenze del bartendering. «Il 12 e 13 marzo al Palazzo del ghiaccio di Milano - continua - presenteremo il libro di Brad Thomas Parsons "Amaro": il grande esperto si è appassionato al mondo degli amari che oggi sono protagonisti della mixology».
«È un futuro anche commerciale - spiega Leonardo - anzi un presente, l'ho capito in prima persona andando in America o a Londra città da cui tutto parte. Combinazioni di sapori ed erbe che si mixano benissimo con altri spirits, dal gin alla tequila al whisky. Un mondo dei giovani che si avvicina al nostro prodotto». Anche in cucina l'amaro può essere protagonista nelle preparazioni. «Con Bruno Barbieri - racconta - avevamo fatto delle ricette con l'amaro o riduzioni per cuocere le carni, è adatto anche nei dolci o come guarnizione del gelato, suggerisco anche il Tiramisù all'amaro».
E alla fine della chiacchierata ci svela il suo cocktail preferito: «Il Negroni, ovviamente con amaro Lucano al posto del bitter. E ghiaccio a grandi cubetti».
Per informazioni: www.amarolucano.it
di Andrea Radic
vicedirettore
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