A Trento
le bollicine Ferrari
In cantina con...
Alessandro Lunelli
Ferrari quest'anno ha superato gli Champagne nel concorso più prestigioso al mondo vincendo il premio "Producer of the year".
A Trento nevica da un giorno intero, ma alla cantina Ferrari la mattinata è già di intenso lavoro, siamo nel periodo natalizio e le bollicine sono le più richieste sia in Italia che all'estero.«Questa era la sede storica, qui si producevano bottiglie già 50 anni fa, oggi è il nostro show-room», spiega Alessandro Lunelli nell'accoglierci nel "tempio delle bollicine trentine". E sì, perché fu il signor Giulio Ferrari, classe 1879, il primo a capire che dalle vigne di queste montagne si poteva realizzare un grande metodo classico e a lui subentrò, proprio in questo luogo, la famiglia Lunelli, proprietaria dell'azienda che porta in tutto il mondo le insegne di Trento e delle sue bollicine.
Alessandro Lunelli
Nell'accogliente e luminoso spazio su cui si affacciano diverse sale degustazione, gli alberi di Natale sono ovviamente di bottiglie. Con Alessandro Lunelli disponiamo per confrontarle, sul bancone la scala di misurazione dei formati delle bottiglie che vanno dai 375cl della "mezzena" alla Balthazar che contiene 12 litri. Poi si scende in cantina, dove si producono oltre cinque milioni di bottiglie all'anno, che riposano qui, affinando sui lieviti per una media di quattro anni ciascuna. Passiamo accanto alle vasche in acciaio, delle quali Alessandro ci spiega l'utilizzo, un'area moderna, limpida, luminosa, pulitissima, dove il vino riposa nella prima fase del lavoro in cantina, le uve dalla vigna arrivano qui, dove comincia la fermentazione, terminata la quale, il vino viene travasato in un'altra vasca per le fasi successive di produzione.
«L'acciaio viene utilizzato da alcuni decenni - aggiunge Lunelli - prima il vino fermentava in botti di legno e presentava note più vanigliate, tostate, più forti. Per recuperare questa tradizione il nostro Ferrari Riserva Lunelli fa parte della fermentazione in legno così da prendere grande corpo e struttura. Tutto nasce dalla campagna gli enologi in vigna, mi dice sempre papà, per crescere uva sana e salubre. Il punto importante è assicurarci che ogni acino che entra in Ferrari sia di assoluta qualità, perché Il segreto scoperto da Giulio Ferrari 150 anni fa, sta nelle nostre montagne. In estate, la temperatura fresca delle notti e il caldo delle giornate consente infatti una bella maturazione ed una elevata acidità. Questa combinazione raggiunge il perfetto equilibrio tra il 20 agosto e il 15 settembre, e quindi si vendemmia».
Camminando giungiamo nella parte della cantina dove il vino fermenta in bottiglia riposando sui propri lieviti. Le bottiglie inclinate nelle pupitres, ricevono il rito del "remuage" come ci mostra Alessandro con gesti precisi: «Si prendono le bottiglie, leggera scossa, si ruotano e si inclinano leggermente, se lo fai bene i lieviti cadono esattamente sul tappo». Lui gesti perfetti, io ci provo, sembra facile, invece è un gesto fondamentale per la realizzazione del metodo classico e l'esperienza conta molto.
Nella parte storica della cantina Ferrari le luci calde e soffuse illuminano una parte adibita a piccolo museo con antichi macchinari per imbottigliare e una macchina in argento che venne utilizzata per la prima volta in Ferrari e consentiva di travasare il vino senza ossidarlo. Appesa al muro c'è anche una fotografia particolarmente cara ad Alessandro: «In questa immagine ci sono mio nonno Bruno, che prese le redini della cantina dopo Giulio Ferrari, mio padre, qui giovincello negli anni sessanta e mio zio Gino, che hanno condotto l'azienda per molti anni insieme a zio Franco». Anche oggi la generazione successiva guida cantina e azienda come facevano i padri, con Camilla, sorella di Alessandro e il cugino Matteo, presidente del gruppo.
Infine il cuore della cantina, una piccola stanza con soffitto a volta dove si conservano gelosamente le bottiglie di riserva Giulio Ferrari degli anni cinquanta e sessanta, e le primissime annate della riserva del fondatore. Qui Alessandro mostra padronanza della sciabola e si esibisce in un perfetto "Sabrage" aprendo la bottiglia con un solo, netto, colpo della lama. Da una nicchia una bottiglia di Ferrari del 1979, ci osserva. La nostra visita termina, come doveroso, con una degustazione con Ferrari Perlé 2011, Ferrari Perlé Nero 2009, Ferrari Riserva Lunelli 2008 e Giulio Ferrari riserva del fondatore 2006. Un'esperienza tutta trentina fatta soprattutto di Chardonnay e un po' di Pinot nero, non una verticale ma una diagonale nello Chardonnay.
Ed ecco entrare Mauro Lunelli, papà di Alessandro, ma anche papà del "Giulio Ferrari" Riserva che ci racconta così: «È il mio primogenito, nato nel 1972. Allora la nostra azienda faceva poco più di centomila bottiglie all'anno, adesso siamo oltre i cinque milioni. Quando nel 1980 ho fatto assaggiare ai miei fratelli una bottiglia del '72 è piaciuto molto, ma quando ho detto loro che stava da parte dal 72, volevano mettermi le mani addosso perché non lo avevo messo sul mercato. Invece è stato così apprezzato che lo abbiamo chiamato come il fondatore dell'azienda Giulio Ferrari e ha riscosso e sta riscuotendo un grande successo a livello anche a livello internazionale».
Alessandro e Mauro Lunelli
Perché va ricordato che al concorso internazionale per champagne e vini spumanti più prestigioso del mondo, categoria "Produttore dell'anno" il terzo posto è andato ad uno champagne, il secondo ad uno champagne e il primo a Ferrari.
di Andrea Radic
vicedirettore
vicedirettore
Per informazioni: www.ferraritrento.it
Nessun commento:
Posta un commento