Classe, stile ed umiltà
Tre regole per il futuro
del bartending
Nel panorama del bartending quello a cui maggiormente si dovrà badare per la continuità della professione del barman italiano sarà il rispetto di tre regole tanto semplici quanto determinanti: classe, stille ed umiltà.
Tre parole che prese singolarmente dicono poco, ma che insieme danno vita ad un cocktail professionale che durerà poi nel tempo, come i cocktail chiamati Mondiali. Trovare nuove leve che possano continuare la tradizione di questo bartending italiano, fatto di persone che stanno dietro i banchi bar e si fanno conoscere ed apprezzare per le loro gesta verso i clienti e le aziende per cui lavorano, sta diventando quasi una cosa strana, vista la continua rincorsa all’apparire di molte giovani leve che pensano che la strada giusta sia quella dell’immagine, o del legare il proprio nome a qualche marchio di liquori per farne poi il brand ambassador.
Gabriele Tammaro
In realtà il barman, vorrei far capire, è colui che sta dietro il banco bar e giornalmente prepara e serve la clientela di tutto il mondo innanzitutto, e poi se avanza tempo metterà a disposizione del futuro professionale di questo Paese la sua esperienza per far crescere e continuare la tradizione che in Italia esiste da decenni. Ecco perché vorrei far conoscere all’Italia del bartending Gabriele Tammaro, il quale dal 2007 (anno in cui iniziò la sua avventura al bar), ha ben compreso l’importanza dei tre ingredienti citati in apertura iniziando da dove tutti dovrebbero partire per diventare poi bravi barman, ovvero servendo ai tavoli, per passare poi ai primi passi dietro un banco bar all’ombra di figure di spicco. Lui ha incontrato Silvio Borghesan all’American Bar Maryln di Canegrate (Mi), Alessandro Melis e Pierluigi Francesco presso Drinkable, la più importante azienda di bar catering che abbiamo oggi in Italia, per diventare poi dal 2015 l’assistente di Paolo Rovellini presso locali quali il Duomo Terrace 21 dell’Hotel Town House di Milano e lo Shed Club a Busto Arsizio (Va). Tutti professionisti che a loro volta hanno ricevuto qualcosa da qualcuno senza i clamori dei riflettori ed hanno poi saputo trasmetterlo a Gabriele cosi a come molti altri.Oggi possiamo dire che la sua carriera ha avuto una svolta importante, e dal marzo del 2017 è entrato a far parte del team di Replay, presso l’american bar The Stage di piazza Gae Aulenti di Milano, sotto la direzione di Francesco Cione, già barman/Personaggio dell’anno di Italia a Tavola nel 2014. Gabriele ha le idee chiare, inerente la sua futura carriera, forse anche dovuto alla laurea in scienze politiche conseguita nel 2011, maturare esperienze diverse per metterle poi a disposizione del futuro delle nuove leve facendo comprendere quale sia la giusta strada a chi inizierà a fare questo splendido lavoro. È notizia di questi giorni che Gabriele rappresenterà l’Italia del bartending alla finale mondiale Iba del 2018 a Tallin in Estonia essendo risultato vincitore alle selezioni Italiane di Loano (Sv) organizzate da Aibes.
Chiedo a Gabriele come veda il suo futuro e la sua risposta semplice ma schietta è la seguente: «Per quanto concerne il mio futuro, vedrò di continuare a lavorare con umiltà rimanendo attaccato alle radici del mio lavoro. Ho la fortuna di essere a contatto con figure del mondo del bartending che mi possono insegnare sempre qualcosa di nuovo, permettendomi di crescere ma rimanendo sempre con i piedi per terra. Cercherò di trasmettere tutto ciò anche alle nuove leve, cercando di dire a loro, come hanno fatto con me, che questo mondo porta ad essere alienati dai media, concorsi ed eventi, mentre invece è il lavoro quotidiano ed il continuo aggiornamento che ti permette di crescere veramente».
Salutiamo Gabriele e l’unico consiglio che mi sento di dargli è quello di affrontare delle esperienze all’estero, elemento indispensabile per una completa crescita.
di Carmine Lamorte
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