giovedì 24 maggio 2018

Asolo, l'altro volto del Prosecco

Asolo, l'altro volto 

del Prosecco
Vino e territorio 

qui fanno squadra


La Città dai cento orizzonti, la chiamava Carducci. Ricca di storia e di grandi donne, Asolo, piccolo borgo in provincia di Treviso, oggi vuole raccontarsi attraverso un altro valore che la contraddistingue: il vino.

Abbiamo esplorato un po' Asolo, abbiamo conosciuto la sua ospitalità, soggiornando a Villa Cipriani, gemello del più noto cinque stelle lusso veneziano, ma al quale nulla ha da invidiare; abbiamo conosciuto le persone che la abitano, persone che prima di tutto vivono convinte delle potenzialità del proprio territorio, dal sindaco Mauro Migliorini al presidente del Consorzio Vini Asolo Montello Armando Serena fino all'ex sindaco e direttore/coordinatore del Consorzio Loredana Baldisser.

Gianandrea Salvestrin, Maurizio Bonotto, Mauro Migliorini, Armando Serena e Wladimiro Gobbo (Asolo, l'altro volto del Prosecco Vino e territorio qui fanno squadra)
Gianandrea Salvestrin (presidente Cna Asolo), Maurizio Bonotto (vicepresidente della Provincia di Treviso), Mauro Migliorini, Armando Serena e Wladimiro Gobbo (delegato Ais Veneto della Provincia di Treviso)

Ed è proprio merito di questo amore per la propria cittadina se territorio e vino s'intrecciano costantemente, stimolandosi e "tutelandosi" a vicenda: «Il Consorzio Vini Asolo Montello sta svolgendo un lavoro incredibile in collaborazione con le amministrazioni comunali, non solo di Asolo, ma di 19 comuni che attraverso il consorzio lavorano per il mantenimento del paesaggio, delle nostre bellezze storiche e architettoniche». E, ancor più significativo: «Consorzio e amministrazione sono un binomio, camminano insieme per promuovere il territorio, per promuovere il turismo». Queste le parole del sindaco Migliorini, che senza dilungarsi lascia intendere una mission comune: la salvaguardia e la promozione di ciò che per tutti gli abitanti, dai produttori ai consumatori di Asolo, è casa.
Seppur interessante e ricca di spunti, la storia di Asolo, come si suol dire è storia, ed è giusto che qui lasci spazio al presente del borghetto veneto: il vino (non si creda, naturalmente, che l'enologia qui di storia non ce l'abbia: la viticoltura nelle zone più vocate del Veneto, in particolare nel Trevigiano, era tenuta in grande considerazione fin dal Sacro Romano Impero!).

Il Consorzio Vini Asolo Montello
Qui le denominazioni sono principalmente tre, di cui due Docg, l'Asolo Prosecco Superiore, naturalmente, e il Montello Superiore. Inutile dire che la prima prevale nettamente sulla seconda (basti pensare al successo del fenomeno Prosecco in questi anni): si parla di 196 ettari di Montello contro i 1.644 di Asolo Prosecco, che da solo conta 13milioni di bottiglie l'anno, con la volontà di giungere a 15milioni durante il prossimo triennio.

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Ambiziosa la prospettiva del Consorzio, di spingersi alle 15milioni di bottiglie, ma non troppo: parallelamente al successo di mercato che sta ottenendo l'Asolo nell'ultimo periodo, è da segnalare anche la modifica del disciplinare dalla vendemmia 2014, che ha alzato la resa a 135 quintali per ettaro, analoga a quella del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene. Se a ciò si aggiunge la distintività che caratterizza nel bicchiere il Prosecco Superiore di Asolo (sentori più agrumati, spiccata mineralità e struttura), un Consorzio con un'identità rinnovata e più forte (Consorzio Vini Asolo Montello è stato recentemente coniato, soppiantando il precedente Consorzio Tutela Vini Montello Colli Asolani) e il gioco di squadra che si è concretizzato al recente Vinitaly con il Sistema Prosecco, allora possiamo certamente dire che le prospettive per questo vino e conseguenzialmente per questo territorio sono più che promettenti.

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Qualche numero e qualche informazione possono essere utili:
  • Il Consorzio nasce nell'85 e rimane pressoché inattivo fino al 2012, anno dell'insediamento del presidente Serena e inizio del boom del Prosecco nel mondo
  • Il territorio di produzione dell'Asolo Prosecco e del Montello Docg conta 629 viticoltori, di cui 293 sono soci e 336 indipendenti), 94 vinificatori e 56 imbottigliatori.
  • L'Asolo Prosecco Superiore Docg è suddiviso in: 64% export, 36% consumo interno (per la maggior parte nel Nord Italia)

Ci si trova di fronte ad una situazione che mira al gioco di squadra e alla valorizzazione di sé e dei propri prodotti, ai quali ultimi va aggiunta un'ulteriore, la terza, denominazione, «Montello Asolo o Asolo Montello - spiega il presidente del Consorzio Armando Serena - che difende i vitigni storici del territorio». E ancora, i due autoctoni, «che vogliamo portare avanti sempre di più per differenziare la produzione»: si tratta dell'Incrocio Manzoni 6013 e della Recantina, vitigno quest'ultimo dimenticato per anni, «che stava per scomparire» e ora in fase di riqualificazione, grazie all'opera inizialmente della cantina Pat del Colmel e poi di altri quattro produttori. Un viaggio alla scoperta di questo vitigno “da tenere d'occhio” l'ha steso nero su bianco l'amico Giuseppe De Biasi.

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I vini del territorio
Ma ora passiamo ai vini, i veri protagonisti di questo viaggio, le vere eccellenze di questo territorio, oggi.

Dopo un veloce tour per Asolo, scopriamo la Bottiglieria Al Moretto, una rivendita dove è possibile degustare tutte le bottiglie del territorio, ed eventualmente comprarle: pensate che se ne possono selezionare alcune, le proprie preferite, combinarle in una cassa e portarla a casa propria o addirittura farsela spedire. Qui assaggiamo la Bottiglia istituzionale del Consorzio, un Asolo Prosecco Superiore Docg nato da 14 diverse basi di vino e da lieviti autoctoni: un 2015 Brut che davvero rappresenta il territorio, perché «ogni produttore ci ha messo del suo, chi ha reperito la bottiglia, chi ha ideato il packaging», ha spiegato il presidente.

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La bottiglia istituzionale del Consorzio
Alla degustazione dei vini del Consorzio arriviamo armati di tanta curiosità. Fanno da apripista due Col Fondo davvero notevoli: l'Asolo Prosecco Docg Colfondo 2016 Azienda agricola Bele Casel e Asolo Prosecco Docg Bio Case Paolin: il giallo paglierino iniziale per entrambi lascia spazio ai fiori e alla mineralità spiccata al naso, che si conferma poi al palato.

Un applauso all'Extra Brut di Cirotto: profumi intensi, soprattutto frutti, premiano il vino per complessità; armonico tra naso e palato, si presenta con una nota di acidità in bocca e una buona persistenza. È un vino ottenuto da vigneti vecchi oltre 50 anni, ci dice il suo produttore. Per il 95% è Glera, mentre il 5% è completato con uve autoctone del territorio: «Le selezioniamo ogni anno, in modo che ciascuna possa dare all'annata ciò che da quella precisa vendemmia le manca, dai profumi alla struttura». Da notare che Cirotto è anche una delle poche cantine (se non l'unica) che segnala in etichetta i solfiti presenti in bottiglia.


Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut Cirotto

Azienda tra le precorritrici del successo dell'Asolo Superiore è Cantina Dal Bello. Una delle prime a credere nell'Extra Brut, ha investito molto in questo progetto, e i risultati si vedono: il suo Celeber è un ottimo esempio di questa tipologia di Prosecco, con un naso elegante e profumi intensi di fiori, acidità e mineralità in bocca e quell'armonico sentore agrumato che non l'abbandona mai. Abbiamo avuto occasione di visitare questa realtà e di percorrere la sua storia attraverso i suoi vini: una provenienza diretta da Caterina Cornaro (una delle tre donne di Asolo) a cui è dedicata una prima linea di Prosecco Doc, il Feudo della Regina, sia fermo che frizzante, tra l'85 e il '90; poi i rossi che entrano in gamma nel 1997; il cambio di marcia nel 2008 con la Docg e infine il Celeber, appunto, nel 2014 e, da lì in poi, il valore della sostenibilità a regolare ogni procedimento dalla vigna alla cantina.

Qualche piacevole sorpresa anche tra i Brut (Duse Pat del Colmèl e Bedin) e tra gli Extra Dry (Kairòs e Tenuta Baron); una piccola chicca il Brut Rosé da uve Pinot Nero di Pozzobon, prodotto degno dell'eleganza tipica dei Pinot Neri altoatesini. Ma largo anche ai rossi Montello Docg, dove dice la sua la Recantina di Ida Agnoletti. Una produttrice temeraria e carismatica, non ha paura del giudizio degli altri ma continua per la sua strada. La sua Recantina e il suo Seneca spiccano, anche se da citare è il suo Psl Sui Lieviti, che giustamente è stato definito da un suo caro amico (come è riportato anche in etichetta) «una poesia in bottiglia, naturale e non filtrata».

Tra nobili Prosecchi e vitigni riscoperti, tra storie di grandi donne e vicoli vissuti dalla storia, abbiamo vissuto Asolo in lungo e in largo, abbiamo concluso la nostra scoperta con il rinnovato appuntamento dell'Asolo Wine Tasting e rientriamo portando con noi grandi vini, paesaggi intramontabili e una lezione importante, sintetizzabile in una parola "nuova" (almeno per noi): "Asolare", godere in un ambiente aperto. E forse è proprio in questo "Asolare" che è racchiuso il binomio territorio-vino che Consorzio e Comune hanno voluto raccontarci. Proprio questo "Asolare" può essere la chiave di volta per vivere al massimo delle potenzialità il borgo, in tutte le sue sfaccettature: dalla storia e dai paesaggi, che il turista potrà godersi per suo conto, ai vini, quelli che ci hanno entusiasmato, con la loro qualità così giovane e fresca.
di Marco Di Giovanni

Per informazioni:
www.asolomontello.it
www.asolo.it

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