lunedì 21 maggio 2018

Erbamat dona freschezza alle cuvée

Erbamat 

dona freschezza
alle cuvée 

della Franciacorta


Chiamato anche albamatto o erbamatto, l’erbamat è un antico vitigno autoctono a bacca bianca dell’area del bresciano, storicamente presente nella zona tra il lago di Garda e la Franciacorta. 

È una delle tante varietà abbandonate nel corso degli anni, in favore di uve internazionali più conosciute e commercialmente remunerative. Il suo futuro era ormai avviato alla quasi completa estinzione con il solo valore di rarità e memoria storica del territorio. Il suo nome, insolito e particolare, si deve alla colorazione verde della buccia, anche quando i grappoli arrivano a maturazione. È una varietà tardiva, che produce vini dai profumi delicati e sottili, aromaticamente piuttosto neutri, ma dotati di vivace acidità. Una caratteristica che la rende perfetta per dare la giusta freschezza alle cuvée della Franciacorta.

(Erbamat dona freschezza alle cuvée della Franciacorta)
foto: Franciacorta.net

Sulla Gazzetta ufficiale del 4 gennaio 2017 è stata pubblicata una proposta di modifica dell’art. 2 del disciplinare che definisce la base ampelografica dei Franciacorta Docg. Oggi le uve autorizzate per produrre Franciacorta sono chardonnay, pinot nero e pinot bianco. Il nuovo testo introduce la possibilità di utilizzare il vitigno erbamat fino a un massimo del 10% per le versioni Franciacorta e Franciacota Rosé, mentre non potrà essere utilizzato per la tipologia Satèn.

L’erbamat, sia per caratteristiche che per il diverso periodo di maturazione, è un vitigno complementare allo chardonnay, al pinot nero e al pinot bianco che potrebbe diventare fondamentale se l’andamento climatico dovesse continuare a segnare incrementi di temperatura. Un altro aspetto interessante del recupero dell’erbamat è legato alla valorizzazione di una varietà autoctona, che contribuirebbe a donare ai vini Franciacorta una connotazione nel segno della tradizione e della storia del territorio. Il vino che se ne ricava è giallo paglierino scarico, leggermente profumato, discretamente corposo, con alta acidità.
di Piera Genta

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