mercoledì 23 maggio 2018

Piume da calamaio sui vini di Bruno Rocca

Piume 

da calamaio
sui vini 

di Bruno Rocca



Da un disegno di Gianni Gallo, una piuma da calamaio in bianco e nero su una carta antica con una dedica (“Leggero come una piuma, importante come la scrittura”), nasce l’etichetta dei vini di Bruno Rocca, azienda Rabajà. 

Gianni Gallo, come lo descrive Carlin Petrini in “Gente di Piemonte”, è un fine disegnatore ed incisore di Dogliani (scomparso nel 2011). Anch’egli vignaiolo, una persona colta, schiva e solitaria che ha realizzato un’infinità di etichette di vino, grappa e altri prodotti. Con un tratto pulito ha riprodotto le forme della flora e della fauna delle Langhe che ben conosceva ed amava accompagnandole spesso da un pensiero profondo, rendendole vere opere d’arte.

(Piume da calamaio sui vini di Bruno Rocca)

Dall’antichità fino a tempi molto recenti la piuma, simbolo di sapienza, è stata il fedele attrezzo che ha permesso di mettere su carta la storia. Così la nuova realtà che alla fine degli anni ’70 iniziò a vinificare con il nome di famiglia quelle splendide uve che produceva con tanta passione ha trovato nei segni magici e suggestivi di “Galet”, come veniva chiamato, il loro segno di riconoscimento. L’importanza del racconto è diventata il credo dell’azienda perché ogni loro vino deve essere in grado di dire qualcosa. Ed ogni vino porta in etichetta una piuma che Gianni Gallo continuò a disegnare in varie fogge fino al 1994.

Guardiamo con attenzione le etichette e scopriamo che la piuma del Langhe nebbiolo Fralù traccia una linea retta. E qui entra in gioco il racconto: il vino porta le iniziali di Francesco e Luisa che rappresentano la nuova generazione e quindi la continuità della famiglia. Non c’è piuma uguale all’altra, sono simili mai uguali. La piuma del Barbaresco Docg Maria Adelaide, top di gamma, dedicato alla mamma di Bruno, prodotto solo con vendemmie eccezionali, si veste d’argento su fondo scuro, mentre le due riserve, Rabajà e Currà, volute da Francesco, sono vestite con le prime etichette aziendali. Le barbule della piuma del Dolcetto Trifolè hanno una diversa inclinazione, probabilmente per renderla riconoscibile al suo utilizzatore.
di Piera Genta
Per informazioni: www.brunorocca.it

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