Oleum Olivarum
la carica dei 211
Gli organizzatori del 21.esimo Oleum olivarum, la locale Comunità degli Italiani in Croazia, a
Crassizza, nei pressi di Buie, si stanno fregando le mani
prima del via ufficiale in quanto al loro
indirizzo sono giunti 211 campioni in via di esaminazione nella vigilia della rassegna, un esame
fatto con attenzione visto che si tratta di una cifra di partecipanti di molto superiore al primato
precedente di due anni fa che era di 176 campioni. Cifre che parlano della crescita di una
manifestazione diventata negli anni un punto di riferimento per i produttori di olio d’oliva
extravergine dell’Istria, a livello nazionale e anche delle regioni contermini.
Quest’anno, contraddistinto da grandi successi per i produttori istriani (la Regione confermata
fra le migliori nell’autorevole guida mondiale “Flos Olei”), i campioni da prendere in esame e
giudicare arrivano da Istria, Dalmazia (una quarantina,) Italia e Slovenia. I degustatori
dell’associazione Usamu, dei veri e propri sommellier dell’olio EVO, sono stati messi sotto
pressione per portare a termine un’operazione delicata e fondamentale come l’analisi di ogni
campione.
Come scrive Marco Oreggia, autore di “Flos Olei”, è accertato che gli organi sensoriali
umani sottoposti a sollecitazioni e stimoli esterni si comportano come veri e propri strumenti di
misura. Nel settore gastronomico e in particolare nel mondo dell’olio di oliva, l’analisi sensoriale
è stata introdotta abbastanza di recente.
Le esperienze comunque che fino ad oggi sono state acquisite ci portano a pensare che le aspettative siano ampie e soprattutto rispondenti a quelle leggi matematiche che basano la loro applicabilità sulla ripetitività dei metodi analitici.
Nel mondo dei degustatori professionisti il giudizio sensoriale è stato codificato dal Consiglio
Oleicolo Internazionale attraverso apposite commissioni di esperti chiamate “Panel”. Ma in
pratica è possibile per tutti riconoscere la qualità e la provenienza di un olio vergine di oliva
semplicemente degustandolo? La risposta non può che essere affermativa, a patto che colui che
si avvicini al mondo della degustazione ottemperi ad una serie di regole di comportamento: la
conoscenza dei sensi, la sequenza delle operazioni da effettuare e un bagaglio di esperienze a supporto.
L’anno scorso, in occasione dell’anniversario della ventesima edizione, a vincere è stato il grisgnanese Viviano Antolović che ha ottenuto 93 punti per la sua coupage di cultivar: carbonazza, frantoio e bianchera.
Dell’edizione passata va detto ancora che come medaglie sono state attribuiti 47 ori, 66 argenti e 24
bronzi. A 18 olii è stato assegnato soltanto il titolo “extra”, senza alcun alloro.
Panorana Edit
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